Inquinamento atmosferico: 18 città italiane già oltre i limiti. L’allarme del nuovo report ISDE

Il nuovo report ISDE rivela che 18 città italiane hanno già superato i limiti di inquinamento per il 2025. Scopri quali sono e le implicazioni per la salute pubblica.

11 Giugno 2025, 13:30

Inquinamento atmosferico: 18 città italiane già oltre i limiti. L’allarme del nuovo report ISDE

Il report pubblicato da ISDE Italia (Medici per l’Ambiente) nel 2025 lancia un allarme inequivocabile: sono già 18 le città italiane che hanno superato i limiti annui di legge per le concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto. Un dato preoccupante, che mette in evidenza una crisi ambientale e sanitaria sempre più difficile da ignorare. 

Nel mirino soprattutto i livelli di PM10, PM2.5 e NO₂, inquinanti legati principalmente al traffico veicolare, al riscaldamento domestico e alle attività industriali. Ma a preoccupare è soprattutto l’impatto sulla salute pubblica: secondo studi scientifici consolidati, l’inquinamento atmosferico è responsabile di decine di migliaia di morti premature ogni anno in Italia. 

I dati del report ISDE: dove si respira peggio 

Le città che hanno già superato i limiti previsti dalla normativa europea e dalle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono concentrate soprattutto nella Pianura Padana e nei grandi agglomerati urbani. In queste aree, la conformazione geografica sfavorevole, unita a traffico intenso e scarse politiche ambientali, contribuisce al ristagno di agenti inquinanti. 

Tra le città più colpite spiccano Milano, Torino, Brescia, Padova, Verona, Bologna, ma anche centri medi come Frosinone, Terni e Pavia. Alcune hanno registrato livelli di PM10 superiori alle 35 giornate consentite in un anno già nei primi mesi del 2025. 

L’inquinamento uccide: cosa dice la scienza 

Numerosi studi, tra cui quelli pubblicati su riviste come The Lancet Planetary Health e Environmental Health Perspectives, confermano che l’inquinamento atmosferico è uno dei principali fattori di rischio per la salute pubblica. 

Ecco alcuni dati chiave

  • Il PM2.5 (polveri sottili con diametro inferiore a 2,5 micron) penetra in profondità nei polmoni e raggiunge il sangue, contribuendo a malattie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche. 
  • L’esposizione prolungata a NO₂ (biossido di azoto), tipico dei gas di scarico, è legata a bronchiti croniche, asma e ridotta funzionalità polmonare, soprattutto nei bambini. 
  • L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) stima che in Italia si contino oltre 47.000 morti premature all’anno a causa del solo PM2.5. 

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Le linee guida dell’OMS: limiti più stringenti, ma ancora lontani 

Nel 2021 l’OMS ha aggiornato le proprie linee guida sulla qualità dell’aria, riducendo drasticamente i valori soglia considerati sicuri: 

  • PM2.5: massimo 5 µg/m³ annui (rispetto ai 25 previsti dalla normativa UE) 
  • NO₂: massimo 10 µg/m³ (contro i 40 µg/m³ della legislazione europea) 

Le 18 città citate nel report ISDE non superano solo i limiti normativi attuali, ma spesso anche questi valori raccomandati dall’OMS, con gravi conseguenze sul lungo periodo. 

L’impatto sanitario: patologie e costi nascosti 

L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale: è un problema di salute pubblica e un costo economico enorme per il Sistema Sanitario Nazionale. 

Tra le principali malattie legate all’esposizione cronica agli inquinanti atmosferici: 

  • Ictus e infarto miocardico 
  • Tumori polmonari 
  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) 
  • Sviluppo neurologico alterato nei bambini 
  • Aumento del rischio di demenza negli anziani 

Uno studio condotto da ISDE in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che ogni anno si potrebbero risparmiare oltre 1,5 miliardi di euro in spese sanitarie se venissero rispettati i limiti dell’OMS. 

Cosa serve per ridurre l’inquinamento? 

Secondo ISDE e le principali organizzazioni scientifiche, ridurre l’inquinamento atmosferico è possibile, ma serve un impegno concreto a più livelli: 

  • Mobilità sostenibile: potenziamento del trasporto pubblico, zone a basse emissioni (LEZ), incentivi per veicoli elettrici. 
  • Riscaldamento domestico efficiente: sostituzione delle caldaie a combustibili fossili con pompe di calore o sistemi ibridi. 
  • Industria green: transizione verso fonti rinnovabili e processi meno inquinanti. 
  • Pianificazione urbana: aumento delle aree verdi, riduzione del traffico nei centri cittadini. 

Il ruolo dei cittadini: informarsi e agire 

Anche i cittadini possono contribuire con piccoli gesti quotidiani: 

  • Usare mezzi pubblici o la bici, ridurre l’uso dell’auto privata 
  • Evitare combustioni domestiche non necessarie 
  • Monitorare i livelli di inquinamento tramite app come Plume Labs o ARPAL 

L’inquinamento atmosferico non è un destino inevitabile, ma una questione di scelte politiche e culturali. E i dati del report ISDE sono un campanello d’allarme che non possiamo più permetterci di ignorare. 

Il nuovo report ISDE ci ricorda che respirare aria pulita è un diritto, non un privilegio. Serve un cambio di passo deciso, basato su evidenze scientifiche e sull’urgenza di tutelare la salute pubblica. 

Le città italiane devono trasformarsi: da epicentri di smog a modelli di sostenibilità e resilienza. E per farlo, serve la volontà congiunta di amministratori, cittadini e istituzioni.