Bari soffoca nello smog: un’analisi tra dati, salute e speranze per il futuro
Analisi dettagliata della qualità dell’aria a Bari. Scopri i livelli di inquinamento e smog, le principali fonti di emissioni e le misure adottate per migliorare la situazione ambientale.
11 Luglio 2025, 10:01

Sommario
Bari è una città in bilico tra due anime. Da una parte, il fascino della costa adriatica, il calore dei suoi abitanti e il fermento culturale che la rende una delle città più vivaci del Sud Italia. Dall’altra, un problema silenzioso ma costante: l’inquinamento dell’aria. Negli ultimi anni, smog, polveri sottili e biossido di azoto hanno trasformato Bari in una delle città più inquinate della Puglia, sollevando domande sempre più urgenti sulla qualità della vita urbana e sulla salute pubblica.
Quando l’aria diventa un nemico invisibile
Passeggiare per il centro città, soprattutto nelle ore di punta, può diventare un’esperienza tutt’altro che salubre. Tra automobili, bus, mezzi commerciali e riscaldamenti domestici, l’aria si carica di sostanze inquinanti che si accumulano e ristagnano, soprattutto nelle giornate più fredde o senza vento. Le centraline ARPA Puglia parlano chiaro: il quartiere Murat, nel cuore della città, è tra le zone con la maggiore concentrazione di biossido di azoto (NO₂) in tutta la regione, con valori che superano i 30 µg/m³, ben oltre la media regionale.
Secondo il dossier “Mal’Aria di città” di Legambiente, anche le polveri sottili PM10 e PM2.5 spesso oltrepassano i limiti consigliati dall’OMS, fino a +150% nei momenti peggiori.
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Cosa dicono gli studi scientifici: lo smog danneggia davvero la salute?
Numerose ricerche scientifiche confermano il legame diretto tra inquinamento atmosferico e malattie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche. Uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health nel 2021 ha rilevato come l’esposizione cronica alle polveri sottili aumenti significativamente il rischio di ictus e infarto, anche a livelli considerati “moderati”.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), inoltre, ha ribadito come l’inquinamento dell’aria sia responsabile di oltre 60.000 morti premature all’anno in Italia, in larga parte concentrate nei centri urbani del Nord e del Sud, dove il traffico e le emissioni industriali si sommano a condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Nel caso specifico di Bari, si stanno conducendo analisi epidemiologiche per correlare l’andamento dei ricoveri per broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), asma e malattie coronariche con i picchi di inquinamento atmosferico.
Traffico, urbanizzazione e ritardi nelle politiche ambientali
Ma cosa rende l’aria di Bari così pesante? Le cause principali sono note:
- Traffico veicolare intenso, con una prevalenza di mezzi vecchi e diesel, spesso non soggetti a limitazioni.
- Assenza di una rete tranviaria o di trasporto rapido di massa moderno, che obbliga molti cittadini all’uso dell’auto privata.
- Urbanizzazione disordinata, che ha limitato la presenza di spazi verdi e ha favorito un microclima urbano più caldo e stagnante.
Le politiche attuate fino ad oggi si sono rivelate parziali o troppo localizzate, con ZTL limitate a poche strade del centro storico e pochi controlli sui veicoli inquinanti. L’impressione, secondo molte associazioni ambientaliste, è che manca una visione strategica e a lungo termine per rendere la città più vivibile.
I primi (piccoli) passi verso una Bari più respirabile
Negli ultimi due anni, però, qualcosa si sta muovendo:
- In via Quintino Sella è stato sperimentato un asfalto fotocatalitico, in grado di abbattere parte degli inquinanti grazie all’azione della luce solare.
- Di fronte alla stazione centrale è stato installato un “City Tree”, una struttura verde verticale che usa muschi speciali per assorbire polveri sottili e raffreddare l’aria.
- Sono previsti nuovi autobus elettrici e corsie preferenziali per i mezzi pubblici, finanziati con fondi europei.
Si tratta di segnali incoraggianti, ma ancora insufficienti rispetto all’ampiezza del problema. Molti quartieri periferici continuano a soffrire la mancanza di servizi, alberature e spazi pubblici sicuri.
Quale futuro per Bari?
La lotta allo smog non si vince con un solo provvedimento, ma con una trasformazione urbana profonda. Servono:
- ZTL estese e controlli più severi su veicoli inquinanti;
- Incentivi per la mobilità sostenibile (biciclette, car sharing, mezzi elettrici);
- Investimenti su infrastrutture verdi e energie rinnovabili;
- Un monitoraggio continuo dei dati ambientali, accessibile e comprensibile anche ai cittadini.
L’aria pulita non è un lusso, ma un diritto
Respirare aria sana dovrebbe essere scontato in una città che affaccia sull’Adriatico, e invece è diventata una sfida quotidiana. Bari ha davanti a sé una grande opportunità: trasformarsi da città affaticata dallo smog a modello di sostenibilità urbana nel Sud Italia.
La scienza ci dice che ogni grado in meno, ogni microgrammo di PM10 in meno, conta. Ora tocca alle istituzioni — e anche ai cittadini — fare la loro parte. Perché vivere bene, oggi, significa respirare bene.