NO₂ e memoria: lo smog danneggia le funzioni cognitive

Uno studio UniMi rivela: il biossido di azoto rallenta la memoria e aumenta gli errori cognitivi. Milano peggio di Barcellona per qualità dell’aria.

23 Ottobre 2025, 08:00

NO₂ e memoria: lo smog danneggia le funzioni cognitive

Respirare aria inquinata non fa male solo ai polmoni: danneggia anche il cervello.
È quanto emerge dal nuovo studio “Benessere mentale e inquinamento”, condotto dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’Università di Padova, l’associazione Cittadini per l’aria e la rivista Epidemiologia e Prevenzione. 

L’obiettivo della ricerca era indagare l’impatto del biossido di azoto (NO₂) — un inquinante atmosferico legato principalmente al traffico veicolare e ai motori diesel — sul benessere mentale e sulle prestazioni cognitive quotidiane. 

I risultati sono chiari: l’esposizione a concentrazioni elevate di NO₂ rallenta la memoria, peggiora la concentrazione e aumenta gli errori cognitivi, soprattutto nelle grandi città come Milano. 

I numeri della ricerca: più errori e tempi di risposta più lenti

Lo studio, svolto tra il 16 gennaio e il 1° marzo 2024, ha coinvolto 329 volontari milanesi che per una settimana hanno indossato un campionatore personale di NO₂, compilando ogni giorno un questionario sul benessere mentale e svolgendo un test cognitivo digitale (test di Stroop). 

L’analisi delle oltre 2.000 rilevazioni giornaliere raccolte ha evidenziato un quadro preoccupante: 

  • i tempi di risposta ai test cognitivi sono risultati più lenti del 4,4%; 
  • gli errori commessi sono aumentati in media del 76%; 
  • i partecipanti hanno dichiarato un livello di stress più elevato e una peggiore qualità del sonno. 

Secondo la professoressa Silvia Fustinoni, responsabile della ricerca, “la collaborazione attiva dei cittadini ha permesso di affrontare in modo rigoroso il tema della relazione tra qualità dell’aria e benessere mentale. La sinergia tra scienza e società civile è indispensabile per rispondere ai quesiti più complessi che riguardano salute e ambiente”. 

Milano contro Barcellona: due città, due livelli di salute mentale

Il team dell’Università di Milano ha confrontato i risultati con quelli di una ricerca analoga condotta a Barcellona, guidata da Florence Gignac dell’Instituto de Salud Global de Barcelona (ISGlobal). 

Le differenze tra le due città sono nette. I milanesi, esposti a livelli di NO₂ decisamente più alti, hanno mostrato: 

  • +12% di stress percepito; 
  • –22% di qualità del sonno; 
  • –14% di energia; 
  • –18% di benessere generale rispetto ai cittadini di Barcellona. 

Gli studiosi sottolineano che parte di queste differenze può dipendere dall’età media più elevata del campione milanese, ma il fattore chiave resta l’esposizione prolungata a un’aria più inquinata, tipica dei mesi invernali a Milano. 

Le cause: traffico, urbanistica e disuguaglianze ambientali

Il biossido di azoto è un gas tossico derivato principalmente dalla combustione dei motori diesel. A Milano, il traffico intenso e la scarsa ventilazione della Pianura Padana ne favoriscono l’accumulo, soprattutto nei mesi freddi. 

Ma la ricerca sottolinea anche un altro aspetto: la differenza di urbanistica e vivibilità tra le città europee.
Secondo un recente studio dell’ISGlobal su 1.000 città europee, Barcellona risulta molto più attenta alla salute urbana rispetto a Milano: 

  • opportunità di camminare: 63,86% contro 53,45%; 
  • rete ciclabile: 5,56% contro 3,04%; 
  • accessibilità al trasporto pubblico entro 300 metri da casa: 78,73% contro 62,94%. 

Questi dati dimostrano che una città progettata per le persone e non per le auto non solo riduce l’inquinamento, ma migliora il benessere mentale, la qualità del sonno e la percezione generale di salute dei cittadini. 

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L’allarme di Cittadini per l’aria: “Milano fa male ai suoi abitanti”

Anna Gerometta, presidente dell’associazione Cittadini per l’aria, ha commentato così i risultati: 

“Milano fa male ai suoi cittadini e causa danni iniqui. La qualità dell’aria, ma anche il livello di benessere, si riflettono nel peso di una città che non ha ancora vera cura di chi la abita. È necessario un cambiamento drastico e veloce delle politiche urbane per restituire il diritto a una buona qualità di vita a tutti, a partire dalle fasce più vulnerabili”. 

La studiosa richiama dunque l’attenzione su un concetto chiave: la giustizia ambientale. Le persone con minori risorse economiche, infatti, sono spesso quelle che vivono nelle aree più esposte allo smog, subendo le conseguenze peggiori sul piano fisico e psicologico. 

Smog e mente: cosa accade nel cervello

Il legame tra inquinamento atmosferico e funzioni cognitive è oggi oggetto di crescente attenzione scientifica.
L’esposizione prolungata al NO₂ e alle polveri sottili può favorire processi di infiammazione sistemica e stress ossidativo, che a loro volta influiscono sulla memoria, sulla concentrazione e sul tono dell’umore. 

Diversi studi internazionali hanno associato l’inquinamento urbano non solo a malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, ma anche a disturbi del sonno, ansia e ridotta produttività mentale. 

Aria pulita, mente più lucida

I risultati dello studio milanese confermano che la qualità dell’aria è anche una questione di salute mentale.
Ridurre le emissioni, ripensare la mobilità urbana e favorire spazi pubblici più vivibili non significa solo combattere lo smog, ma anche proteggere le nostre capacità cognitive e il benessere psicologico collettivo. 

Come ricordano i ricercatori: “Gli effetti dell’inquinamento non si fermano ai polmoni. Riguardano la mente, il comportamento e la qualità della vita. E Milano, oggi, non può più permettersi di ignorarlo”.