Inquinamento e smog a Brescia: situazione attuale, cause e contromisure
Analisi dettagliata della qualità dell’aria a Brescia. Scopri i livelli di inquinamento e smog, le principali fonti di emissioni e le misure adottate per migliorare la situazione ambientale.
7 Novembre 2025, 09:00

Sommario
Brescia continua a confrontarsi con livelli di polveri sottili e ossidi di azoto che restano oltre le soglie consigliate per la tutela della salute. Nel 2024 la stazione più critica del capoluogo ha registrato una media annua di PM2,5 pari a circa 22 µg/m³, valore superiore agli obiettivi europei fissati per il 2030 e ben oltre le linee guida sanitarie internazionali. La città figura costantemente tra quelle più colpite d’Italia per la concentrazione di inquinanti in atmosfera, sebbene negli ultimi anni si osservi un lento trend di miglioramento.
I numeri chiave: PM10, PM2.5 e superamenti
Secondo il rapporto “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente, nel 2024 Brescia ha registrato 56 giornate di superamento del limite giornaliero di 50 µg/m³ per il PM10 alla centralina di Villaggio Sereno — ben oltre il massimo consentito di 35 giorni annui. Il rapporto evidenzia inoltre che, pur restando sotto il limite legale di 40 µg/m³ di media annua, Brescia è ancora lontana dagli standard europei futuri (20 µg/m³ entro il 2030) e dalle soglie sanitarie raccomandate (15 µg/m³).
Principali fonti di emissione in area bresciana
L’inquinamento atmosferico nel territorio bresciano deriva da una combinazione di fattori strutturali:
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Traffico veicolare intenso, con un parco mezzi ancora ricco di veicoli diesel e commerciali leggeri datati;
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Riscaldamento domestico e civile, spesso basato su caldaie obsolete e biomasse non efficienti;
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Attività industriali e logistiche, che contribuiscono in modo rilevante alle emissioni di particolato e ossidi di azoto;
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Condizioni meteorologiche e morfologia della Pianura Padana, che limitano la dispersione degli inquinanti e favoriscono la stagnazione atmosferica.
La provincia di Brescia risente inoltre di un effetto cumulativo con le aree industriali e urbane vicine (Milano, Bergamo, Verona), che contribuiscono a un bacino di inquinamento condiviso a scala padana.
I dati nel contesto nazionale
Secondo il Rapporto di Legambiente, nel 2024 25 città italiane hanno superato il limite di 35 giornate oltre soglia per il PM10. Brescia figura in questa lista insieme ad altri centri dell’area padana, confermando come il problema resti concentrato nel Nord Italia. La velocità di riduzione degli inquinanti resta troppo lenta: negli ultimi dieci anni il calo medio del PM10 in città è stato stimato intorno al 3% annuo, un ritmo insufficiente per raggiungere i nuovi obiettivi europei entro il 2030. Serviranno interventi strutturali più incisivi e coordinati.
Impatti sulla salute e sull’ambiente
L’esposizione prolungata a PM2.5 e NO₂ incide sulla salute respiratoria e cardiovascolare, aumentando il rischio di patologie croniche e riducendo l’aspettativa di vita media. Le giornate di forte smog generano inoltre un peggioramento acuto dei sintomi per soggetti fragili, anziani e bambini. A livello ambientale, la presenza persistente di inquinanti causa fenomeni di deposizione acida, compromette la qualità del suolo e danneggia vegetazione e biodiversità nelle aree urbane e periurbane.
Politiche e interventi locali in corso
Negli ultimi anni il Comune e la Regione hanno avviato diverse misure per migliorare la qualità dell’aria:
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Piani Aria e Clima aggiornati, con restrizioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti e incentivi alla sostituzione di caldaie;
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Investimenti nel trasporto pubblico e infrastrutture per la mobilità elettrica;
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Interventi per la decarbonizzazione industriale e per l’efficienza energetica degli edifici;
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Monitoraggio ambientale potenziato, con nuove centraline e sistemi di allerta per i giorni critici.
Nonostante gli sforzi, il divario rispetto ai target europei resta consistente e richiederà una strategia condivisa con i territori limitrofi della Pianura Padana.
Le priorità per il futuro
Le misure più urgenti individuate comprendono:
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accelerare la transizione dei trasporti verso elettrico e ibrido;
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ridurre le emissioni da riscaldamento domestico con incentivi per pompe di calore e teleriscaldamento efficiente;
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promuovere zone a basse emissioni (LEZ) e aree verdi urbane;
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rafforzare la collaborazione interregionale per una governance integrata della qualità dell’aria;
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sviluppare sistemi di comunicazione pubblica che informino in tempo reale sui livelli di smog e sui comportamenti da adottare.
Il contributo e il ruolo dei cittadini
Anche le azioni individuali sono determinanti: usare il trasporto pubblico, limitare gli spostamenti in auto, scegliere fonti di riscaldamento pulite, evitare combustioni all’aperto e adottare comportamenti energetici sostenibili. Durante le giornate con valori elevati di PM10 è consigliabile evitare attività fisica intensa all’aperto, specialmente per bambini e anziani.
Brescia verso un’aria più pulita
Il quadro di Brescia resta critico ma non immutabile. I dati del 2024 mostrano un inquinamento ancora lontano dagli standard europei, ma anche segnali di lenta evoluzione positiva. Il futuro dipenderà dalla capacità di rendere strutturali le politiche avviate e dal coinvolgimento della cittadinanza. Solo con un approccio integrato — che unisca interventi su traffico, energia, edilizia e industria — sarà possibile garantire un’aria più sana e città più vivibili.