Il tema della riorganizzazione della sanità italiana continua ad essere centrale nel dibattito politico, la scorsa settimana in questa sede abbiamo analizzato il disegno di legge 2372 presentato in Senato con il quale si propone la riorganizzazione delle scuole di specializzazione medica in un’ottica di valorizzazione degli specializzandi e aumento delle competenze. Sulla stessa linea di pensiero si colloca il 2396 in materia di “Riordino della formazione universitaria delle professioni sanitarie infermieristiche, nonché delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica” presentato anch’esso al Senato a settembre del 2021 e in attesa di assegnazione.
Nella relazione introduttiva, infatti, si specifica proprio che l’obbiettivo di questa proposta è quello di “adeguare l’iter formativo delle professioni sanitarie infermieristiche nonché delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica all’evoluzione scientifica, tecnologica e ai nuovi bisogni sanitari derivanti dal mutato quadro epidemiologico e demografico, acuito dall’attuale fase pandemica” indicando che il percorso formativo debba essere sempre più professionalizzante e mirato ad aree specialistiche come già previsto dalle normative europee.
Le disposizioni della proposta si applicano dunque anche alle professioni sanitarie tecniche, della prevenzione, della riabilitazione e della professione ostetrica.
Modifiche sostanziali al percorso di studi per gli infermieri
La proposta prevede innanzitutto che l’attuale laurea magistrale sia sempre più professionalizzante nelle principali aree specialistiche. La formazione sarà svolta dalle Università in collaborazione con le Regioni avvalendosi del personale del SSN i cui presidi assumeranno la configurazione di presidi di insegnamento. In considerazione delle evoluzioni e dei progressi nel mondo della sanità e della tecnologia scientifica e al fine di favorire l’integrazione con i modelli formativi e professionali dell’Unione europea, con cadenza triennale, dovrà essere effettuata una verifica ed un eventuale ridefinizione dell’offerta formativa accademica.
In base al comma 3 la formazione universitaria delle professioni infermieristiche si articolerà su tre livelli:
- corso di laurea abilitante in infermieristica e in infermieristica pediatrica;
- corso di laurea magistrale in scienze infermieristiche che permetterà l’acquisizione di competenze avanzate negli indirizzi gestionale, educativo-formativo e clinico specialistico. Per quest’ultimo indirizzo in articolare saranno previste aree specifiche: cure primarie e sanità pubblica, intensiva e dell’emergenza, medica, chirurgica, neonatologia e pediatrica, nonché area della salute mentale e delle dipendenze;
- dottorato di ricerca per l’acquisizione di competenze metodologiche per la ricerca scientifica, che si potrà articolare in base al comma 4 in un master di secondo livello per il perfezionamento scientifico e l'alta formazione permanente e ricorrente e in una scuola di specializzazione per l'ulteriore approfondimento disciplinare, scientifico e metodologico per l'esercizio di attività di alta qualificazione in campi innovativi dell'infermieristica e nelle aree di specializzazione infermieristica.
Istituzione della facoltà di scienze infermieristiche e ruolo di coordinatore
Verrà, dunque, istituita la facoltà di scienze infermieristiche con relativi dipartimenti e organizzazione ed è prevista nei corsi universitari una specifica collocazione delle discipline professionalizzanti presenti nel settore scientifico-disciplinare med/45-scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche.
Per esercitare la funzione di coordinatore sarà necessaria la laurea magistrale in luogo dell’attuale master di primo livello, che rimarrà comunque un requisito valido per i successivi cinque anni dall’approvazione della legge
La proposta prevede infine, come nel caso della riforma delle scuole di specializzazione medica l’istituzione di un tavolo interistituzionale che avrà lo scopo di monitorare l’effettiva attuazione della legge e di proporre ulteriori interventi per lo sviluppo in ambito formativo e organizzativo.
Considerazioni conclusive
Trattandosi al momento di una proposta di legge non si può escludere che verranno apportate delle modifiche, ma sembra finalmente che anche per le professioni sanitarie si apra una strada verso un nuovo percorso formativo e una maggiore valorizzazione delle professionalità, in coerenza con quanto già previsto nella maggior parte degli altri paesi europei. La pandemia ha ricordato a tutti quanto alcuni ruoli nell’ambito della sanità siano cruciali e, quanto chi li ricopre si possa trovare in difficoltà talvolta a causa di una formazione una troppo teorica e generica che si scontra con la realtà operativa di tutti i giorni.