L’inquinamento ci rende più stupidi? Scopri la verità

Scopri come l’inquinamento atmosferico può influenzare le capacità cognitive. Studi recenti rivelano i rischi per la memoria e l’attenzione.

24 Aprile 2025, 13:18

L’inquinamento ci rende più stupidi? Scopri la verità

Che l’inquinamento atmosferico faccia male ai polmoni e al cuore lo sappiamo da tempo. Ma che possa nuocere anche al cervello e compromettere la memoria, l’attenzione e le capacità cognitive? È una verità che sta emergendo sempre più chiaramente dagli studi scientifici degli ultimi anni. E la domanda provocatoria — “l’inquinamento ci rende più stupidi?” — non è più solo una battuta da bar, ma un tema di ricerca che preoccupa medici, scienziati e istituzioni sanitarie. 

L’evidenza scientifica: i danni cognitivi dell’aria inquinata 

Uno dei primi studi che ha acceso i riflettori su questo tema è stato pubblicato nel 2018 su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team di ricercatori cinesi. Analizzando i dati cognitivi di oltre 20.000 individui nel corso di quattro anni, è emerso che l’esposizione prolungata a livelli elevati di inquinanti atmosferici — in particolare biossido di azoto (NO₂) e polveri sottili (PM2.5) — è associata a un calo significativo delle prestazioni in test verbali e matematici. 

I ricercatori hanno osservato che l’impatto è maggiore negli uomini, negli anziani e nelle persone con basso livello d’istruzione. Un dato che ha suggerito la possibilità di un effetto cumulativo nel tempo. 

I bambini: il gruppo più a rischio 

Ancora più allarmanti sono gli effetti dell’inquinamento sulla mente in fase di sviluppo. Uno studio del 2020 pubblicato su Environmental Health Perspectives ha evidenziato che i bambini che crescono in aree urbane ad alta concentrazione di PM2.5 mostrano punteggi più bassi nei test cognitivi, in particolare in memoria a breve termine e attenzione sostenuta. 

Un altro studio, condotto a Barcellona e pubblicato su Nature Neuroscience, ha monitorato oltre 3.700 alunni tra i 7 e i 10 anni. I bambini che frequentavano scuole vicine a strade trafficate o con scarsa qualità dell’aria mostravano una maturazione più lenta delle funzioni cognitive esecutive, ovvero quelle legate alla pianificazione, al controllo delle emozioni e al ragionamento. 

Il legame con l’Alzheimer e le malattie neurodegenerative 

Secondo un’indagine pubblicata su The Lancet Planetary Health, l’esposizione cronica agli inquinanti atmosferici non solo danneggia le funzioni cognitive nel breve termine, ma potrebbe favorire anche lo sviluppo di patologie neurodegenerative. Le particelle ultrafini presenti nell’aria, infatti, possono attraversare la barriera ematoencefalica e innescare processi infiammatori nel cervello. 

Uno studio canadese del 2017, pubblicato su The Lancet, ha rilevato un aumento del rischio di Alzheimer del 12% tra chi vive entro 50 metri da strade ad alto traffico rispetto a chi vive in zone più periferiche e meno inquinate. 

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I meccanismi biologici dietro il fenomeno 

Ma come può l’aria inquinata compromettere le nostre capacità mentali? I meccanismi individuati dalla ricerca sono diversi: 

  • Infiammazione cerebrale: le polveri fini e gli ossidi di azoto possono attivare la microglia, le cellule immunitarie del cervello, portando a neuroinfiammazione. 
  • Stress ossidativo: gli inquinanti inducono la produzione di radicali liberi che danneggiano i neuroni. 
  • Ipossia: l’inquinamento può ridurre la disponibilità di ossigeno ai tessuti cerebrali. 
  • Alterazione della connettività cerebrale: alcune ricerche tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI) mostrano una riduzione della comunicazione tra le diverse aree cerebrali in soggetti esposti a inquinamento. 

Un impatto anche sull’umore 

Oltre alla cognizione, l’inquinamento atmosferico è stato associato a un aumento del rischio di disturbi dell’umore e depressione. Uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry ha mostrato che vivere in ambienti con alta concentrazione di particolato è correlato a un’incidenza maggiore di sintomi depressivi, soprattutto negli adolescenti. 

Che cosa possiamo fare? 

Ridurre l’impatto dell’inquinamento sull’intelligenza individuale e collettiva richiede un approccio multilivello: 

  • Politiche pubbliche: potenziamento della mobilità sostenibile, riduzione del traffico veicolare, limiti più severi sulle emissioni industriali. 
  • Tecnologie domestiche: utilizzo di purificatori d’aria, attenzione alla ventilazione degli ambienti interni. 
  • Stili di vita: evitare attività all’aperto nelle ore di massimo traffico, preferire percorsi meno inquinati, consumare cibi ricchi di antiossidanti. 
  • Educazione ambientale: promuovere una cultura della prevenzione, soprattutto tra le fasce più giovani. 

L’inquinamento atmosferico non è soltanto una minaccia per i nostri polmoni, ma anche per il nostro cervello. E non si tratta più di semplici ipotesi, ma di un corpus crescente di prove scientifiche che mostrano come vivere in ambienti inquinati possa compromettere la nostra lucidità, memoria, capacità di apprendimento e persino la salute mentale. 

In un’epoca in cui l’intelligenza collettiva dovrebbe guidare le scelte ambientali, è paradossale scoprire che proprio l’aria che respiriamo potrebbe indebolire il nostro pensiero. Forse è davvero il momento di dare respiro non solo al pianeta, ma anche alla nostra mente.