Inquinamento atmosferico a Caserta: situazione attuale, cause e prospettive di miglioramento
Analisi dettagliata della qualità dell’aria a Caserta. Scopri i livelli di inquinamento e smog, le principali fonti di emissioni e le misure adottate per migliorare la situazione ambientale.
25 Luglio 2025, 08:00

Sommario
La qualità dell’aria a Caserta continua a destare preoccupazione. Secondo i dati recenti della piattaforma IQAir, l’indice di qualità dell’aria (AQI) si mantiene costantemente sopra i livelli consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con concentrazioni di PM2.5 superiori ai 9 µg/m³, quasi il doppio rispetto al valore soglia raccomandato.
Il rapporto “Mal’Aria di città 2024” di Legambiente ha posto la Campania tra le regioni italiane con le maggiori criticità: 8 città campane, tra cui Caserta, hanno superato i limiti di PM10 per oltre 35 giorni nel corso dell’anno. Questo valore rappresenta la soglia legale stabilita dalla normativa UE e nazionale.
Caserta tra le città meno vivibili secondo il Sole 24 Ore
Nell’ultima classifica dell’Indice del clima 2024 pubblicata dal Sole 24 Ore, Caserta si è classificata agli ultimi posti tra i capoluoghi italiani. I fattori presi in considerazione includono l’inquinamento atmosferico, la frequenza di ondate di calore, l’escursione termica e la ventilazione naturale, tutte condizioni che aggravano la permanenza degli inquinanti nell’aria.
La città è risultata penalizzata soprattutto per la scarsa qualità dell’aria urbana, che si somma a una gestione del verde urbano ancora inadeguata e alla mancanza di politiche strutturali per la riduzione delle emissioni.
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Le principali fonti di smog e polveri sottili in città
L’inquinamento atmosferico a Caserta deriva da una combinazione di fattori, tra cui:
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Traffico urbano intenso, con un parco auto obsoleto e un uso limitato del trasporto pubblico;
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Riscaldamento domestico inefficiente, ancora basato su combustibili fossili e caldaie a basso rendimento;
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Attività industriali e impianti artigianali nel casertano, spesso poco controllati;
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Cantieri edili e movimentazione di materiali in aree urbane e periurbane;
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Carente ventilazione atmosferica, che rallenta la dispersione delle polveri sottili.
L’area del Lo Uttaro, per esempio, è da anni segnalata da Legambiente come sito critico per le emissioni diffuse, complice una bonifica mai completata e nuovi progetti contestati dalla cittadinanza.
Effetti sulla salute e rischi a lungo termine
L’alta concentrazione di PM10 e PM2.5 ha conseguenze dirette sulla salute dei cittadini. Secondo l’OMS e l’ISS, l’esposizione prolungata a questi inquinanti è legata a:
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Malattie respiratorie croniche (asma, bronchiti, BPCO);
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Patologie cardiovascolari;
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Tumori polmonari;
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Complicanze in gravidanza e sviluppo infantile.
A Caserta, in particolare, le fasce più deboli (anziani, bambini e soggetti fragili) risultano le più esposte, anche per via della scarsa informazione pubblica e della mancanza di allerta preventiva durante i picchi.
Le iniziative di Legambiente Caserta e il ruolo della cittadinanza
Legambiente Caserta svolge da anni un ruolo fondamentale nel monitoraggio ambientale e nella sensibilizzazione. Tra le iniziative più recenti:
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Campagne di rilevazione autonoma del PM in scuole e parchi;
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Denunce pubbliche contro la speculazione edilizia e l’espansione incontrollata delle aree industriali;
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Manifestazioni cittadine, come quella del 24 maggio 2025, in cui centinaia di cittadini hanno chiesto bonifiche urgenti e un piano urbano verde;
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Collaborazioni con scuole e associazioni per progetti di educazione ambientale.
Cosa può fare l’amministrazione: proposte e soluzioni possibili
Per ridurre concretamente l’inquinamento atmosferico, gli esperti propongono:
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ZTL e pedonalizzazioni nel centro urbano, per ridurre il traffico e favorire la mobilità dolce;
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Incentivi alla sostituzione delle caldaie con impianti a basse emissioni;
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Potenziamento del trasporto pubblico, anche intercomunale, per limitare l’uso dell’auto privata;
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Piani di forestazione urbana, in linea con il Green Deal europeo;
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Controlli ambientali regolari su attività industriali e artigianali.
Obiettivi europei e il rischio di sanzioni
Il Piano Aria Nazionale prevede che città come Caserta riducano del 50% i livelli di PM10 entro il 2030, in linea con le direttive UE. Tuttavia, la mancata adozione di misure strutturali può esporre l’Italia a sanzioni europee e ridurre l’accesso ai fondi di transizione ecologica. Caserta, come parte integrante della strategia regionale, dovrà quindi dotarsi di piani locali per la qualità dell’aria, con obiettivi misurabili e calendarizzati.