Vongole dell’Adriatico, l’UE conferma la deroga: cosa significa davvero per pescatori, ambiente e mercato

Il Parlamento UE respinge la proposta spagnola di fermare la pesca delle vongole veraci nell’Adriatico. Scopri cosa cambia per il settore.

3 Dicembre 2025, 10:34

Vongole dell’Adriatico, l’UE conferma la deroga: cosa significa davvero per pescatori, ambiente e mercato

Il Parlamento europeo ha preso una decisione destinata a segnare il futuro della pesca delle vongole in Italia. Il 16 ottobre 2025, infatti, la Commissione Pesca (PECH) ha respinto la richiesta – avanzata da eurodeputati spagnoli – di annullare la deroga che consente ai pescatori dell’Adriatico di raccogliere le vongole a 22 millimetri, anziché ai 25 mm imposti dalle norme comunitarie.
Per il nostro Paese è una conferma importante: la deroga, attiva dal 2016, viene prorogata fino al 2030, permettendo al comparto di continuare a lavorare secondo parametri più coerenti con le caratteristiche ambientali del nostro mare. 

Una notizia accolta con entusiasmo dalle marinerie italiane, che parlano apertamente di “vittoria” dopo anni di battaglie tecniche e politiche. 

Perché proprio l’Adriatico ha bisogno di una regola diversa 

Le ragioni dietro questa scelta sono tutt’altro che politiche. Da tempo, infatti, i consorzi di gestione, gli istituti scientifici e le amministrazioni marittime sottolineano che le vongole dell’Adriatico crescono naturalmente più piccole rispetto a quelle di altri mari europei.
Colpa – o merito – delle condizioni ecologiche del nostro mare: profondità ridotte, salinità inferiore, fondali sabbiosi e temperature particolari fanno sì che le vongole difficilmente raggiungano i 25 millimetri. 

Negli anni, diversi studi hanno dimostrato che raccoglierle a 22 mm non compromette la capacità riproduttiva della specie, a patto che la pesca sia regolata da piani di monitoraggio rigorosi. Ed è proprio su questi dati scientifici che l’Europa ha basato la sua decisione. 

La pressione della Spagna e il rischio concorrenza sleale 

Il tentativo di cancellare la deroga era partito dalla Spagna, dove i pescatori accusavano l’Italia di godere di un vantaggio competitivo ingiusto: vongole più piccole significano maggiore disponibilità e prezzi più concorrenziali.
Una tesi che, però, non ha convinto Bruxelles. La Commissione Pesca ha infatti riconosciuto che la situazione non è il frutto di scelte strategiche, ma di una specificità biologica del Mar Adriatico, quindi meritevole di un trattamento eccezionale. 

La bocciatura della mozione è stata netta: la deroga rimane valida fino al 2030 e potrà essere rivista solo sulla base di nuovi dati ambientali. 

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L’altra grande sfida: il granchio blu e la crisi degli ecosistemi 

La proroga arriva in un momento difficile per l’intera filiera. L’invasione del granchio blu, predatore aggressivo di molluschi bivalvi, ha devastato in più zone la produzione di vongole e cozze.
A questo si aggiungono fenomeni di anossia e moria nei fondali più bassi, spesso legati ai cambiamenti climatici e alle alterazioni degli habitat. 

Le Regioni, come l’Emilia-Romagna, stanno investendo fondi specifici per contrastare il granchio blu, smaltire le biomasse e proteggere i banchi naturali di molluschi. Ma la situazione resta fragile, e la continuità della deroga rappresenta una boccata d’ossigeno per tante imprese che rischiavano di non sopravvivere. 

Cosa significa davvero la deroga per l’Italia 

La decisione del Parlamento europeo ha implicazioni che vanno ben oltre l’aspetto normativo. 

1. Economiche 

La deroga tutela centinaia di pescatori e cooperative del litorale adriatico, garantendo continuità lavorativa e stabilità del mercato. Senza questa eccezione, molte aziende sarebbero state costrette a chiudere. 

2. Ambientali 

L’Europa concede sì una flessibilità sulla taglia minima, ma chiede in cambio monitoraggi costanti e un approccio sostenibile alla pesca. La deroga diventa quindi uno strumento per conciliare sfruttamento della risorsa e tutela dell’ecosistema. 

3. Sociali e culturali 

Le vongole dell’Adriatico sono parte dell’identità culinaria italiana: dagli spaghetti alle vongole ai piatti della tradizione costiera, la loro scomparsa sarebbe un colpo alla gastronomia e alle comunità locali. 

Un equilibrio delicato tra tutela e sviluppo 

La conferma della deroga da parte dell’Unione Europea dimostra che è possibile trovare un compromesso tra biodiversità, economia e tradizione.  L’Italia ottiene un risultato fondamentale, ma la sfida vera è ora quella di dimostrare, attraverso i dati scientifici e la gestione sostenibile, che questa scelta è davvero compatibile con la salute degli stock. 

Il 2030 non è così lontano: entro quella data, l’Adriatico dovrà dimostrare di saper coniugare tutela del mare e sviluppo economico, in una fase storica segnata da cambiamenti climatici, specie invasive e crisi del settore ittico.