Le infezioni nosocomiali, chiamate anche infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA), sono infezioni contratte dai pazienti durante la degenza o in seguito a trattamenti sanitari. Non si tratta di episodi rari: l’OMS stima che ogni anno milioni di persone in tutto il mondo sviluppino un’infezione evitabile durante il ricovero, con conseguenze gravi sia sul piano clinico che economico.
Oltre a prolungare i tempi di ospedalizzazione e aumentare i costi per i sistemi sanitari, le infezioni nosocomiali riducono la fiducia dei cittadini nelle strutture di cura e mettono sotto pressione il personale sanitario. Proprio per questo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nel 2025 un aggiornamento delle linee guida internazionali per la prevenzione e il controllo delle ICA, frutto di anni di studi, consultazioni e raccolta di evidenze scientifiche.
Un problema globale che richiede risposte coordinate
Le infezioni nosocomiali rappresentano una delle principali sfide per la sanità moderna. Le più comuni includono:
- polmonite associata a ventilatore (VAP),
- infezioni delle vie urinarie da catetere,
- infezioni del sito chirurgico,
- sepsi correlata a dispositivi intravascolari,
- infezioni da batteri multiresistenti.
Queste patologie non solo minacciano la salute dei pazienti più fragili, ma contribuiscono alla diffusione dell’antimicrobico-resistenza (AMR), uno dei fenomeni più preoccupanti per la medicina del XXI secolo.
L’OMS, con le nuove linee guida, mira a fornire strumenti concreti affinché ogni struttura sanitaria possa rafforzare le proprie misure di sicurezza, riducendo il rischio di infezioni prevenibili.
I punti chiave delle linee guida OMS 2025
Il documento OMS mette in evidenza tre pilastri fondamentali:
1. Rafforzare l’igiene e la protezione del personale
- L’igiene delle mani resta la misura più efficace e a basso costo. Le linee guida invitano a implementare campagne costanti di sensibilizzazione, formazione e monitoraggio.
- L’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) deve diventare una prassi standardizzata e non legata solo a situazioni di emergenza.
2. Potenziare la sorveglianza e la raccolta dati
- Viene incoraggiato lo sviluppo di sistemi digitali di tracciamento delle infezioni, capaci di individuare tempestivamente cluster e resistenze batteriche.
- La condivisione dei dati a livello nazionale e internazionale è considerata essenziale per rispondere in modo coordinato.
3. Responsabilizzare le strutture sanitarie
- Ogni ospedale dovrà istituire un comitato permanente per la prevenzione delle ICA, con il compito di aggiornare protocolli, monitorare i casi e promuovere la formazione continua.
- Particolare attenzione viene riservata alla gestione sicura di dispositivi invasivi (cateteri, ventilatori, aghi), tra le principali fonti di infezione.
Dalla teoria alla pratica: cosa cambia per i professionisti sanitari
Le linee guida non si limitano a fornire raccomandazioni generali, ma insistono sulla necessità di trasformare i protocolli in abitudini quotidiane consolidate. Per i professionisti sanitari ciò significa:
- integrare la prevenzione delle infezioni come parte integrante della pratica clinica;
- adottare un approccio multidisciplinare, in cui medici, infermieri e operatori sanitari collaborano costantemente;
- partecipare a programmi di formazione continua, indispensabili per mantenere elevati standard di sicurezza.
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Perché queste linee guida sono decisive
Secondo l’OMS, fino al 70% delle infezioni nosocomiali può essere prevenuto con l’applicazione sistematica delle misure indicate. Questo significa ridurre complicanze e mortalità, alleggerire i costi per i sistemi sanitari e garantire ai pazienti un percorso di cura più sicuro.
L’impatto atteso va oltre l’ambito ospedaliero: migliorare la prevenzione delle ICA significa anche contrastare la diffusione dell’antimicrobico-resistenza, proteggendo così l’efficacia delle terapie antibiotiche per le generazioni future.
Un impegno etico oltre che clinico
Le nuove linee guida OMS 2025 non sono solo un documento tecnico, ma un richiamo forte alla responsabilità etica di chi lavora in sanità. La sicurezza del paziente deve essere il punto di partenza di ogni percorso di cura.
Investire in prevenzione e monitoraggio significa non solo ridurre infezioni e costi, ma soprattutto salvare vite. È un impegno che coinvolge medici, infermieri, strutture ospedaliere e sistemi sanitari, in un’alleanza globale contro un nemico invisibile ma ancora troppo presente.
Le nuove linee guida OMS rappresentano dunque un punto di svolta: ora spetta ai sistemi sanitari e ai professionisti tradurre queste raccomandazioni in pratiche concrete, per rendere gli ospedali luoghi sempre più sicuri per pazienti e operatori.