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Infermieri: a che punto siamo con il rinnovo del CCNL?

06/05/2022

Infermieri: a che punto siamo con il rinnovo del CCNL?

Un tavolo di trattative tra sindacato e Aran per il rinnovo dei contratti del settore sanitario coinvolge 650mila lavoratori, dal personale amministrativo ai tecnici radiologi, agli infermieri. Un aumento mensile medio di circa 204 euro per gli infermieri, mentre per le altre categorie l’aumento scende a circa 174 euro mensili lordi. Per gli operatori sanitari, come ostetriche, tecnici sanitari di laboratorio e radiologi, è invece prevista un’“indennità di tutela del malato”, che prevede un aumento variabile tra i 35 e i 41 euro lordi mensili.
Nella bozza del documento da 170 pagine si parla di rinnovo del sistema degli incarichi professionali, sia per quanto riguarda la funzione sia la posizione. In particolare, gli incarichi saranno remunerati in base alla complessità della mansione. Il tavolo di trattative si chiuderà entro maggio, ma il via definitivo spetta al Ministero dell’Economia e alla Corte dei Conti.
Per diventare concreta l’attuazione di quanto previsto potrebbero passare dei mesi, a fronte del finanziamento di 315 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal Fondo sanitario nazionale.

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Gli Stati Generali del 2 maggio

La professione infermieristica vive gli Stati Generali dal 28 marzo scorso. Fino al 2 maggio è rimasto attivo il sito web che ha permesso di ascoltare tutti gli infermieri italiani e raccogliere pareri e richieste sullo sviluppo della professione che conta 456mila iscritti all’albo nazionale.
Secondo quanto deliberato in febbraio dal Consiglio Nazionale, la FNOPI, essendo l’ente di rappresentanza professionale, ha il dovere di dettare i tempi e le modalità con cui interagire con le istituzioni e le forze politiche, senza che nessuno possa cavalcare o strumentalizzare tale azione. Attraverso gli Stati Generali si è inteso anche esprimere il proprio dissenso rispetto alle politiche finora intraprese nei confronti della Professione Infermieristica, ma attraverso modalità differenti da quelle tipiche delle rivendicazioni di piazza, per stabilire una ferma e forte volontà di proporre una dialettica istituzionale concreta ed efficace.
Cgil, Cisl e Uil nel frattempo hanno inoltrato una bozza contenente alcune modifiche già presentate in precedenza e non accolte, quali:

  • nuova classificazione del personale in “Area del personale di supporto”;
  • riscrittura del comma 1 della norma di primo inquadramento, con la previsione della istituzione dei nuovi profili di “Assistente informatico”, nel quale confluisce il precedente profilo di “Programmatore”, e di “Assistente dell’informazione”, quest’ultimo in applicazione del CCNQ “Per la specifica regolazione di raccordo del personale profili informazione”, siglato nel corrente mese di aprile;
  • previsione di “5 anni” di permanenza in una singola posizione economica prima di poter partecipare alla selezione per la posizione economica superiore;
  • ridefinizione delle modalità di calcolo del lavoro straordinario, nella bozza presentata è stato ripristinato il precedente algoritmo comprensivo delle relative maggiorazioni del 15%, 30% e 50%, rispetto al valore della singola ora di lavoro, in relazione alla tipologia di straordinario effettuata;
  • alcune modifiche sull’articolato del “lavoro a distanza” (lavoro agile e lavoro da remoto), e su quello relativo agli incarichi della Sezione ricerca.

La valutazione delle richieste continua

Il confronto rimane ancora aperto su tutte le altre materie come le norme che regolano il rapporto di lavoro, oltre al tema delle diverse indennità.
Aran si è riservata di valutare ulteriormente tutte le richieste degli infermieri per dare un prosieguo al confronto e la trattativa continuerà in questi giorni, in particolare il prossimo 6 maggio e sono già stati calendarizzati gli ulteriori incontri per mercoledì 11 e martedì 17 maggio.

La professione infermieristica urla dignità

È chiaro e palese, già da prima dell’emergenza sanitaria che ha aperto il vaso di pandora, che la categoria degli infermieri urla dignità alle Istituzioni e lo ha fatto prestando il massimo della professionalità nei due anni di pandemia e continuando a chiedere in maniera precisa i diritti che vuole vedersi riconosciuti. La professione, soggetta a formazione continua, cresce costantemente e si adegua al Sistema sanitario nazionale incrementandone l’efficienza e il servizio, non solo in termini di competenza ma anche e soprattutto di umanità. Per questo motivo, Consulcesi non può che essere attenta a monitorare ogni movimento e progresso di questa partita che si sta giocando, esponendosi in prima linea dalla parte degli infermieri così come da anni fa con i medici e con tutti i professionisti sanitari. Il sistema sanitario italiano è fatto di tutti i professionisti della sanità che sono prima di tutto persone alle quali è necessario riconoscere i diritti e le tutele che gli spettano.