Barriere galleggianti contro la plastica: così i fiumi tornano puliti
Scopri come le barriere galleggianti stanno ripulendo i fiumi italiani dalla plastica. I casi di Tevere e Aniene mostrano risultati concreti grazie al progetto Plasticentro.
2 Luglio 2025, 08:22

Sommario
Ogni anno, una quantità enorme di plastica e rifiuti galleggianti si riversa nei nostri fiumi e, da lì, raggiunge il mare. Per contrastare questo fenomeno, sono state introdotte barriere galleggianti “acchiappa plastica”, installate in punti strategici dei corsi d’acqua. Tra questi, il Tevere e l’Aniene in Lazio offrono due esempi concreti ed efficaci.
Come funzionano le barriere galleggianti?
Immagina delle barriere modulari – ciascuna lunga circa 6,3 metri – che vengono ancorate alla sponda o al fondo del fiume. Il loro obiettivo è semplice ma potente: intercettare i rifiuti plastici galleggianti, convogliandoli verso la riva dove possono essere raccolti e separati. In caso di piena, le barriere si sganciano automaticamente per garantire il normale deflusso dell’acqua.
Tevere e Aniene: numeri che impressionano
Tra il 2019 e il 2022, grazie a un investimento di oltre 215 mila euro, sono state installate due barriere: una sul Tevere a Fiumicino e una sull’Aniene nella Riserva della Valle dell’Aniene. I risultati sono stati sorprendenti:
- Oltre 12 tonnellate di rifiuti raccolti in tre anni, di cui circa 30.000 bottiglie PET all’anno;
- Il 34% dei rifiuti intercettati era plastica da imballaggio, con un 25% costituito da bottiglie in PET;
- Oltre a plastica, sono stati recuperati anche oggetti ingombranti: pneumatici, bombole e piccoli elettrodomestici.
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Plasticentro: un progetto con base scientifica
Questi interventi fanno parte del progetto Plasticentro, coordinato da AUBAC insieme a Legambiente, Enea, Arpa, università e partner regionali, nell’ambito della legge “Salvamare”.
Plasticentro si articola su tre linee:
- Installazione di barriere galleggianti in fiumi selezionati (Tevere, Aniene, Tronto);
- Monitoraggio delle microplastiche mediante campionamenti e microfiltrazione;
- Attività di citizen science, coinvolgendo volontari in pulizie e censimenti lungo le sponde.
I dati della citizen science
Iniziative di river litter organizzate da Legambiente in Lazio, Umbria e Marche hanno permesso di mappare oltre 20.000 metri quadrati di sponde e censire 4.288 rifiuti, di cui il 90% è plastica. Un segnale potente della presenza massiccia di rifiuti nei nostri fiumi.
Benefici ambientali e circolarità h2
Le barriere galleggianti rappresentano un importante strumento preventivo contro l’inquinamento marino. Il materiale raccolto viene avviato al riciclo, in collaborazione con COREPLA, chiudendo un ciclo virtuoso. Inoltre, queste azioni contribuiscono a:
- proteggere la biodiversità fluviale;
- prevenire allagamenti causati da ostacoli nei corsi d’acqua;
- sensibilizzare le comunità locali sul problema dei rifiuti.
Sfide e prospettive future
Nonostante i risultati positivi, permangono alcune criticità:
- Scalabilità del progetto: è necessaria l’estensione a numerosi altri fiumi tramite finanziamenti europei e nazionali;
- Manutenzione continua: le barriere devono resistere a condizioni meteorologiche estreme e richiedono controlli regolari;
- Integrazione sistemica: per avere un impatto duraturo serve abbinare prevenzione (riduzione alla fonte), raccolta plastica e politiche legislative più efficaci.
Le barriere galleggianti installate sul Tevere e sull’Aniene dimostrano che un intervento mirato e scientificamente fondato può intercettare grandi quantità di plastica prima che raggiungano il mare. Con oltre 12 tonnellate di rifiuti raccolti in tre anni, questi progetti mostrano come sia possibile trasformare la pulizia dei nostri fiumi in un’opportunità per l’ambiente e per le comunità. Prossimi passi? Estendere l’iniziativa e rafforzare l’economia circolare, per fiumi e mari più puliti.