Il Consiglio dei Ministri ha approvato due decreti legislativi che riformano i percorsi di studio di alcune tra le principali professioni sanitarie. Su proposta del Ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Governo ha recepito due norme europee che puntano ad aggiornare la formazione di infermieri, dentisti e farmacisti. L’obiettivo è introdurre nuove competenze tecnologiche, cliniche e interdisciplinari, in linea con l’evoluzione della sanità digitale e della medicina moderna.
Aggiornamento dei requisiti minimi di formazione
Il primo decreto, approvato in esame preliminare, attua una direttiva dell’Unione Europea che aggiorna i requisiti minimi di formazione per i professionisti sanitari. L’intento dichiarato è quello di “assicurare che i professionisti sanitari italiani mantengano standard formativi all’avanguardia in Europa”, garantendo percorsi di studio in grado di rispondere alle sfide scientifiche e tecnologiche emergenti.
Leggi anche
Le novità per infermieri, dentisti e farmacisti
Le innovazioni introdotte dal provvedimento variano a seconda della professione. Per gli infermieri, la formazione dovrà includere l’uso e l’applicazione sicura delle nuove tecnologie nella pratica clinica. Per dentisti e odontoiatri, vengono integrate discipline come l’implantologia orale, la gerodontologia (l’odontoiatria rivolta agli anziani), la tecnologia digitale e l’assistenza interprofessionale. Per i farmacisti, invece, saranno obbligatorie conoscenze di farmacia clinica, assistenza farmaceutica, sanità pubblica, oltre a competenze in collaborazione interdisciplinare e tecnologia digitale.
Riconoscimento delle qualifiche professionali estere
Il secondo decreto, approvato in via definitiva, recepisce una norma europea sul riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri formati in Romania. Il provvedimento tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle Commissioni parlamentari, con l’obiettivo di armonizzare i criteri di validità dei titoli esteri e garantire standard formativi uniformi a livello europeo.