Sepsi, l’emergenza sanitaria globale che colpisce 19 milioni di persone all’anno. Cos’è e come va trattata

Si tratta di una patologia tempo-dipendente che risulta fatale una volta su cinque. Tutto quel che c’è da sapere in un corso ECM

Ancora oggi la sepsi viene troppo spesso sottovalutata per diversi aspetti, come l'antibiotico resistenza, la comorbidità dei pazienti e la presenza di accessi vascolari impiantati a medio e a lungo termine. Per esempio nei pazienti oncologici sono necessari interventi precoci e concatenati, come la diagnosi e il trattamento rispettando il cosiddetto concetto di Golden Hour. Ma che cos’è la sepsi, e quali rischi comporta?

Cos’è la sepsi

La sepsi rientra tra le patologie tempo-dipendenti e rappresenta l'ultima tappa di un percorso che viene innescato da molteplici malattie infettive. Si presenta quando il nostro sistema immunitario, nel combattere un'infezione, perde il controllo e inizia a danneggiare i tessuti e gli organi. Ciò può portare all'insufficienza multiorgano e successivamente alla morte. È quindi necessario ricercare sempre la causa primaria, ovvero un'infezione contratta in comunità in ambito ospedaliero o talvolta in un servizio sanitario.

La sepsi vede il coinvolgimento della risposta da parte dell'organismo all'invasione di tessuti, fluidi o cavità corporee che normalmente sono considerati sterili da parte di microrganismi patogeni o presumibilmente patogeni. Ciò porta a un'insufficienza degli organi. Nelle prime fasi è facilmente trattabile, ma è più difficile da identificare, mentre nelle fasi avanzate è più facile da riconoscere ma più difficile da trattare.

La Golden Hour

La Golden Hour è un termine introdotto in chirurgia d’urgenza che letteralmente significa “ora d’oro”. Si fa riferimento al tempo che va dal momento dell’accaduto all’inizio del trattamento dopo una lesione traumatica o una patologia tempo-dipendente, durante il quale vi è la più alta probabilità che un pronto riconoscimento e trattamento medico-infermieristico possa evitare la morte del paziente, aumentando le sue possibilità di sopravvivenza con il minor rischio di complicanze.

Il concetto di Golden Hour è stato introdotto per la prima volta da Emanuel Rivers in uno studio in cui ha dimostrato un protocollo di gestione precoce in Pronto soccorso chiamato “Early Goal Directed Therapy”, che può modificare in maniera significativa l’esito per il paziente.

Le linee guida

La Surviving sepsis campaign, il più autorevole ente a livello internazionale sulla materia, delinea le linee guida per la sepsi. Queste invitano a rispettare il concetto di Golden Hour entro cui è necessario misurare il livello di lattato al tempo zero, ottenere l'emocoltura prima di somministrare antibiotici, iniziare la somministrazione rapida di cristalloidi per ipotensione o livelli di lattato superiori a 4 millimoli per litro in misura di 30 millilitri per kg di peso corporeo ideale del paziente, e applicare vasopressori in caso di ipotensione durante o dopo la rianimazione fluidica per mantenere la pressione arteriosa media su valori superiori a 65 mm di mercurio.

Complicanze della sepsi

Come spiegato nel corso di FAD “Sepsi: nozioni di base e approccio in emergenza-urgenza” (responsabile scientifico, il dottor Matteo Giacomazzi, infermiere di Pronto soccorso e coordinatore didattico del Centro di formazione Italia Emergenza) presente sulla piattaforma Consulcesi Club (4,5 crediti ECM), la sepsi è un'infezione che si complica, pertanto agire precocemente migliora l'outcome del paziente rispetto al trattamento quando i segni e i sintomi sono conclamati. Dopo il ricovero per sepsi possono sopraggiungere diversi disturbi, come per esempio insufficienza cardiaca e insufficienza renale, che obbligano i pazienti con pregressa sepsi a successive ospedalizzazioni. Le complicanze della sepsi, nello specifico il danno d'organo e le alterazioni del sistema immunitario, portano a un deterioramento dello stato di salute dei pazienti, accelerando anche la progressione delle condizioni croniche preesistenti.

I dati

La sepsi colpisce ogni anno milioni di persone, di cui circa 1,4 milioni in Europa, e rappresenta uno dei motivi più comuni per l’ammissione in pronto soccorso e all'interno delle terapie intensive. Nel 2017, il CDC di Atlanta ha dichiarato la sepsi un’urgenza medica vera e propria e l’ha definita emergenza sanitaria globale. La sepsi è causa di elevata mortalità. Infatti più del 40 per cento dei pazienti affetti da sepsi muore.

I dati relativi all'incidenza della sepsi nel mondo sono in continuo aumento. Negli Stati Uniti si contano circa 250mila morti l'anno, quindi un morto ogni due minuti circa, mentre in Europa si contano più di 700mila casi all'anno, di cui uno su cinque a esito fatale. Sempre nel 2017 In Italia si sono registrati circa 6116 casi di sepsi. I diversi studi mostrano come l'incidenza sia più alta nella popolazione anziana, che per definizione è normalmente associata a polipatologia, quindi è di per sé predisposta allo sviluppo di sepsi.

L'aumento dell'incidenza della sepsi è da imputare a una maggiore attenzione alla diagnosi e a una più corretta codifica di questa patologia nei database amministrativi. Le infezioni più frequentemente riportate nella scheda di dimissione ospedaliera sono le sepsi a genesi urinaria e respiratoria.

Il 45% delle sepsi è dovuto ai Cocchi gram negativi, il 40% ai Cocchi gram positivi, il 9,6% ad agenti patogeni multipli. Infine il 4% è da imputare a infezioni fungine. Un paziente su cinque andrà incontro a complicanze post ricovero da sepsi e subirà un nuovo ricovero entro 30 giorni dalla dimissione.

Ogni anno nel mondo circa 19 milioni di individui sviluppano una sepsi, dei quali 14 milioni sopravvivono, con prognosi variabile. Circa la metà di loro ha un recupero completo o quasi, ma un terzo muore nell’anno in corso e un sesto ha gravi disturbi persistenti.

Persone a rischio

Alcune persone sono ovviamente più a rischio di altre di sviluppare sepsi. Per esempio sono più a rischio le persone affette da patologie croniche che coinvolgono polmoni, fegato e cuore, i bambini, gli adulti al di sopra dei 60 anni, le persone con depressione del sistema immunitario (come i pazienti oncologici o i soggetti che hanno subito una splenectomia).

Le conseguenze sui sistemi sanitari

È fondamentale comprendere il reale impatto della sepsi dal punto di vista del dispendio economico per le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere. Nei casi in cui la patologia non è precocemente riconosciuta e subentrano le complicanze, si verifica un aumento della farmacoterapia e degli esami diagnostici, con conseguente aumento della degenza e delle necessità di riabilitazione del paziente. Ciò va a gravare e a incidere sui costi. Allo stato attuale delle cose è necessario essere ben preparati rispetto al riconoscimento tempestivo della sepsi nelle fasi precoci, e gli operatori sanitari devono possedere le competenze per l'identificazione di segni e sintomi tipici e la diagnosi precoce di sepsi.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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