Qualità dell’aria in estate: gli incendi la avvelenano e diventa pericolosa
Gli incendi estivi rilasciano polveri sottili e gas tossici, peggiorando la qualità dell’aria. Ecco i rischi per la salute e le zone più colpite in Italia.
21 Agosto 2025, 07:30

Sommario
L’estate italiana 2025 è stata segnata da ondate di calore eccezionali e incendi diffusi. Tra gennaio e luglio si sono registrati 653 roghi che hanno bruciato 30.988 ettari di territorio, equivalenti a oltre 43.000 campi da calcio. Una media di 3,3 incendi al giorno, con quasi 50 ettari distrutti per ciascun episodio.
Estate, incendi e aria: un cocktail di rischio
Le aree più colpite sono Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna. In particolare, la Sicilia detiene la maglia nera con 16.938 ettari bruciati in soli 248 incendi. Tra i casi più eclatanti, l’incendio sul Vesuvio, che ha devastato oltre 400 ettari di vegetazione e costretto alla chiusura dei sentieri turistici.
Questi episodi non hanno solo un impatto immediato sul territorio e sugli ecosistemi: contribuiscono in modo sostanziale al peggioramento della qualità dell’aria, rendendola pericolosa per milioni di cittadini.
Gli incendi estivi e l’immissione di polveri sottili e gas tossici
Gli incendi rilasciano enormi quantità di polveri sottili (PM2,5 e PM10), monossido di carbonio, ossidi di azoto e sostanze cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici. Il particolato fine, invisibile ma penetrante, raggiunge i polmoni e il sistema circolatorio. Alcuni studi dimostrano che il fumo degli incendi può risultare persino più nocivo dello smog urbano causato da traffico e attività industriali.
I rischi per la salute umana
Gli effetti dell’esposizione sono documentati da tempo:
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Disturbi acuti: irritazioni oculari e respiratorie, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria.
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Patologie croniche: peggioramento di asma, bronchiti, BPCO e altre malattie respiratorie.
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Conseguenze cardiovascolari: aumento del rischio di ictus e infarti.
Le categorie più a rischio sono bambini, anziani e persone con malattie respiratorie o cardiache. L’OMS ha chiarito che non esiste una soglia sicura per il particolato: anche esposizioni brevi possono avere effetti dannosi.
Effetti monitorati in Italia nel 2024
I dati raccolti dalle ARPA e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente mostrano che, sebbene i limiti normativi vengano rispettati in molte regioni, esistono criticità locali:
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Nel Lazio (Valle del Sacco) superamenti frequenti del limite giornaliero di PM10.
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In Sicilia e Campania sforamenti di PM10, PM2,5 e ozono.
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L’ozono troposferico, particolarmente elevato in estate per effetto delle alte temperature, supera spesso gli obiettivi di protezione sanitaria.
Il fumo che arriva da lontano
Il problema non è solo locale. Nel 2023 e 2024, gli incendi canadesi hanno prodotto nubi di fumo trasportate fino in Europa. In Lombardia, gli strumenti di monitoraggio hanno rilevato picchi anomali di PM2,5 e ozono collegati a questi episodi transcontinentali.
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Come ridurre l’esposizione
Gli esperti consigliano di:
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controllare i bollettini ARPA e limitare le attività all’aperto nelle giornate critiche;
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tenere chiuse le finestre durante i picchi di inquinamento;
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usare condizionatori con filtri puliti;
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promuovere aree verdi urbane, che abbassano le temperature e assorbono parte degli inquinanti.
Politiche necessarie
Gli incendi e l’inquinamento da essi derivante richiedono risposte coordinate:
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Prevenzione e gestione attiva degli incendi, soprattutto nelle aree a rischio.
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Politiche integrate aria-clima, poiché gas serra e inquinanti atmosferici hanno effetti sinergici sulla salute e sull’ambiente.
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Rafforzamento della transizione ecologica: energie rinnovabili, mobilità sostenibile, riforestazione urbana.
L’estate italiana non porta solo sole e vacanze ma anche incendi che rilasciano nell’atmosfera sostanze invisibili ma dannose. La qualità dell’aria peggiora sensibilmente e i rischi sanitari si moltiplicano, soprattutto per le fasce fragili. Integrare politiche di prevenzione degli incendi, protezione dell’aria e mitigazione climatica è l’unico modo per difendere salute e ambiente.