Il Decreto Ufficiale che istituisce la nuova figura professionale dell’assistente infermiere, un operatore di interesse sanitario che si colloca a livello intermedio tra l’operatore sociosanitario (OSS) e l’infermiere è stato pubblicato. Questa innovazione rappresenta un passo importante per rafforzare il SSN, rispondendo alle crescenti esigenze di assistenza legate all’invecchiamento della popolazione, alla gestione della cronicità e alla complessità crescente dei pazienti.
Parallelamente, in un secondo decreto è stata riformata anche la figura dell’OSS, aggiornando la formazione e le competenze per adeguarle alle nuove sfide del settore sanitario e al cronico problema della carenza di personale sanitario. L’obiettivo è garantire una maggiore efficacia e qualità dell’assistenza in tutti i contesti, dal sanitario al sociale. Questa riforma, frutto di un accordo tra Stato e Regioni, ha suscitato un acceso dibattito tra i sindacati e gli ordini professionali. Il sindacato degli infermieri Nursing Up ha espresso forti riserve, temendo un rischio di dequalificazione delle professioni infermieristiche, mentre la FNOPI ha accolto positivamente l’iniziativa, sottolineando i benefici organizzativi per le équipe assistenziali.
Assistente infermiere: chi è, cosa fa e cosa cambia per OSS e infermieri
Con l’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nasce ufficialmente la figura dell’assistente infermiere che punta a rafforzare le equipe sanitarie, rispondendo alla crescente complessità dei bisogni assistenziali dei cittadini e alla gestione delle cronicità.
Chi può diventare assistente infermiere
L’accesso al nuovo profilo professionale è riservato a chi possiede già la qualifica di OSS e il diploma di scuola secondaria di secondo grado, con almeno 24 mesi di esperienza lavorativa. Inoltre, possono accedere anche coloro che, pur privi di diploma, abbiano maturato almeno 5 anni di esperienza da OSS negli ultimi 8 anni, a patto di frequentare un modulo teorico propedeutico di almeno 100 ore.
Formazione: durata e contenuti
Il corso per diventare assistente infermiere ha una durata variabile tra 6 e 12 mesi, per un minimo di 500 ore complessive così suddivise:
- 200 ore di teoria;
- 280 ore di tirocinio pratico;
- 20 ore di esercitazioni e simulazioni.
La frequenza è obbligatoria e le assenze non possono superare il 10% delle ore complessive. Al termine del percorso formativo è previsto un esame finale teorico-pratico, superato il quale viene rilasciato un attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale.
Competenze, funzioni e attività dell’assistente infermiere
L’assistente infermiere si inserisce all’interno delle équipe sanitarie come figura di supporto qualificato, capace di svolgere mansioni a carattere sanitario ma sempre sotto delega e direzione dell’infermiere. Le principali competenze dell’assistente infermiere comprendono:
- rilevazione dei parametri vitali, somministrazione di ossigeno e primo soccorso;
- preparazione alla somministrazione di terapie su indicazione dell’infermiere;
- supporto nella gestione e organizzazione dell’assistenza;
- attività educative e formative di base rivolte alla persona assistita.
Opera, dunque, sempre su delega dell’infermiere, con bassa o nulla autonomia decisionale ma con responsabilità sull’esecuzione corretta delle attività affidate.
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Obbligo di aggiornamento professionale
Sia per l’assistente infermiere che per l’OSS è previsto un obbligo di formazione continua: almeno 1 ora di aggiornamento per ogni mese lavorato, recuperabile nel triennio successivo. Inoltre, per garantire una corretta transizione e valorizzare chi ha già investito nella propria formazione, è stato stabilito che:
- la vecchia qualifica di OSS con formazione complementare è equipollente alla nuova figura di assistente infermiere;
- gli operatori già formati secondo i vecchi standard potranno adeguarsi attraverso corsi integrativi di almeno 30 ore, da completare entro tre anni.
Aggiornamenti anche per la figura dell’OSS
In parallelo, è stato rivisto anche il profilo dell’operatore sociosanitario (OSS), superando il modello risalente al 2001. Le novità principali riguardano:
- durata minima del corso portata a 1.000 ore, di cui 200 di teoria di base, 250 di teoria professionalizzante, 100 di esercitazioni pratiche e 450 di tirocinio;
- maggiore integrazione tra teoria e pratica con laboratori e tutoraggio strutturato;
- ampliamento delle competenze in ambiti scolastico, penitenziario, psichiatrico oltre che sanitario e sociale.
Per iscriversi è sufficiente:
il compimento del 18° anno di età
il diploma di scuola media (primo ciclo)
Anche per l’OSS, come per l’assistente infermiere, è previsto un obbligo di aggiornamento professionale annuale.
Reazioni e dibattito: tra opportunità e critiche
L’introduzione della figura dell’assistente infermiere ha suscitato reazioni contrastanti tra sindacati e ordini professionali.
Nursing Up: forte opposizione alla figura intermedia
Secondo Nursing Up, il principale sindacato infermieristico, il decreto è "un boccone amaro". Per il Presidente Antonio De Palma si tratta di "un errore madornale" che non risolve la carenza cronica di infermieri stimata in oltre 175.000 unità a livello nazionale. “La nuova figura – afferma De Palma – è solo una triste e pericolosa toppa mal cucita per coprire la cronica carenza di personale, non certo per migliorare la qualità dell’assistenza. Il rischio è quello di una sanità spaccata, confusa e senza visione, in cui i progetti veri, come l’infermiere di famiglia, restano lettera morta". L'istituzione della figura dell'assistente infermiere è "frutto di un “accordo Stato-Regioni discutibile” contro cui il sindacato si dice pronto a battersi in tutte le sedi, anche quelle sovranazionali, visto il muro alzato dalle istituzioni centrali e territoriali.
Il sindacato contesta la formazione di sole 500 ore, ritenendola insufficiente a garantire la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti. Inoltre, denuncia il rischio di "dequalificazione professionale" per gli infermieri e un abbassamento degli standard assistenziali, con il pericolo di scoraggiare i giovani dall’intraprendere la professione infermieristica. Nursing Up chiede invece maggiori investimenti sugli infermieri già formati, migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati.
Fnopi: figura complementare e non sostitutiva
Più favorevole la posizione della Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), che vede nell’assistente infermiere un’opportunità per potenziare l’organizzazione dell’assistenza nelle aree a bassa complessità clinica. Secondo la Fnopi, la nuova figura non sostituisce l’infermiere laureato, ma lo affianca, consentendo un uso più razionale ed efficiente delle competenze infermieristiche specialistiche. La Federazione sottolinea l’importanza di garantire una formazione uniforme a livello nazionale e una supervisione infermieristica costante. La figura intermedia dell’assistente infermiere, formata e qualificata, dunque, si inserisce in un contesto di profonda evoluzione dei modelli assistenziali, soprattutto alla luce delle trasformazioni introdotte dalla nuova rete territoriale prevista dal DM77. L’obiettivo dichiarato è, appunto, quello di rafforzare le equipe sanitarie nei contesti di assistenza di base. Tuttavia, resta aperto il dibattito tra chi teme un indebolimento del ruolo dell’infermiere e chi invece vede in questa figura un utile strumento di integrazione e modernizzazione.