A Padova tornano i blocchi anti-smog mentre la città si conferma tra le peggiori in Europa

Di anno in anno, Padova torna a bloccare la circolazione dei veicoli più inquinanti ma una nuova analisi la posiziona, ancora una volta, tra le peggiori in Europa. Nuove e più incisive misure sono forse necessarie? 

29 Settembre 2023, 07:52

A Padova tornano i blocchi anti-smog mentre la città si conferma tra le peggiori in Europa

Tornano, dal 1° ottobre 2023 al 30 aprile 2024, in tutto il territorio comunale di Padova, le limitazioni del traffico contro lo smog. Una misura necessaria quanto verosimilmente non sufficiente per contrastare i preoccupanti livelli di inquinamento dell’aria che ormai da anni si registrano nella città veneta e che la fanno posizionare, ancora una volta, tra le peggiori a livello europeo. 

L’ultima conferma arriva da una recente analisi condotta da Deutsche Welle e l’European Data Journalism Network sui dati satellitari del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus. Sebbene altre ricerche prima di questa hanno già raccontato gli allarmanti livelli di inquinamento atmosferico nelle diverse città europee, questa nuova analisi offre un primo confronto tra le regioni, mostrando dove la qualità dell’aria è migliorata e dove è invece peggiorata, con una valutazione sull’efficacia delle strategie di mitigazione. 

Inquinamento dell’aria: cosa dice il report 2022 su Padova e la Pianura Padana

Secondo quanto emerso dal report di DW e precedentemente raccontato anche su Sanità Informazione, nel 2022 in Europa il 98% della popolazione ha respirato livelli di particolato fine (PM2.5) superiori ai limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.  

Scendendo più nel dettaglio, dall’indagine emerge che la Pianura Padana e la Polonia sono state le aree più inquinate a livello europeo nel 2022, mentre Padova è la città che ha registrato i più pesanti e il maggior numero di sforamenti di concentrazioni medie settimanali, seguita da Verona, Milano e alcune città polacche. In ben 14 delle 34 settimane prese in analisi infatti, Padova ha registrato concentrazioni medie di PM2.5 superiori di oltre quattro volte rispetto al limite fissato dall’OMS, con alcune settimane (come ad esempio la prima di gennaio) in cui il particolato fine ha raggiunto quota 64 microgrammi per metro cubo (contro i 5 suggeriti dall’OMS), quasi 13 volte superiori alla soglia suggerita dall’OMS pari a 5 µg/m³. 

E ancora, dalla comparazione tra la Polonia e Nord Italia, aree simili per problematiche e gravità di inquinamento, l’indagine mostra che mentre nel caso della prima ci sono stati significativi miglioramenti, nel nostro Paese la situazione è rimasta pressoché invariata. In Polonia infatti, rispetto al 2018 l’inquinamento è sensibilmente calato: grazie alla sostituzione di circa 800 mila impianti per il riscaldamento domestico, le concentrazioni di PM2.5 sono scese del 20% a Cracovia, del 31% a Gliwice, del 30% a Tychy, del 25% a Katowice, del 21% a Varsavia, del 15 a Poznan. Nel Nord Italia invece, nello stesso periodo di tempo si sono registrati miglioramenti soltanto a Cremona (-9% di inquinamento), Venezia e Milano (entrambe -5%), mentre sono persino aumentati i livelli di PM2.5 a Verona (+4%), Padova (+5%) e Vicenza che segna un +14%. 

Tra i dati più significativi inoltre, quelli relativi a febbraio 2023: stando ai ricercatori del Copernicus, in quel mese molte città della pianura padana sono state particolarmente sommerse dall’inquinamento, in particolar modo in Lombardia ed in Veneto. Secondo le rilevazioni, a Milano, Padova e Verona si sono registrate concentrazione medie giornaliere di PM2.5 al di sopra dei 75 microgrammi per metro cubo. 

 

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Le nuove misure per contrastare l’inquinamento dell’aria

Così, mentre il ritorno all’uso del semaforo per il blocco delle auto più inquinanti in città come Padova non sorprende e verosimilmente contribuirà a migliorare la qualità dell’aria, appare evidente che di fronte ai recenti dati, nuove e più significative azioni devono essere messe in campo. Stando a quanto confermato anche dal Parlamento Ue in sede di votazione sulla nuova direttiva sulla qualità dell’aria, è necessario infatti che ogni Stato membro stabilisca una tabella di marcia nazionale al fine di raggiungere quanto prima i nuovi obiettivi previsti, più vicini ai limiti raccomandati dall’OMS. 

La nuova norma, che andrà a sostituire ed unificare le direttive attualmente in vigore (2008/50/CE e 2004/107/CE), propone infatti limiti più stringenti per gli inquinanti atmosferici, oltre ad aggiornare e migliorare le disposizioni in materia di valutazione della qualità dell’aria, di informazione della popolazione e in relazione alle sanzioni nei casi di inottemperanza degli obblighi. 

 Come funziona il blocco delle auto a Padova

Da ottobre ad aprile, a Padova torna il semaforo con i tre livelli di allerta (verde, arancio, rosso) stabiliti sulla base dei bollettini Arpav relativi alle concentrazioni misurate e previste di PM10. 

Il bollettino Arpav sarà emesso il lunedì, mercoledì e venerdì, con le misure relative al giorno successivo. In linea con le disposizioni dell’anno scorso, è previsto il blocco delle auto diesel Euro 5 in caso di semaforo arancione e dei mezzi commerciali diesel Euro5 (per mezza giornata) in caso di rosso. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito del Comune di Padova, che ha inoltre messo a disposizione un servizio di messaggistica istantanea su Telegram per permettere di restare sempre aggiornati sul livello di allerta nel Comune e provincia.