Nature Restoration Law: approvata a sorpresa, di cosa si tratta?

La prima legge europea sulla salvaguardia del Pianeta Terra è stata approvata. Di cosa si tratta? Cosa prevede? Ecco l’approfondimento a tal proposito

10 Luglio 2024, 14:19

Nature Restoration Law: approvata a sorpresa, di cosa si tratta?

La Nature Restoration Law è una normativa recentemente approvata dall’Unione Europea, il cui obiettivo principale è il ripristino e la conservazione degli ecosistemi naturali degradati entro il 2050. Questa legge rappresenta una svolta significativa nelle politiche ambientali europee, poiché si propone di affrontare direttamente il problema della perdita di biodiversità e del degrado degli habitat naturali 

Qual è l’origine della Nature Restoration Law? 

Il 22 giugno 2022, la Commissione Europea ha iniziato il processo legislativo con una proposta di legge mirata alla restaurazione della natura, con l’obiettivo di favorire il recupero a lungo termine degli ecosistemi danneggiati nelle zone terrestri e marine dell’UE. Questa normativa è essenziale per raggiungere gli obiettivi comunitari riguardanti il clima e la biodiversità e si basa su un percorso iniziato oltre trent’anni fa con la prima conferenza mondiale dei leader mondiali sull’ambiente, che si è svolta a Rio de Janeiro nel giugno 1992 durante il Summit della Terra. 

La legge si inserisce anche nel contesto normativo attualmente in evoluzione in Europa, in linea con la Strategia Europea per la Biodiversità e, soprattutto, con il Green Deal europeo. Quest’ultimo, avviato nel 2019, è un piano ambizioso volto a fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050. La strategia mira a rendere l’economia sostenibile, promuovere l’uso efficiente delle risorse, contrastare i cambiamenti climatici causati dall’uomo e porre fine alla perdita di biodiversità. 

Si tratta di una legge necessaria 

I cambiamenti climatici e il deterioramento dell’ambiente rappresentano una grave minaccia sia per l’Europa che per il mondo intero. Nonostante le varie iniziative a livello internazionale ed europeo, la perdita di biodiversità e il deterioramento degli ecosistemi continuano a un ritmo preoccupante, causando danni a persone, economia e clima. Lo sfruttamento eccessivo dei sistemi naturali ha inoltre portato a un incremento degli eventi meteorologici estremi. La scarsità di risorse ha anche ripercussioni geopolitiche. 

Sebbene l’Europa cerchi di proteggere specie e habitat da decenni, i miglioramenti sono stati minimi. L’obiettivo volontario di ripristinare almeno il 15% degli ecosistemi degradati non è stato raggiunto. Le stime recenti mostrano che l’80% degli habitat naturali sono in condizioni critiche, il 10% delle specie di api e farfalle rischiano l’estinzione, e il 70% dei suoli è in condizioni malsane. Per questo motivo, era necessario e urgente adottare una normativa più rigorosa. 

Il quotidiano The Guardian ha descritto l’accordo raggiunto a Bruxelles come un passo storico per la protezione della natura in Europa. Tuttavia, i gruppi politici più esigenti hanno ritenuto che il testo fosse stato depotenziato rispetto alla versione iniziale, che era considerata troppo vincolante e penalizzante per agricoltori, pescatori e autorità locali in aree densamente popolate. È ormai provato che il ripristino degli ecosistemi agricoli ha effetti positivi sulla produttività alimentare a lungo termine. Inoltre, il World Economic Forum stima che oltre la metà del PIL globale dipende dalla natura, il che significa che il deterioramento degli ambienti naturali si riflette negativamente anche sulla nostra economia e salute. La Commissione Europea calcola che ogni euro investito nella restaurazione dei terreni genererebbe un ritorno economico compreso tra 8 e 38 euro; inoltre, i benefici complessivi derivanti dal ripristino di torbiere, paludi, foreste, praterie, fiumi, laghi e zone umide costiere possono essere stimati in circa 1860 miliardi di euro. 

Si prevedono vantaggi significativi anche per gli ecosistemi marini e urbani, le foreste, gli agroecosistemi e per il ripristino degli impollinatori. Ad esempio, il valore dell’impollinazione delle colture da parte degli insetti è stimato in circa 5 miliardi di euro all’anno nell’UE. 

Quali sono i punti salienti della normativa? 

La legge nasce con l’intento del ripristino degli ecosistemi e mira a lavorare ad almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e l’80% entro il 2050. Questo include foreste, zone umide, praterie, fiumi, laghi e habitat costieri. Con riguardo alla salvaguardia della biodiversità si prevede di migliorare lo stato di conservazione di almeno il 30% delle specie e degli habitat protetti dall’UE entro il 2030. Inoltre, la legge pone particolare enfasi sulla protezione e il ripristino degli ecosistemi marini, inclusi habitat come le praterie di fanerogame marine e le barriere coralline. 

All’interno della normativa sono poi previste delle misure specifiche come la riforestazione e il ripristino delle foreste, tramite la promozione di azioni di piantumazione e miglioramento della gestione forestale per aumentare la copertura arborea e la biodiversità. Sono previste misure per il ripristino delle zone umide, cruciali per la conservazione di numerose specie e per la regolazione del ciclo dell’acqua e si promuovono pratiche agricole sostenibili e il ripristino di aree agricole degradate per favorire la biodiversità e la salute del suolo. 

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I benefici attesi 

Tra i benefici attesi, vanno annoverati certamente: la mitigazione del cambiamento climatico, il rafforzamento della resilienza degli ecosistemi, il valore economico e sociale dell’ambiente naturale risanato, l’impegno internazionale per la salvaguardia della biodiversità.  

La restaurazione degli ecosistemi può contribuire significativamente all’assorbimento di CO₂, aiutando a mitigare il cambiamento climatico. Ecosistemi sani e diversificati sono più resilienti ai cambiamenti climatici e ad altri stress ambientali. Allo stesso tempo, un ambiente naturale sano può migliorare la qualità della vita, offrire nuove opportunità economiche e sostenere il turismo ecologico. L’Europa sta affrontando una crisi della biodiversità con un tasso di estinzione delle specie senza precedenti, dovuto a fattori come l’urbanizzazione, l’agricoltura intensiva e il cambiamento climatico. La legge si allinea con gli impegni internazionali dell’UE, come l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ma soprattutto l’impegno per l’ambiente e gli obiettivi climatici che l’Unione Europea si è prefissata come mission.  

La legge ha suscitato alcune critiche, soprattutto da parte di settori economici che temono restrizioni e costi aggiuntivi. Alcuni agricoltori e gruppi industriali hanno espresso preoccupazioni per l’impatto economico delle misure di conservazione. Sarà cruciale garantire un’implementazione efficace e il monitoraggio dei progressi per raggiungere gli obiettivi prefissati. 

Inoltre, l’Italia, con la sua ricca biodiversità e varietà di habitat, gioca un ruolo chiave nella conservazione della natura in Europa. La legge richiederà azioni concertate a livello nazionale per adattare le politiche di gestione del territorio e promuovere il ripristino degli ecosistemi. 

La legge che segna una nuova era 

Questa è la prima legge di questo tipo a livello europeo e rappresenta un elemento chiave della Strategia per la Biodiversità dell’UE. Essa stabilisce obiettivi vincolanti per il ripristino degli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale di catturare e immagazzinare carbonio e di prevenire e ridurre l’impatto dei disastri naturali. 

La natura in Europa è in un declino allarmante, con oltre l’80% degli habitat in cattivo stato. Per la prima volta il comportamento che va regolato non è tra umani e umani, ma tra umani e natura al fine di ripristinare ecosistemi, habitat e specie nelle aree terrestri e marine dell’UE per consentire il recupero a lungo termine e sostenibile di una natura biodiversa e resiliente, contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, rispettare gli impegni internazionali.  

Ad oggi, in tutta l’UE l’81% degli habitat è in cattivo stato, ma con l’applicazione di questa legge ogni euro investito nella restaurazione della natura può aggiungere da 4 a 38 euro in benefici. 

Come verrà applicata nei singoli Stati membri? 

I paesi dell’UE dovranno presentare Piani Nazionali di Restaurazione alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore del regolamento (quindi entro la metà del 2026), mostrando come intendono raggiungere gli obiettivi. Saranno inoltre tenuti a monitorare e riferire sui loro progressi. L’Agenzia Europea dell’Ambiente redigerà rapporti tecnici regolari sui progressi verso gli obiettivi. La Commissione, a sua volta, riferirà al Parlamento Europeo e al Consiglio sull’attuazione della Legge sulla Restaurazione della Natura.