Scuole a prova di virus e smog: i benefici dei filtri dell’aria

Oltre a contrastare l’inquinamento, i filtri d’aria riducono la diffusione di virus e allergeni. I dati raccolti in Italia e nel Regno Unito lo confermano: meno malattie, meno assenze, più apprendimento. È ora di investire in qualità dell’aria nelle scuole.

22 Maggio 2025, 09:21

Scuole a prova di virus e smog: i benefici dei filtri dell’aria

Uno studio condotto dal Politecnico di Milano ha fornito la prima prova sperimentale del beneficio diretto dei filtri dell’aria sulla frequenza scolastica. L’indagine, realizzata installando purificatori d’aria portatili di alta qualità in 43 aule di cinque scuole elementari, ha rilevato un aumento della presenza di 1,3 giorni per studente all’anno, pari a una riduzione del 12,5% dell’assenteismo.

Un dato significativo, considerando che si tratta di una media su centinaia di studenti. A detta della ricercatrice Stefania Renna, i dispositivi usati erano superiori ai classici filtri HEPA e hanno dimostrato l’efficacia di un’azione concreta e a basso impatto sulle condizioni ambientali interne alle classi.

Filtri dell’aria: una barriera contro virus, polveri e pollini

L’aria che respiriamo nelle aule scolastiche può essere contaminata da inquinanti invisibili, pollini allergenici o agenti patogeni come virus e batteri. I purificatori d’aria agiscono come una barriera silenziosa ma potente: nello studio del Politecnico, è stata registrata una riduzione del 32% del particolato fine (PM2.5), una delle componenti più nocive dell’inquinamento atmosferico.

Anche se non è ancora chiaro quale tra i fattori – virus, polline o polveri sottili – abbia inciso maggiormente sul miglioramento delle presenze, è plausibile che l’effetto positivo derivi dalla loro combinazione. In ogni caso, garantire un’aria più pulita significa offrire un ambiente scolastico più salubre, con effetti positivi sia sul benessere fisico che su quello cognitivo degli studenti.

Prevenire la diffusione di malattie respiratorie

L’esperienza della pandemia ha evidenziato il ruolo centrale della qualità dell’aria negli spazi chiusi. Filtri dell’aria ad alta efficienza si sono dimostrati strumenti efficaci per ridurre la circolazione dei virus respiratori. Un precedente studio nel Regno Unito (2021-2022) ha mostrato che l’uso di filtri HEPA ha portato a un calo del 20% dei giorni di malattia dovuti al Covid-19.

Interventi simili potrebbero avere un impatto anche su altre malattie stagionali, come l’influenza o il raffreddore, con il duplice vantaggio di tutelare la salute pubblica e ridurre l’interruzione dell’attività scolastica. Installare filtri dell’aria significa, in sostanza, rendere le scuole più resilienti a future ondate epidemiche.

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Un investimento intelligente per città ad alto inquinamento

In contesti urbani ad alto tasso di smog, dove le particelle inquinanti tendono a ristagnare per via della conformazione geografica, i filtri dell’aria rappresentano un investimento strategico. Sebbene l’efficacia dei dispositivi possa essere limitata in giornate con picchi di inquinamento molto alti – come ha notato lo stesso team di ricerca del Politecnico – resta comunque evidente il loro contributo positivo nelle condizioni ordinarie.

Rafforzare le scuole con sistemi di filtraggio è una scelta lungimirante, soprattutto in vista dei cambiamenti climatici e delle crisi ambientali in aumento. Non si tratta solo di un intervento tecnico, ma di una misura di equità sociale: garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dal quartiere in cui vivono, un’aria migliore per crescere e imparare.