Bambini e stimolazione (anche) in estate: la noia fa bene?

In una video-intervista, Cristian Pagliariccio, psicologo dell’educazione: "La noia in sé non è un problema per il bambino, semmai lo diventa per l’adulto che se ne prende cura"

Sommario

  1. Il “troppo storpia”
  2. Le evidenze scientifiche
  3. Consigli utili

Con la fine della scuola e la sospensione delle attività strutturate, l’estate può diventare un banco di prova anche per bambini e famiglie. Il rischio, almeno in apparenza, è che i più piccoli si annoino. Ma la noia è davvero un nemico da combattere? Secondo Cristian Pagliariccio, psicologo dell’educazione, la risposta è no. O meglio: non sempre. "La noia in sé non è un problema, semmai lo diventa per l’adulto che si prende cura del bambino e, per questo, può sentirsi sotto pressione - spiega -. Il genitore può andare in ansia, perché non sa come riempire le giornate, oppure perché ha a che fare con bambini molto esigenti, che faticano ad auto-regolarsi. Ma è importante fare una distinzione: se la noia si traduce in un isolamento prolungato, in una chiusura, in un vissuto di abbandono, allora è bene intervenire. Ma in tutti gli altri casi può rivelarsi una risorsa preziosa". 

Il “troppo storpia”

Il rischio, semmai, è l’eccesso opposto: "Riempire ogni spazio con attività organizzate può diventare un limite allo sviluppo dell’autonomia - sottolinea Pagliariccio -. L’estate dovrebbe essere un tempo anche per rallentare, per lasciare che i bambini si auto-organizzino, si annoino, esplorino i propri interessi e imparino a gestire il tempo in modo personale". Un consiglio pratico? "Se un genitore ha in mente dieci attività per l’estate, farebbe bene a tagliarne almeno la metà". 

Le evidenze scientifiche

Diversi studi scientifici hanno confermato il valore della noia: bambini esposti a continui stimoli rischiano di perdere la capacità di autoregolarsi, un processo fondamentale per lo sviluppo emotivo e cognitivo. "Bisogna aiutare i genitori a comprendere proprio questo: la noia non va riempita per forza, ma trasformata in un’occasione educativa", afferma lo psicologo. "È una finestra che permette di diventare più autonomi, di allenare la creatività, di sviluppare capacità nuove, anche attraverso piccole responsabilità quotidiane". 

Consigli utili

L’estate, in quest’ottica, diventa un tempo ideale per accompagnare i bambini verso piccole conquiste di indipendenza: cucinare insieme, imparare a curare una piantina, contribuire alla vita domestica, sperimentare un’attività manuale o artistica. "L’adulto può suggerire, accompagnare, ma non sostituirsi. Se un bambino mostra interesse per la musica o la natura, può essere sostenuto e incoraggiato, ma sempre in un’ottica di esplorazione e non di prestazione". E poi c’è il movimento, importantissimo, ma anche questo – sottolinea Pagliariccio – dovrebbe partire dal bambino: "Non deve essere solo un’attività imposta, ma qualcosa che il bambino o la bambina sceglie, organizza, vive in autonomia, magari con i coetanei", conclude. 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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