Infermieri: retribuzioni carenti, molto lavoro, rischi in reparto. L’indagine di Club Infermieri

Il 58% degli infermieri ha valutato l’ipotesi di lasciare la professione o di cercare opportunità lavorative all’estero, per il 22% la retribuzione è insufficiente, il 51% ha subito almeno un’aggressione, l’83% richiede una formazione più specializzata e pratica per valorizzare il ruolo infermieristico. Ecco cosa è emerso dall’indagine.

Sommario

  1. Indagine infermieri: stress, condizioni vita-lavoro precarie, scarsa retribuzione
  2. Infermieri: il 58% ha pensato di lasciare il lavoro, il 51% ha subito almeno un’aggressione
  3. Le richieste degli infermieri: tutele, formazione, stipendio, strumenti digitali
  4. Club Infermieri: la risposta alle richieste della categoria infermieristica

La professione infermieristica rappresenta il 40% della forza lavoro sanitaria ed è oggi più che mai sotto pressione. I dati emersi dalla prima indagine condotta dall’Osservatorio di Club Infermieri, che coinvolge oltre 14 mila professionisti iscritti alla piattaforma, fotografano con chiarezza una categoria che chiede di più: il 58% degli infermieri partecipanti ha considerato di abbandonare la professione, mentre oltre la metà ha subito almeno un’aggressione sul luogo di lavoro. A questo si sommano retribuzioni insufficienti, carichi insostenibili e scarsità di opportunità di crescita professionale.

Accanto a questa consapevolezza, si manifesta anche una straordinaria voglia di riscatto e di evoluzione: l’83% degli infermieri desidera una formazione più specializzata e concreta, strumenti efficaci, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro più dignitose. Evidenze che corrispondono, peraltro, a quelle raccolte su larga scala dal primo Rapporto sulle Professioni Infermieristiche, realizzato da Fnopi con la scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e pubblicato a maggio 2025; istanze che da tempo la Federazione porta avanti e che si confermano al centro delle richieste dei professionisti. 

Indagine infermieri: stress, condizioni vita-lavoro precarie, scarsa retribuzione

Dall’indagine condotta da Club Infermieri, la categoria rivela un equilibrio vita-lavoro precario: su un campione composto in prevalenza da dipendenti pubblici (69%) con elevata esperienza (il 76% ha oltre 20 anni di anzianità di servizio), solo il 6% dei partecipanti si dichiara pienamente soddisfatto nella capacità di conciliare impegni professionali e personali.

Per quanto riguarda le criticità, al primo posto troviamo la retribuzione, ritenuta insufficiente dal 22% del campione, seguita dalla necessità di un maggiore riconoscimento professionale (19%) e dalla cronica carenza di personale (16%), fattori che influenzano direttamente la qualità e la sostenibilità dell’assistenza.

Si evidenziano inoltre l’elevata responsabilità non sempre accompagnata da adeguate tutele (14%) e le limitate opportunità di carriera (14%), aspetti che alimentano il desiderio di crescita e sviluppo professionale.

Infermieri: il 58% ha pensato di lasciare il lavoro, il 51% ha subito almeno un’aggressione

Uno dei segnali più rilevanti emersi dall’indagine di Club Infermieri riguarda il futuro professionale, con il 58% che ha valutato l’ipotesi di lasciare la professione o di cercare opportunità all’estero, mentre il 36% esclude questa possibilità e il 6% ha già compiuto questo passo. 

Le motivazioni che spingono a considerare questa scelta riflettono sfide strutturali da affrontare con urgenza:  

  • per il 34%, la retribuzione troppo bassa 
  • per il 15%, le condizioni di lavoro difficili 
  • per il 17%, la carenza di opportunità di crescita professionale 
  • per il 15%, il desiderio di un riconoscimento più solido, simile a quello riscontrato in altri Paesi 

Il quadro più complesso, però, è quello che emerge quando si indaga sulle mansioni quotidiane e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Quasi la metà del campione (48%) dichiara di svolgere con frequenza mansioni non coerenti con il proprio profilo professionale, mentre un ulteriore 37% lo fa occasionalmente. 

Parallelamente, si registra una significativa incidenza di episodi di aggressione: il 29% degli infermieri ha subito più volte violenze verbali o fisiche durante il lavoro, mentre il 51% le ha vissute almeno una volta. 

Diverse sono le misure proposte per contrastare le aggressioni: 

  • l'istituzione di posti fissi di polizia all’interno degli ospedali, soprattutto nei pronto soccorso 
  • la presenza costante di personale addetto alla sicurezza o guardie giurate 
  • un aumento del personale infermieristico, per evitare il lavoro in condizioni di solitudine o sovraccarico 
  • la certezza della pena per gli aggressori 
  • l’equiparazione giuridica degli infermieri a pubblici ufficiali 
  • l’adozione di barriere fisiche nei luoghi a rischio 
  • l’educazione civica e sanitaria della popolazione e campagne informative 
  • formazione specifica per la gestione dei conflitti, supporto psicologico post-evento 
  • un impegno concreto da parte delle direzioni sanitarie, delle Istituzioni e degli organi professionali 

Le richieste degli infermieri: tutele, formazione, stipendio, strumenti digitali

Accanto al quadro critico delineato dall’indagine, la categoria manifesta una incredibile voglia di riscatto ed evoluzione: il 54% degli infermieri percepisce il percorso universitario come ancora migliorabile e l’83% nutre un forte interesse per la specializzazione, a testimonianza della volontà di crescita e aggiornamento continuo. Le aree maggiormente richieste sono: telemedicina e sanità digitale (19%), area critica (17%), assistenza domiciliare e territoriale (16%) e case management (15%). 

Quando si indaga sulle necessità, emerge con chiarezza la domanda di strumenti e servizi concreti in grado di migliorare l’esperienza professionale e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.  

Parallelamente alla formazione, un’ampia fetta di professionisti (16%) richiede assistenza legale per questioni lavorative e contrattuali. Parimerito, si posiziona la richiesta di strumenti di telemedicina (16%), per facilitare il rapporto con i pazienti e innovare la pratica infermieristica. Infine, il supporto assicurativo e le consulenze su fisco, previdenza e carriera completano il quadro delle esigenze (12%). 

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Club Infermieri: la risposta alle richieste della categoria infermieristica

Rispondere alle esigenze della professione infermieristica è compito dei decisori, ma l'uniformità delle richieste mostra quanto sia importante che tutti gli stakeholder della sanità monitorino e prestino attenzione all'evoluzione della professione che da sola, come ricorda l'organo di rappresentanza, copre il 40% della forza lavoro in sanità. 

Per rispondere alle esigenze, Club Infermieri offre tutte le risposte in un’unica soluzione: un ecosistema digitale innovativo, pensato su misura per gli infermieri italiani che qui possono trovare oltre 200 corsi ECM online, esperienza formativa immersiva, tutela legale e servizi assicurativi, spazio per il networking con i colleghi per aumentare le proprie opportunità professionali, servizi per l’assistenza domiciliare, sconti e convenzioni, un programma fedeltà e anche un assistente personale dedicato per completare la formazione senza difficoltà.

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Di: Redazione

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