La Chikungunya, malattia trasmessa dalla zanzara tigre, continua a rappresentare una sfida crescente per la sanità pubblica italiana. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), al 16 settembre 2025 in Italia sono stati confermati 246 casi, di cui 205 autoctoni e 41 importati. La maggior parte dei contagi autoctoni si concentra nelle regioni del Nord e del Centro, confermando come la presenza stabile della zanzara tigre e i cambiamenti climatici possano favorire focolai anche in zone tradizionalmente non tropicali.
Chikungunya in Italia e Veneto: dati e focolai recenti
Il Veneto è tra le regioni più colpite, con il primo caso autoctono registrato ad agosto 2025 in Valpolicella, in una donna che non aveva viaggiato all’estero. Ad oggi, nella provincia di Verona, i casi accertati sono 50, di cui 46 confermati, con le aree più colpite nei comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano, e casi isolati a San Giovanni Lupatoto, Cavaion Veronese e Buttapietra. La diffusione locale ha reso necessarie misure straordinarie da parte delle autorità sanitarie e amministrative, che hanno attivato un piano di emergenza che comprende disinfestazioni, controlli entomologici e campagne informative per la popolazione.
Il Bollettino regionale “Sorveglianza delle malattie trasmesse da vettore” n. 9/2025 segnala, oltre ai casi di Chikungunya, altre arbovirosi presenti nel territorio: 84 casi di febbre da West Nile (44 confermati), 29 casi neuroinvasivi (24 confermati), 19 casi di encefalite da zecca (12 confermati), 8 casi di Toscana virus (6 confermati) e, tra le arbovirosi di importazione, 25 casi di dengue (24 confermati) e 7 casi importati di Chikungunya. Questi dati sottolineano l’importanza della sorveglianza continua e della prevenzione, non solo per la Chikungunya, ma per tutte le malattie trasmesse da vettore.
Focolaio di Cadidavid a Verona: disinfestazioni e misure di prevenzione
Negli ultimi giorni, un nuovo episodio ha fatto scattare interventi mirati a Cadidavid, frazione di Verona. Qui un residente è risultato positivo alla Chikungunya senza viaggi recenti all’estero, costituendo così il focolaio più recente della zona. Per contenere la diffusione del virus, il sindaco Damiano Tommasi ha emesso un’ordinanza che consente agli operatori dell’azienda Triveneta Multiservizi di effettuare trattamenti adulticidi e larvicidi nelle vie principali della frazione, in un raggio di circa 300 metri.
Durante le disinfestazioni, le attività all’aperto saranno sospese, ma gli interventi mirano a ridurre significativamente la densità di zanzare adulte e a eliminare i focolai larvali presenti negli spazi pubblici e privati. La collaborazione dei cittadini è fondamentale: occorre proteggere orti, piante e animali domestici, chiudere porte e finestre, rimuovere ristagni d’acqua in secchi, tombini, sottovasi o piscine non utilizzate e trattare le acque stagnanti con prodotti larvicidi sicuri. Il mancato rispetto delle indicazioni può comportare sanzioni amministrative da 25 a 500 euro.
Le disinfestazioni non sono limitate a Cadidavid: la Regione Veneto e le autorità locali stanno effettuando interventi analoghi anche nei comuni maggiormente colpiti, come Sant’Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano, con l’obiettivo di prevenire nuovi focolai e ridurre la trasmissione del virus sul territorio. Questi interventi si accompagnano a campagne informative rivolte alla popolazione, spiegando i comportamenti corretti da adottare a casa e nei cortili, e all’importanza della rimozione di eventuali contenitori che possano raccogliere acqua piovana.
Cos’è la Chikungunya e perché è pericolosa
La Chikungunya è una malattia virale causata da un arbovirus della famiglia Togaviridae, che prende il nome da un termine africano che significa “piegarsi”, in riferimento alla postura incurvata che i pazienti assumono a causa dei dolori articolari intensi. La malattia è debilitante, con sintomi marcati, ma raramente provoca esiti mortali. La comparsa di focolai autoctoni in Veneto testimonia quanto la malattia possa espandersi rapidamente in aree temperate, a seguito della diffusione della zanzara tigre.
Trasmissione della Chikungunya: come si diffonde il virus
Il virus si diffonde esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette, principalmente la zanzara tigre (Aedes albopictus), ormai diffusa stabilmente in gran parte del Veneto e in molte altre regioni italiane. Non esiste contagio diretto da persona a persona, perciò la diffusione dipende dalla presenza del vettore e dalla densità di persone infette nel territorio. La prevenzione deve combinare misure individuali, come l’uso di repellenti e la protezione di orti e ambienti domestici, con interventi collettivi di disinfestazione e monitoraggio.
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Sintomi della Chikungunya: come riconoscerli subito
La malattia si manifesta in modo improvviso e debilitante. I principali sintomi includono:
- febbre alta e improvvisa;
- dolori articolari intensi, in particolare a polsi, caviglie e ginocchia;
- dolori muscolari, mal di testa e forte stanchezza;
- in alcuni casi, eruzioni cutanee o disturbi gastrointestinali.
I dolori articolari possono persistere per settimane o mesi, soprattutto negli anziani o nei soggetti fragili, con conseguenze significative sulla qualità della vita. La gravità dei sintomi rende importante il riconoscimento precoce della malattia e l’adozione tempestiva di misure di sostegno e prevenzione.
Cura e trattamento della Chikungunya
Non esistono farmaci specifici per eliminare il virus della Chikungunya. La gestione dei sintomi prevede:
- riposo e idratazione per ridurre la febbre e sostenere il sistema immunitario;
- farmaci analgesici o antinfiammatori per alleviare dolori articolari e muscolari;
- monitoraggio medico nei casi più gravi o nei pazienti con patologie pregresse, per prevenire complicanze.
Prevenzione della Chikungunya e protezione dalle zanzare tigre
La prevenzione si basa su comportamenti individuali e interventi collettivi. Tra le misure principali:
- eliminare ristagni d’acqua da tombini, sottovasi, secchi e piscine inutilizzate;
- usare repellenti cutanei e indossare abiti chiari e coprenti;
- proteggere orti, frutta e verdura durante i trattamenti adulticidi;
- tenere chiuse porte e finestre durante le operazioni di disinfestazione;
- pulire con acqua e sapone mobili, giochi e suppellettili esposti al trattamento.
Queste azioni, se adottate in maniera costante, contribuiscono a ridurre significativamente la densità del vettore e a prevenire nuovi focolai.
Prospettive e sorveglianza futura della Chikungunya in Veneto
L’arrivo dell’autunno e il calo delle temperature possono contribuire a ridurre l’attività delle zanzare, ma l’epidemia nel Veronese dimostra quanto la presenza stabile della zanzara tigre e i cambiamenti climatici possano favorire la comparsa di nuovi focolai anche in regioni temperate. La sorveglianza costante, la prevenzione e la collaborazione tra cittadini e autorità restano gli strumenti principali per contenere la diffusione della Chikungunya e di altre malattie trasmesse da vettore.