Nemici invisibili: l’impatto silenzioso delle microplastiche sulla salute
Scopri come le microplastiche influenzano la salute umana, danneggiando l’apparato respiratorio e i tessuti. Approfondisci gli studi recenti e le implicazioni per la nostra salute.
5 Giugno 2025, 09:26

Sommario
Le microplastiche (MP) sono frammenti di plastica inferiori a 5 mm, mentre le nanoplastiche (NP) hanno dimensioni inferiori a 1 micrometro. Entrano nel corpo umano principalmente per inalazione, ingestione e contatto cutaneo. Una volta assorbite, queste particelle si accumulano nei tessuti, eludendo i normali processi di eliminazione dell’organismo.
Accumulo di microplastiche nel corpo umano: una presenza diffusa e invisibile
Secondo una meta-analisi condotta da ricercatori della Zhejiang Agriculture and Forestry University, pubblicata e riportata da Il Sole 24 Ore, micro e nanoplastiche sono state rilevate in:
- Polmoni e tessuto polmonare danneggiato;
- Placenta;
- Midollo osseo;
- Liquido seminale;
- Trombi ematici.
A ciò si aggiunge la rilevazione di microplastiche anche nel liquido follicolare ovarico, con alterazioni dell’ormone FSH, potenzialmente legate alla fertilità femminile. La ricerca, basata su 61 articoli scientifici e 840 studi tossicologici, ha evidenziato un accumulo maggiore nei tessuti lesionati. Tuttavia, rimane aperta la domanda se le particelle plastiche causino il danno tissutale o si localizzino più facilmente dove il danno è già presente.
Impatto sull’apparato respiratorio
L’apparato respiratorio è una delle principali vie d’ingresso per le microplastiche, soprattutto in ambienti urbani e industrializzati. Diversi studi confermano:
- Presenza di microplastiche nel tessuto polmonare umano (es. studio Università di Hull, UK);
- Maggiore concentrazione nei soggetti con patologie respiratorie;
- Infiammazione cronica delle vie respiratorie;
- Effetti aggravati in bambini e soggetti vulnerabili.
Un punto critico emerso riguarda le mascherine chirurgiche monouso, che possono rilasciare microplastiche per abrasione o degrado, diventando veicolo di inalazione diretta, soprattutto se riutilizzate o conservate in modo scorretto.
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Danni ai tessuti e aggravamento di condizioni preesistenti
Le microplastiche mostrano una particolare affinità per i tessuti già compromessi. Ciò potrebbe:
- Ritardare la rigenerazione cellulare;
- Esacerbare l’infiammazione cronica;
- Favorire l’insorgenza di lesioni persistenti o patologie degenerative;
- Contribuire alla formazione di trombi contenenti frammenti plastici, con possibili implicazioni vascolari.
Trasporto sistemico e danni molecolari
Una volta entrate nell’organismo, MP e NP possono oltrepassare le barriere biologiche, accedendo al flusso sanguigno e agli organi interni. Le conseguenze documentate includono:
- Stress ossidativo e danni mitocondriali;
- Interazioni con il DNA, potenzialmente mutagene;
- Alterazioni endocrine, favorite da additivi tossici come ftalati e bisfenolo A.
Implicazioni e necessità di prevenzione
Le evidenze attuali, pur ancora in fase di studio, delineano un quadro di rischio crescente legato all’esposizione a micro e nanoplastiche, specie per l’apparato respiratorio e i tessuti vulnerabili. Sono auspicabili interventi su più fronti:
- Riduzione della produzione e dell’uso di plastica monouso;
- Filtraggio dell’aria indoor più efficace, specie in ambienti a rischio (scuole, ospedali, fabbriche);
- Ricerca su materiali alternativi biodegradabili e sull’impatto a lungo termine delle MP/NP sulla salute umana.
L’accumulo di microplastiche nel corpo umano, specialmente nei polmoni e nei tessuti danneggiati, rappresenta una sfida emergente per la salute pubblica. I dati suggeriscono correlazioni preoccupanti con infiammazioni croniche, danni cellulari e disfunzioni sistemiche. Per questo, in attesa di regolamentazioni internazionali, è essenziale aumentare la consapevolezza individuale e adottare comportamenti quotidiani più sostenibili.