UNICEF: obesità infantile supera la malnutrizione globale

Nel 2025 l’obesità ha superato l’underweight tra i bambini: 188 milioni a rischio. L’UNICEF denuncia l’impatto del junk food sulla salute infantile.

9 Ottobre 2025, 07:30

UNICEF: obesità infantile supera la malnutrizione globale

Nel 2025 si è verificato un evento senza precedenti: per la prima volta, l’obesità infantile (e il sovrappeso severo) ha superato la malnutrizione da sottopeso (underweight) tra i bambini in età scolastica (5-19 anni). Secondo l’UNICEF, circa 188 milioni di bambini sono oggi classificati come obesi o molto in sovrappeso.  

Questo cambiamento riflette una trasformazione profonda nei modelli alimentari, nelle abitudini di vita e nella qualità degli ambienti alimentari – in cui i cibi ultra-processati, il marketing aggressivo e la scarsa accessibilità a alimenti freschi e nutrienti hanno un ruolo centrale.  

Nel presente articolo analizziamo i dati chiave, le cause profonde, le conseguenze sanitarie e le proposte dell’UNICEF per affrontare questa nuova “era della malnutrizione”. 

Dati chiave: dall’underweight all’obesità 

Le cifre che cambiano la prospettiva 

  • La prevalenza globale di obesità nei bambini 5-19 anni è stimata al 9,4 %, rispetto al 9,2 % per l’underweight.  
  • In totale, 1 bambino su 10 in quella fascia d’età risulta obeso o a rischio grave.  
  • Nel corso degli ultimi decenni, l’underweight in età scolastica è diminuito: dal circa 13 % nel 2000 al ~9,2 % attuale.  
  • Parallelamente, il sovrappeso e l’obesità sono in netta crescita: il numero di bambini con sovrappeso è passato da 194 milioni (era scolastica e adolescenziale) nel 2000 a 391 milioni.  

Distribuzione geografica e regioni eccezionali 

  • L’obesità supera l’underweight in tutte le regioni del mondo, tranne che nel Sub-Sahara africano e nel Sud Asia.  
  • Alcuni Paesi insulari del Pacifico mostrano percentuali estremamente elevate: ad esempio, Niue (38 % dei 5-19 anni), Cook Islands (37 %), Nauru (33 %) mostrano il fenomeno più accentuato.  
  • In Paesi a reddito medio-alto (come Cile, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti), 21-27 % dei ragazzi 5-19 anni risultano obesi.  

Questi dati delineano una trasformazione epocale: la malnutrizione oggi non è più solo questione di scarsità, ma di qualità del cibo e ambienti alimentari malsani. 

Le cause profonde: ambienti alimentari, marketing e potere del profitto 

L’UNICEF nel rapporto Feeding Profit: How Food Environments Are Failing Children identifica alcune dinamiche centrali che hanno favorito questo capovolgimento: 

Alimenti ultra-processati e prezzi competitivi 

Cibi ad alto contenuto di zuccheri, grassi saturi, sale e additivi (snack confezionati, bibite zuccherate, pasti pronti industriali) sono diventati sempre più diffusi, economici e accessibili. Questi prodotti soppiantano gradualmente alimenti freschi, nutrienti e meno processati.  

Marketing aggressivo e pubblicità digitale 

I bambini e gli adolescenti sono costantemente bersaglio di campagne pubblicitarie via social media, TV, app, giochi online e influencer, che promuovono alimenti poco sani. Il rapporto rileva che 3 bambini su 4 riferiscono di aver visto spot di fast food o snack nella settimana precedente e il 60 % afferma che questi annunci hanno influenzato i loro comportamenti alimentari.  

Carenza di politiche efficaci e conflitti di interesse 

In molti Paesi manca una regolamentazione forte su marketing alimentare, etichettatura, tassazione dei cibi “non sani” e riformulazione dei prodotti industriali. Inoltre, il rapporto denuncia che l’industria dei cibi ultra-processati spesso influenza le politiche pubbliche, ostacolando misure di tutela.  

Diseguaglianze economiche e accesso al cibo sano 

Nei quartieri più poveri o nelle aree rurali i cibi freschi e nutrienti sono spesso meno accessibili (costosi, lontani, poco disponibili), mentre i cibi ultra-processati si trovano facilmente e costano meno. Questo “ambiente alimentare diseguale” amplia le differenze tra gruppi sociali.  

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Impatti sulla salute: conseguenze a breve e lungo termine 

L’obesità infantile comporta una serie di rischi seri che si estendono ben oltre l’età giovanile: 

  • Diabete tipo 2: aumento del rischio di insulino-resistenza già in età adolescenziale 
  • Ipertensione e dislipidemie: alterazioni metaboliche che possono persistere in età adulta 
  • Malattie cardiovascolari: rischio precoce di aterosclerosi e infarto 
  • Problemi respiratori (apnea ostruttiva, asma aggravato) 
  • Disturbi psicologici: depressione, ansia, bassa autostima dovuti allo stigma sociale 
  • Obesità da adulti: un bambino obeso ha una maggiore probabilità di restare obeso nella vita adulta 

Inoltre, l’onere economico è rilevante: l’UNICEF e altre analisi stimano che entro il 2035 l’impatto economico dell’obesità globale supererà i 4.000 miliardi di dollari l’anno, con un peso enorme sui sistemi sanitari.  

Proposte e raccomandazioni dell’UNICEF 

Per invertire questa tendenza, il rapporto propone otto azioni chiave: 

  • Regolare marketing e pubblicità rivolta ai minori, vietando promozioni aggressive di cibi poco sani 
  • Etichettatura chiara e obbligatoria, con avvertenze o sistemi “a semaforo” sui nutrienti critici 
  • Tassazione dei cibi malsani e incentivi per alimenti freschi e nutrienti 
  • Riformulazione dei prodotti industriali, riducendo zuccheri, sale, grassi saturi 
  • Migliorare l’accesso al cibo nutriente, anche con politiche pubbliche e di sostegno ai produttori locali 
  • Proteggere le politiche pubbliche da interferenze dell’industria alimentare 
  • Programmi di educazione alimentare e sensibilizzazione nelle scuole, comunità e famiglie 
  • Rafforzamento dei sistemi di monitoraggio e dati per sorvegliare alimentazione, obesità e condizioni nutrizionali.  

In parallelo, UNICEF ha promosso la campagna Fix My Food, che coinvolge giovani attivisti in 18 Paesi per stimolare cambiamenti nei propri contesti locali e chiedere politiche più sane.  

Un allarme che chiede azione 

Il sorpasso dell’obesità sull’underweight non è un semplice dato statistico, ma un segnale allarmante: il nostro modo di nutrire i bambini è entrato in una fase critica. 

Affrontare questo fenomeno richiede un approccio articolato: politiche robuste, impatto locale, educazione e partecipazione attiva della società civile. Solo così potremo restituire ai bambini il diritto fondamentale a una nutrizione sana e un futuro più salutare.