Non è solo l’ambiente a risentire del riscaldamento globale: anche la salute umana è oggi esposta a nuove sfide. Tra gli effetti meno visibili, ma potenzialmente più pericolosi, c’è l’aumento del rischio di malattie infettive legate al clima. In Italia, negli ultimi anni, si è registrata una maggiore diffusione di patologie un tempo rare o assenti, spinte dalla crescita delle temperature, dagli inverni miti e da fenomeni metereologici estremi sempre più frequenti.
I vettori si spostano: zanzare e zecche sempre più attivi
Il cambiamento climatico crea un ambiente favorevole alla proliferazione di insetti vettori, come le zanzare e le zecche, che sono tra i principali responsabili della trasmissione di malattie infettive. Il riscaldamento progressivo delle temperature ha infatti esteso il periodo di attività di queste specie e ha favorito la loro sopravvivenza in territori in precedenza inadatti.
In particolare, la zanzara tigre (Aedes albopictus) e la zanzara comune (Culex) sono oggi molto diffuse in Italia e stanno facilitando la trasmissione di virus un tempo tipici di aree tropicali o subtropicali.
Le malattie da sorvegliare in Italia
Negli ultimi anni, esperti del settore infettivologico hanno rilevato un aumento di casi autoctoni – cioè trasmessi direttamente sul territorio nazionale – di alcune patologie che meritano particolare attenzione:
- Dengue: nel 2023 si è registrato il più alto numero di casi trasmessi localmente in Italia, segno di una presenza ormai stabile del virus in alcune aree.
- West Nile Virus (febbre del Nilo occidentale): già presente in diverse regioni italiane, soprattutto nel Nord e nel Centro, può causare gravi complicanze neurologiche.
- Chikungunya e Zika: patologie virali trasmesse dalla zanzara tigre, associate a febbre, dolori articolari e, nel caso di Zika, possibili conseguenze nei feti.
- Malattia di Lyme e TBE (encefalite da zecche): trasmesse da zecche che si stanno diffondendo anche in aree collinari e montane, in precedenza non interessate.
Perché il riscaldamento globale aumenta il rischio sanitario?
L’aumento delle temperature medie e la variabilità climatica incidono direttamente sull’ecosistema e sulla diffusione di vettori e patogeni. Inverni più miti, estati prolungate e precipitazioni irregolari creano ambienti perfetti per la riproduzione di zanzare e zecche. Anche i cambiamenti nei comportamenti migratori degli uccelli selvatici e la globalizzazione degli scambi commerciali e turistici contribuiscono all’importazione e alla circolazione di nuovi virus.
In sostanza, si sta osservando una tropicalizzazione del clima italiano, che rende il nostro Paese sempre più vulnerabile a infezioni prima considerate esotiche.
L’importanza della sorveglianza e della prevenzione
Affrontare queste nuove minacce sanitarie richiede un approccio integrato, in linea con il principio di One Health, che considera la salute umana, animale e ambientale come strettamente interconnesse. Le istituzioni sanitarie italiane sono attivamente impegnate in programmi di sorveglianza epidemiologica, monitoraggio dei vettori e promozione della prevenzione individuale.
Tra le azioni più importanti da sostenere:
- Il monitoraggio costante delle popolazioni di zanzare e zecche in collaborazione con le agenzie ambientali e gli istituti zooprofilattici;
- L’informazione ai cittadini e la formazione del personale sanitario per il riconoscimento tempestivo dei sintomi;
- La vaccinazione preventiva, dove disponibile (ad esempio per l’encefalite da zecche nelle zone alpine).
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L’importanza della sorveglianza e della prevenzione
Affrontare queste nuove minacce sanitarie richiede un approccio integrato, in linea con il principio di One Health, che considera la salute umana, animale e ambientale come strettamente interconnesse. Le istituzioni sanitarie italiane sono attivamente impegnate in programmi di sorveglianza epidemiologica, monitoraggio dei vettori e promozione della prevenzione individuale.
Il ruolo della SIMIT
Tra gli organismi più attivi in questo ambito c’è la SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, che riunisce specialisti provenienti da tutta Italia con l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica, la formazione degli operatori sanitari e la divulgazione su tematiche infettivologiche, incluse quelle emergenti legate al cambiamento climatico. Attraverso rapporti periodici, congressi e interventi di esperti, la SIMIT contribuisce a mantenere alta l’attenzione su patologie nuove o riemergenti, favorendo il dialogo tra istituzioni, medici e cittadini. In un contesto climatico sempre più instabile, il lavoro di monitoraggio e aggiornamento svolto da questa società scientifica si rivela cruciale per una risposta tempestiva e coordinata del sistema sanitario nazionale.
Come può proteggersi il cittadino?
Anche i comportamenti individuali hanno un ruolo chiave nel ridurre il rischio di contagio. Alcune buone pratiche includono:
- Eliminare i ristagni d’acqua in giardini, terrazzi, sottovasi e grondaie, per ostacolare la deposizione delle uova delle zanzare;
- Usare repellenti cutanei, zanzariere e indumenti lunghi durante le escursioni in zone boschive o rurali;
- Controllare il corpo e i vestiti dopo passeggiate nei prati o nei boschi per escludere la presenza di zecche;
- Consultare il medico in caso di febbre sospetta o sintomi dopo una puntura d’insetto, soprattutto in estate.
Prepararsi al futuro climatico
Il cambiamento climatico non è più una previsione, ma una realtà già in atto. Le sue conseguenze sulla salute pubblica sono concrete e richiedono una risposta integrata da parte delle istituzioni, degli operatori sanitari e della popolazione. La prevenzione, l’educazione sanitaria e l’adattamento dei sistemi di sorveglianza sono strumenti fondamentali per contenere i rischi legati all’emergere di nuove malattie infettive. Agire oggi significa proteggere la salute collettiva di domani.