Emicrania: sintomi, cause e cure della patologia “fraintesa”

Sommario
  1. Cos’è e come si manifesta
  2. Chi colpisce e perché
  3. Cure e Trattamenti per l’emicrania
L’emicrania è la terza patologia più diffusa al mondo, la prima tra le neurologiche e una delle più disabilitanti secondo l’OMS. Nel corso degli anni, grazie alla ricerca, sono state comprese cause e meccanismi patofisiologici che hanno permesso di sviluppare farmaci sempre più mirati. Eppure, l’emicrania viene ancora diffusamente sotto-diagnosticata e di conseguenza trattata in modo non appropriato con costi individuali e sociali significativi.Come ha raccontato Simona Sacco, professore ordinario di Neurologia all’Università dell’Aquila in occasione della Settimana Mondiale del Cervello, “a livello globale 14 persone su 100 sono affetti da emicrania ma la metà di questi crede di avere una normale forma di cefalea o di soffrire di mal di testa attribuibili ad altre patologie”.Proprio all’emicrania e al suo trattamento in Medicina Generale è dedicato il corso di formazione ECM “L’emicrania: patologia invalidante, curabile con successo in medicina generale”.

Cos’è e come si manifesta

L’emicrania è la più grave forma di cefalea - famiglia che raggruppa circa 100 tipologie di mal di testa, suddivise tra primarie e secondarie. Quando il dolore non è connesso a nessun’altra patologia, si tratta di cefalea primaria, quando è la conseguenza di altri problemi, come per esempio nel caso di sinusite, si parla di secondarie.Questa si manifesta come un dolore pulsante e unilaterale che può durare dalle 4 alle 72 ore, spesso tanto intenso da essere accompagnato da nausea, vertigini, ipersensibilità a luce, rumori oppure odori.Anche l’intensità degli attacchi può variare considerevolmente e in alcuni casi (circa nel 25%) verificarsi la cosiddetta “aura”: una serie di disturbi non poco impattanti legati al sistema sensoriale e a quello neurologico. Tra questi i maggiori problemi sono visivi, come lampi di luce, vista sfocata, immagini distorte, uditivi e motori (parestesia e formicolii) ma possono essere anche verbali, causando difficoltà nell’articolazione del linguaggio.I sintomi variano molto per quanto riguarda i bambini, che spesso non presentano mal di testa ma dolore addominale, vertigini, torcicollo e vomito.

Chi colpisce e perché

L’emicrania colpisce le persone con il sistema nervoso più sensibile a stimoli e attività elettrica, ed è legata alla distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (intra o extra) cranici e alla compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici.Tra i fattori scatenanti vi sono sicuramente stress, ansia, stimolazione eccessiva dei sensi come luci lampeggianti, o forti dolori, cambiamenti climatici e ambientali (esposizione ad altitudine o umidità), ma anche mancanza di cibo e sonno, cattiva postura e assunzione eccessiva di alcol e caffeina.Anche altri alimenti possono essere attivatori della patologia, con variazioni da persona a persona. Tra questi i più comuni trigger sono quelli contenenti tiramina - quali formaggi stagionati, prodotti a base di soia, fave, salami o salsicce dure, pesce affumicato o essiccato e alcuni tipi di noci - e MGS (monoglutammato di sodio), l’esaltatore di sapidità presente nei cibi da fast food, nei dadi per brodo, condimenti e spezie.L’emicrania sembra inoltre essere legata all’aumento o alla fluttuazione dei livelli di estrogeni, che spiegherebbero perché sono proprio le donne ad esserne più affette (in Italia sono circa 11 milioni), con una prevalenza 3 volte superiore rispetto al sesso maschile e prevalentemente in periodi di grandi cambiamenti ormonali, primi fra tutti durante il ciclo mestruale, in premenopausa e in gravidanza.Sono molte infatti, coloro che hanno riscontrato una minore frequenza delle emicranie negli ultimi mesi di gravidanza, quando i livelli di ormoni femminili sono più stabili, per poi vedere un aumento di queste subito dopo il parto, quando la produzione di estrogeni diminuisce rapidamente.Anche i farmaci analgesici assunti per ridurre il dolore, e quelli contenenti estrogeni, possono peggiorare la patologia e aumentare il rischio di ictus, soprattutto nelle donne che soffrono di emicrania con aura.

Cure e Trattamenti per l’emicrania

Parlando di cure, in Italia il costo annuo per paziente è pari a circa 4300 euro, a livello europeo a 27 miliardi, facendo del disturbo neurologico il più rilevante sia per spese sanitarie che per impatto sulla produttività.I trattamenti per l’emicrania vedono un crescente impiego di farmaci specifici e di anticorpi monoclonali, con variazioni a seconda della frequenza, della durata, e della gravità degli attacchi. Inoltre, questi risultano spesso più efficaci se associati a cambiamenti riguardanti, per esempio, lo stile di vita e le abitudini alimentari.Novità importanti nella cura della patologia che per lungo tempo ha visto l’uso di analgesici e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), spesso efficaci solo in caso di attacchi sporadici o moderati. “Questi, oltre a perdere efficacia se usati in maniera prolungata e portare ad un abuso, possono perfino aggravare i sintomi e causare la cosiddetta “cefalea da rebound”, spiega Danilo Mazzacane, Docente presso la Scuola di Medicina generale di Pavia, che con Consulcesi Club è impegnato nella formazione dei medici in relazione alle ultime terapie e sui percorsi più appropriati per il trattamento dell’emicrania.Anche in questo caso, il trattamento della patologia sembra passare in primis per la prevenzione: “Il medico di base gioca un ruolo cruciale nella riduzione di fattori di rischio. Inoltre, quando questa si presenta, il trattamento tempestivo può risultare fondamentale per il ripetersi di attacchi, magari più intensi e dolorosi”, aggiunge l’esperto che nel corso parte del catalogo di formazione a distanza per medici e operatori sanitari offerto da Consulcesi Club si propone di inquadrare dal punto di vista epidemiologico, clinico e diagnostico la patologia, sottolineando appunto il ruolo centrale del Medico di Medicina Generale (MMG) nel percorso di cura del paziente emicranico.“L’emicrania può essere trattata con efficacia dai medici di base attraverso l'individuazione del percorso diagnostico più appropriato e ancor prima dell’uso della diagnosi differenziale”, conclude il docente che nel corso fornisce ai professionisti della salute informazioni relative anche alle linee guida per una comunicazione efficace e volta all’identificazione della patologia.
Di: Redazione Consulcesi Club

News e Approfondimenti che potrebbero interessarti

Vedi i contenuti