Estate 2025: 16.500 morti in Europa per il caldo estremo
Il cambiamento climatico ha causato 16.500 morti in più in Europa nell’estate 2025. Gli anziani i più colpiti, città e sanità sotto pressione.
1 Ottobre 2025, 10:45

Sommario
Un’estate che ha segnato un record drammatico. L’estate 2025, infatti, sarà ricordata come una delle più letali per l’Europa. Secondo uno studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM), realizzato in collaborazione con l’Imperial College di Londra, circa 16.500 decessi aggiuntivi sono stati causati dal caldo estremo reso più intenso dal cambiamento climatico. Non si tratta solo di numeri: dietro le statistiche ci sono persone fragili, famiglie colpite e sistemi sanitari messi a dura prova.
Perché il caldo estremo uccide
Il calore eccessivo non compare quasi mai direttamente sui certificati di morte. Colpisce soprattutto aggravando patologie già esistenti, come problemi cardiovascolari, respiratori e renali. Anche un aumento medio di pochi gradi può avere conseguenze devastanti: lo studio evidenzia temperature estive superiori di oltre 2 °C rispetto a uno scenario senza cambiamento climatico, con picchi di oltre 3,5 °C in alcune città. Le ondate di calore risultano così più lunghe, più frequenti e molto più pericolose.
Gli anziani i più colpiti
La fascia più vulnerabile è quella degli over 65, che rappresentano circa l’85% delle vittime. L’età avanzata, spesso associata a patologie croniche e a condizioni abitative non sempre adeguate, aumenta notevolmente il rischio. Le città, con l’effetto “isola di calore urbano”, amplificano ulteriormente il problema, facendo registrare notti tropicali che impediscono al corpo di recuperare dalle ore più torride.
Paesi e città più colpite
L’impatto non è stato uniforme in tutta Europa. L’Italia risulta il paese con il numero più alto di decessi stimati in eccesso, oltre 4.500. Seguono Spagna, Francia, Germania e Regno Unito. Alcune capitali, come Roma, Atene e Parigi, hanno registrato centinaia di morti aggiuntive. In una sola settimana di luglio, Romania, Bulgaria, Grecia e Cipro hanno contato quasi 1.000 decessi legati al caldo estremo.
Un dato che fotografa bene quanto i picchi improvvisi siano letali, soprattutto laddove i sistemi di prevenzione non riescono a rispondere con rapidità.
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Limiti delle stime, ma un segnale inequivocabile
Gli scienziati sottolineano che i dati coprono solo circa il 30% della popolazione europea, per la disponibilità limitata di statistiche dettagliate a livello urbano. Ciò significa che il numero reale di vittime potrebbe essere anche più alto.
Nonostante i margini di incertezza, il messaggio è chiaro: il riscaldamento globale amplifica i rischi per la salute in modo diretto e misurabile.
Cosa fare: adattamento e riduzione delle emissioni
Le implicazioni di questi dati sono enormi. Serve agire su due fronti:
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Adattamento immediato: piani di allerta, protezione degli anziani, verde urbano, raffrescamento sostenibile degli edifici.
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Mitigazione a lungo termine: ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per evitare che le ondate di calore diventino sempre più frequenti e letali.
Ogni grado di temperatura evitato significa potenzialmente migliaia di vite salvate.
L’estate 2025 ha dimostrato con forza che il cambiamento climatico non è una minaccia futura, ma una realtà già presente che incide sulla salute e sulla vita dei cittadini europei. Ignorare questi numeri significherebbe rassegnarsi a estati sempre più mortali.