Inquinamento atmosferico a Pescara: la situazione

Secondo il rapporto Mal’Aria di Legambiente tra le città abruzzesi nei limiti di legge per inquinamento, a Pescara ci sono le maggiori criticità per PM10 e PM2.5

11 Ottobre 2024, 15:21

Inquinamento atmosferico a Pescara: la situazione

L’Abruzzo non è in nessuna delle classifiche “peggiori” di Legambiente con il rapporto Mal’Aria 2023. A livello regionale, tuttavia, Pescara è la città capoluogo con più criticità.

L’indagine Legambiente ha rilevato le concentrazioni polveri sottili (PM10 e PM2.5) e del biossido di azoto (No2) registrate dalle centraline di monitoraggio. Dalle analisi è emerso che nel 2023 sono state 18 le città italiane a non rispettare il limite previsto per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (μg/mc). A guidare la classifica c’è Frosinone con ben 70 giorni.

PM10: in Abruzzo solo L’Aquila rispetta i valori suggeriti dall’OMS

Per quanto riguarda le medie annuali c’è da dire che nessuna delle 98 città capoluogo di provincia, sempre in riferimento al PM10, ha superato il limite normativo (40 microgrammi a metro cubo). Il report di Legambiente non registra netti miglioramenti, rispetto agli anni passati, ma rileva una fase di stallo e staticità.

Da sottolineare, sempre per quanto riguarda il PM10, che solo il 31% e cioè 30 città su 98 rispettano attualmente quelli che saranno i limiti previsti a partire dal 2030 (20 microgrammi per metro cubo come media annuale) con una sola eccezione abruzzese e cioè L’Aquila. La città rispetta i valori suggeriti dall’OMS che nel 2035 potrebbero diventare vincolanti (9 microgrammi per metro cubo per il capoluogo abruzzese a fronte del limite di 10).

Per il PM2.5 la situazione è analoga: solo 14 città sulle 87 rispettano il valore previsto al 2030 dalla nuova direttiva (10 μg/mc come media annuale). Per l’No2 su 91 città analizzate, solo il 50% (45 su 91) rientra nei nuovi limiti previsti (20 μg/mc come media annuale) e solo 7 rispettano quelli dell’OMS.

A Pescara le maggiori criticità per PM10 e PM2.5

Guardando a Pescara, dove resta la criticità maggiore, la media annuale di PM10 nel 2023 è stata di 22 microgrammi a metro cubo con una previsione di diminuzione di concentrazione che dovrebbe essere del 9%. Per quanto riguarda il PM2.5 la media annuale è stata di 13 microgrammi a metro cubo. Raggiungere quel meno 20% sarà molto difficile. Nella norma invece il biossido di azoto con una media di 20 microgrammi a metro cubo.

Legambiente nel report Mal’Aria, ricorda quanto possano essere dannosi i parametri considerati. Secondo le stime dell’Agenzia europea dell’Ambiente nel 2021 in Europa sono state registrate circa 253mila morti premature a causa del PM2.5 con l’Italia seconda nella classifica con 46mila 800 decessi. L’esposizione eccessiva al biossido di azoto può invece causare problemi all’apparato respiratorio e alle mucose: l’Agenzia a questo attribuisce 11mila 300 morti in Italia.

Aria Pulita è l’azione collettiva nata per tutelare il tuo Diritto alla Salute e per sensibilizzare le Istituzioni ad adottare azioni concrete per ridurre l’inquinamento, offrendoti supporto per chiedere un risarcimento per gli anni in cui hai vissuto in aree inquinate. Registrati gratis e scopri come possiamo aiutarti.

Inquinamento a Pescara, virus e batteri prediligono bambini e fragili

Il dottor Gaetano Silvestre, ex direttore Divisione Malattie Respiratorie e Allergiche Pediatriche dell’ospedale di Pescara, ha lanciato l’allarme sui rischi per i bambini e le persone fragili derivanti dall’inquinamento dell’aria a Pescara.

Nell’area metropolitana Pescara-Chieti, in generale, il tasso degli inquinanti è molto elevato. L’aria in questa zona è spesso scadente, soprattutto in condizioni atmosferiche di totale assenza di vento e di pioggia che fanno ristagnare l’aria facilitando la diffusione di virus e batteri.

La zona residenziale della Pineta di Pescara, da sempre nota come “il polmone d’ossigeno della città” per la buona qualità dell’aria è diventata una zona con elevato tasso di inquinamento. Il medico evidenzia che le condizioni ambientali sfavorevoli provocano patologie respiratorie e allergiche, soprattutto nei bambini perché strettamente correlate all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici. “Fattori scatenanti come pollini, muffe e smog, aumentano e inducono tosse stizzosa, rinite e asma soprattutto nei bambini predisposti per una serie di condizioni: anatomiche, immunitarie e allergiche” precisa.

Pescara, l’impatto dell’inquinamento sull’apparato respiratorio

“L’OMS – ha evidenziato il dottor Silvestre – ha calcolato che il rischio di mortalità nei bambini per cause respiratorie legate all’inquinamento sia cresciuto dell’1%. L’inquinamento associato ad altri fattori di rischio quali: le infezioni respiratorie virali, le sostanze allergizzanti aeree (acari, pollini, muffe) e il fumo agiscono in modo sinergico favorendo le patologie respiratorie. Ed anche una maggiore persistenza di sintomi quali tosse, bronchiti ricorrenti ed episodi di dispnea (affanno respiratorio) con ridotta risposta ai farmaci. Recenti studi dimostrano come le patologie respiratorie siano più frequenti nelle città a maggiore tasso di inquinamento”.

Il legame tra i livelli di inquinamento atmosferico e le patologie respiratorie è ben noto. Da alcuni studi è emerso, inoltre, che il rischio di sviluppare asma sia maggiore per le persone che vivono nelle vicinanze di una strada ad elevato traffico veicolare.