Inquinamento e obesità: lo studio dell’Università di Zurigo
Lo studio svizzero mostra come rumore e smog urbano alterano ormoni e sonno, aumentando il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
6 Novembre 2025, 09:00

Sommario
L’inquinamento atmosferico è noto per gli effetti negativi sul sistema respiratorio e cardiovascolare, ma nuove evidenze scientifiche suggeriscono un legame anche con disturbi metabolici come obesità e diabete. Un recente studio condotto dall’Università di Zurigo ha analizzato in profondità questa correlazione, rivelando che l’esposizione prolungata a particelle sottili (PM2,5) e biossido di azoto (NO₂) può alterare il metabolismo e favorire l’aumento di peso.
I dati dello studio
I ricercatori svizzeri hanno analizzato migliaia di dati clinici, integrando informazioni ambientali con parametri di salute metabolica, tra cui:
- indice di massa corporea (BMI);
- circonferenza vita;
- livelli di glicemia e insulina.
I risultati hanno mostrato una correlazione significativa tra livelli elevati di inquinanti atmosferici e incremento del BMI e del rischio di insulino-resistenza. In altre parole, chi vive in zone più inquinate è più soggetto a sviluppare obesità e diabete di tipo 2, indipendentemente da altri fattori come dieta o attività fisica.
Come l’inquinamento influenza il metabolismo
Secondo lo studio dell’Università di Zurigo, le particelle inquinanti possono agire sul corpo umano attraverso diversi meccanismi:
- Infiammazione cronica: l’esposizione prolungata a PM2,5 stimola la produzione di citochine infiammatorie, che interferiscono con il metabolismo dei lipidi e la sensibilità all’insulina.
- Stress ossidativo: le particelle atmosferiche generano radicali liberi, danneggiando cellule e tessuti e alterando la regolazione della glicemia.
- Alterazioni ormonali: l’inquinamento può influenzare gli ormoni coinvolti nella regolazione dell’appetito e del deposito di grasso.
Questi meccanismi combinati creano un terreno favorevole allo sviluppo di obesità e diabete, anche in individui che non presentano altri fattori di rischio evidenti.
Implicazioni per la salute pubblica
I risultati dello studio svizzero hanno importanti conseguenze per la salute pubblica:
- La qualità dell’aria diventa un fattore determinante non solo per polmoni e cuore, ma anche per la prevenzione di malattie metaboliche.
- Le politiche di riduzione delle emissioni industriali e dei veicoli a combustione interna possono avere un impatto diretto sulla riduzione dell’incidenza di obesità e diabete.
- La consapevolezza individuale sull’inquinamento e la salute metabolica può guidare comportamenti più protettivi, come limitare l’esposizione nelle ore di picco dell’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria indoor.
Strategie di prevenzione
Per ridurre il rischio legato all’inquinamento atmosferico, gli esperti suggeriscono:
- Ridurre l’esposizione diretta: evitare aree trafficate durante le ore di punta, utilizzare mascherine filtranti se necessario e preferire percorsi verdi.
- Migliorare la qualità dell’aria domestica: filtri HEPA, piante depurative e ventilazione controllata possono ridurre l’esposizione quotidiana.
- Promuovere stili di vita sani: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e monitoraggio dei parametri metabolici possono mitigare gli effetti dell’inquinamento sul metabolismo.
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Cosa abbiamo imparato
Lo studio dell’Università di Zurigo conferma che l’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio non solo per malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche per obesità e diabete. Proteggere la qualità dell’aria diventa quindi una priorità non solo ambientale, ma anche sanitaria, con ricadute dirette sulla prevenzione delle malattie metaboliche a livello globale.
Investire in aria pulita significa investire nella salute metabolica della popolazione, riducendo l’incidenza di disturbi che oggi rappresentano una delle principali emergenze sanitarie mondiali.