Blackout climatici in Europa: cosa è successo a Parigi, Spagna e Portogallo

Parigi, Spagna e Portogallo colpite da blackout climatici: eventi estremi, caldo record e infrastrutture in crisi. Ecco cosa è accaduto.

10 Luglio 2025, 07:30

Blackout climatici in Europa: cosa è successo a Parigi, Spagna e Portogallo

Negli ultimi mesi, l’Europa occidentale è stata travolta da una serie di eventi estremi che hanno riportato al centro del dibattito pubblico il cambiamento climatico e la fragilità delle infrastrutture energetiche. Da Parigi alla Penisola Iberica, passando per il sud della Francia, milioni di cittadini si sono ritrovati a fare i conti con caldo record, blackout improvvisi e sistemi in affanno. Ma cosa è successo esattamente? 

Parigi paralizzata dal caldo: scuole chiuse e restrizioni  

A fine giugno 2025, Parigi ha sperimentato un’ondata di caldo senza precedenti per il periodo, con temperature che hanno superato i 39 gradi già nelle prime ore del giorno. Le autorità francesi non hanno perso tempo: più di 1.300 scuole sono state chiuse, giudicate inadatte a garantire condizioni di sicurezza per studenti e insegnanti. 

Perfino uno dei simboli della città, la Torre Eiffel, ha dovuto limitare l’accesso alla sua sommità, per evitare rischi legati alle elevate temperature e alla tenuta strutturale dell’acciaio. 

Per ridurre l’inquinamento e i consumi, sono entrate in vigore limitazioni al traffico e sono stati sospesi temporaneamente alcuni servizi ferroviari, preoccupati per la possibile deformazione dei binari. In breve, Parigi si è trovata ad affrontare un’emergenza climatica in piena regola. 

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Il blackout che ha paralizzato Spagna e Portogallo  

Ma il vero colpo di scena è arrivato il 28 aprile 2025, quando alle 12:32 un improvviso blackout ha colpito tutta la Spagna continentale, parte del Portogallo e alcune zone del sud della Francia. È stato uno dei più grandi black-out energetici della storia recente dell’Europa. 

Metro, treni e aeroporti si sono fermati. A Madrid, Barcellona e Siviglia, migliaia di persone sono rimaste bloccate nei tunnel della metropolitana e nei convogli, costringendo le autorità a evacuazioni rapide. Gli aeroporti di Madrid-Barajas e Lisbona hanno sospeso temporaneamente tutti i voli. Anche i semafori hanno smesso di funzionare, creando il caos sulle strade. 

Solo alcune strutture critiche, come ospedali e centrali nucleari, sono rimaste operative grazie ai generatori di emergenza. Il ripristino della rete elettrica è iniziato nel pomeriggio, ma in alcune zone la corrente è tornata solo dopo le 21. 

Qual è stata la causa? 

Nei primi momenti si è pensato a tutto: un guasto tecnico, un possibile attacco informatico, o perfino un atto di sabotaggio. Ma con il passare delle ore, gli operatori della rete elettrica spagnola e portoghese hanno ipotizzato una spiegazione tanto tecnica quanto inquietante: una vibrazione atmosferica anomala, provocata da sbalzi termici estremi, avrebbe generato un’oscillazione nei sistemi elettrici ad alta tensione, innescando una reazione a catena che ha disconnesso l’intero sistema iberico. 

In parole semplici: un colpo d’aria calda troppo improvviso ha mandato in tilt la rete. 

Caldo estremo e blackout: un legame che fa paura 

Quel che sta emergendo con chiarezza è un fatto ormai innegabile: il cambiamento climatico non è più una previsione futura, ma una realtà quotidiana. Le ondate di calore si verificano sempre più presto e con maggiore intensità, e mettono a dura prova non solo le persone, ma anche le infrastrutture energetiche. 

In Francia, ad esempio, molte centrali nucleari sono state costrette a ridurre la produzione per l’impossibilità di raffreddare i reattori con l’acqua dei fiumi, ormai troppo calda. In Portogallo, si sono toccati picchi di oltre 46 gradi, mandando sotto stress anche gli impianti fotovoltaici e le linee elettriche. 

Quali soluzioni per il futuro? 

Le autorità europee sono consapevoli che episodi come questi saranno sempre più frequenti. Ecco perché stanno spingendo per: 

  • Reti elettriche più resilienti, in grado di compensare sbalzi improvvisi nella domanda o nell’offerta; 
  • Sistemi di raffreddamento più efficaci nelle centrali nucleari e termoelettriche; 
  • Un maggiore coordinamento tra i Paesi europei per la gestione delle emergenze climatiche. 

La lezione è chiara: il clima cambia più in fretta di quanto il nostro sistema sia in grado di adattarsi. E se non agiamo subito, i blackout climatici potrebbero diventare la nuova normalità.