Ecomafia: aumentano i reati contro l’ambiente in Italia
Nel 2024 i reati ambientali superano quota 40.000, con un aumento del 14,4%. Crescono le denunce, le inchieste per corruzione, i crimini contro animali e beni culturali. Cemento e rifiuti restano le filiere più colpite. Un sistema criminale da 9,3 miliardi annui, raccontato nel nuovo Rapporto Ecomafia.
30 Luglio 2025, 12:12

Sommario
Nel 2024, per il secondo anno di fila, i reati contro l’ambiente in Italia hanno registrato una crescita a doppia cifra, attestandosi su un +14,4% rispetto all’anno precedente. Sono stati rilevati 40.590 illeciti penali, con una media impressionante di 111,2 al giorno, ovvero circa 4,6 ogni ora. Crescono anche le denunce, che hanno coinvolto 37.186 persone (+7,8% sul 2023). I dati raccolti dal report Ecomafia 2025 confermano la persistenza di un’aggressione sistematica al nostro patrimonio ambientale, nonostante le normative e gli sforzi delle forze dell’ordine.
Appalti truccati, rifiuti e cemento: i profitti dell’illegalità ambientale
Il business illecito legato all’ambiente continua ad arricchirsi anche attraverso la corruzione negli appalti pubblici. Tra il 1° maggio 2024 e il 30 aprile 2025, Legambiente ha contato 88 inchieste su episodi corruttivi legati alla gestione ambientale – dalla costruzione di infrastrutture alla concessione di autorizzazioni – con un incremento del 17,3% rispetto all’anno precedente. Le persone denunciate sono state 862 (+72,4%). La filiera del cemento si conferma quella più colpita, con 13.621 reati (+4,7%), pari al 33,6% del totale, seguita dal ciclo dei rifiuti, dove si sono verificati 11.166 illeciti (+19,9%), dopo il +66,1% del 2023. Illeciti che generano profitti per 9,3 miliardi di euro, portando il fatturato illegale complessivo (dal 1995 al 2024) a 269,1 miliardi.
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Animali e cultura sotto attacco: una depredazione diffusa
Il bilancio è drammatico anche sul fronte dei crimini contro gli animali e il patrimonio culturale. Bracconaggio, pesca illegale, traffico di specie protette e allevamenti fuorilegge hanno prodotto 7.222 reati penali (+9,7%) e 13.996 illeciti amministrativi (+13,9%). A ciò si aggiunge un’impennata dei reati contro il patrimonio culturale – tra cui ricettazione, danneggiamenti paesaggistici, scavi abusivi e falsificazioni – che raggiungono quota 2.956 (+23,4%). Un depauperamento grave, che colpisce la biodiversità, la memoria storica e l’identità collettiva del Paese.
Un impegno quotidiano tra giustizia, memoria e legalità
Il rapporto Ecomafia 2025 fotografa un’Italia ferita, ma anche un Paese che reagisce. Grazie al lavoro di tutte le forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, è possibile mappare in modo dettagliato le strategie criminali, le reti di complicità e le conseguenze devastanti delle attività ecomafiose. Ogni anno, il racconto delle donne e degli uomini impegnati nella difesa dell’ambiente mostra l’arroganza di chi, pur di arricchirsi, devasta foreste, inquina corsi d’acqua, distrugge aree archeologiche e traffica animali. Ma oggi, sempre più spesso, questi soggetti finiscono sotto inchiesta, anche grazie alla legge del 2015 che ha introdotto nel Codice penale i delitti ambientali. A trent’anni dalla misteriosa morte del capitano di fregata Natale De Grazia, impegnato a indagare sul traffico di rifiuti radioattivi nel Mediterraneo, il Rapporto è a lui dedicato, come omaggio a una verità ancora da conquistare.