Navi inquinanti nel Mediterraneo: nuovi limiti UE
Scopri i nuovi limiti europei per ridurre l’inquinamento delle navi nel Mediterraneo. Misure rigorose per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua.
21 Maggio 2025, 13:01

Sommario
A partire dal 2025, il Mar Mediterraneo sarà ufficialmente riconosciuto come zona a controllo delle emissioni (ECA) per gli ossidi di zolfo. Ciò significa che tutte le navi in transito o ormeggiate nei porti mediterranei dovranno utilizzare carburanti con un contenuto di zolfo drasticamente ridotto, con l’obiettivo di tagliare le emissioni nocive che contribuiscono all’inquinamento atmosferico costiero. Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di decarbonizzazione del trasporto marittimo e avvicina il Mediterraneo agli standard ambientali già in vigore in altre aree critiche del traffico navale globale.
Impatti sulla salute pubblica
Le emissioni delle navi sono una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nelle aree portuali e urbane costiere. Gli ossidi di zolfo (SOx), gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato fine (PM) generati dalla combustione dei carburanti marini contribuiscono all’insorgenza di malattie respiratorie, cardiovascolari e neurologiche. L’esposizione prolungata a questi inquinanti è associata a un aumento della mortalità prematura, in particolare tra le fasce più vulnerabili della popolazione come bambini e anziani. La nuova regolamentazione mira quindi anche a migliorare significativamente la salute pubblica delle comunità costiere.
Le implicazioni ambientali
Oltre agli effetti sulla salute, le emissioni navali hanno un impatto diretto sugli ecosistemi marini e costieri. I composti solforati rilasciati in atmosfera, attraverso il fenomeno della deposizione acida, danneggiano suoli, foreste e acque dolci, alterando il pH e la composizione chimica degli ambienti naturali. Nei mari, l’accumulo di sostanze tossiche contribuisce all’eutrofizzazione e alla perdita di biodiversità. Inoltre, le navi rilasciano inquinanti anche direttamente in acqua, attraverso il lavaggio degli scrubber, i sistemi che “pulisono” i fumi ma trasferiscono gli inquinanti al mare. La nuova normativa ha anche il potenziale di ridurre questi impatti secondari, promuovendo pratiche di navigazione più sostenibili.
L’estensione del sistema ETS al settore marittimo
Nel quadro delle strategie europee per il clima, il sistema di scambio delle emissioni (ETS) è stato recentemente esteso anche al settore navale. Le compagnie marittime dovranno ora contabilizzare le proprie emissioni di CO₂ e, progressivamente, anche quelle di metano e protossido di azoto. Questo meccanismo impone un costo alle emissioni climalteranti, incentivando l’efficienza energetica e l’adozione di tecnologie a basso impatto. Le navi che collegano due porti europei sono completamente incluse nel sistema, mentre per i viaggi da e verso paesi terzi è previsto un parziale conteggio delle emissioni.
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FuelEU Maritime e la transizione energetica delle navi
Parallelamente all’ETS, entrerà in vigore il regolamento FuelEU Maritime, pensato per stimolare l’adozione di carburanti a ridotte emissioni di gas serra. Le compagnie di navigazione saranno obbligate a ridurre progressivamente l’impronta carbonica dei combustibili utilizzati. Questa misura promuove la ricerca e l’utilizzo di alternative come l’ammoniaca verde, il metanolo rinnovabile e l’idrogeno, oltre a tecnologie ibride ed elettriche per la propulsione navale. L’obiettivo a lungo termine è rendere la navigazione marittima compatibile con l’azzeramento netto delle emissioni entro il 2050.
Ostacoli e prospettive future
Nonostante i progressi normativi, la transizione ecologica del settore marittimo presenta numerose sfide: dai costi elevati di adeguamento tecnologico, alla disponibilità limitata di carburanti alternativi, fino alla necessità di cooperazione internazionale per evitare fenomeni di “carbon leakage” (cioè lo spostamento delle rotte verso porti con norme meno stringenti). Tuttavia, l’innovazione sta già mostrando risultati promettenti: molte compagnie stanno investendo in soluzioni come vele rigide automatizzate, motori dual-fuel e sistemi di ottimizzazione della rotta per ridurre i consumi.
La designazione del Mediterraneo come area a controllo delle emissioni rappresenta un passo storico per il futuro ambientale e sanitario della regione. L’Unione Europea, con un pacchetto di normative sempre più ambiziose, sta cercando di trasformare uno dei mari più trafficati al mondo in un laboratorio di sostenibilità per il trasporto navale. Il successo dipenderà dalla capacità di coniugare innovazione tecnologica, cooperazione internazionale e responsabilità industriale. Solo così sarà possibile garantire un futuro in cui navigare significhi anche tutelare il mare e chi lo abita.