Mononucleosi e sclerosi multipla: una connessione che parte dall’infanzia

Uno studio dei ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù evidenzia una correlazione tra l’infezione da virus della mononucleosi e l’insorgenza della sclerosi multipla tra bambini e ragazzi, aprendo nuove prospettive per la diagnosi precoce e con implicazioni cruciali nelle strategie di intervento.

Sommario

  1. Cos’è la sclerosi multipla e perché è importante identificarla precocemente
  2. Il ruolo del virus di Epstein-Barr
  3. Vaccini anti-EBV e il centro Sm del Bambino Gesù: uno sguardo al futuro

Il virus della mononucleosi, comunemente noto come “malattia del bacio”, gioca un ruolo diretto nello sviluppo della sclerosi multiplatra bambini e adolescenti. La conferma arriva da uno studio condotto da clinici e ricercatori dell’Unità di Neurologia dello Sviluppo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Neurology, che ha coinvolto oltre 200 giovani pazienti. I risultati aprono nuove prospettive per la diagnosi precoce e per strategie preventive della malattia del sistema nervoso centrale, come la possibile vaccinazione contro il virus di Epstein-Barr (EBV), con implicazioni concrete per la gestione clinica dei pazienti più giovani.

Cos’è la sclerosi multipla e perché è importante identificarla precocemente

La sclerosi multipla (Sm) è una malattia cronica e infiammatoria del sistema nervoso centrale, in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la mielina, compromettendo la trasmissione degli impulsi nervosi. I sintomi possono includere debolezza muscolare, alterazioni sensoriali, problemi di equilibrio, affaticamento e disturbi cognitivi. Circa 1 paziente su 10 è un bambino o un adolescente, con un decorso clinico che spesso richiede protocollo specifici e monitoraggio mirato. Le cause precise restano ancora in parte sconosciute, ma è sempre più evidente che fattori genetici e ambientali, comprese alcune infezioni virali, possano contribuire alla sua comparsa. Negli adulti, infatti, l’associazione tra virus di Epstein-Barr (EBV) – responsabile della mononucleosi – e Sm è ben documentata, mentre nei casi pediatrici questo legame sta emergendo solo ora grazie a studi recenti. Comprendere questi fattori è fondamentale per migliorare la diagnosi precoce e sviluppare protocolli terapeutici mirati, ottimizzando la gestione dei giovani pazienti.

Il ruolo del virus di Epstein-Barr

Lo studio condotto da clinici e ricercatori dell’Unità di Neurologia dello Sviluppo del Bambino Gesù, in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze della Sapienza Università di Roma, ha coinvolto 219 bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 17 anni (età media 12), di cui 57 con diagnosi di sclerosi multipla. Nel corso di due anni, i ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di tutti i partecipanti tramite tecniche di chemiluminescenza, alla ricerca di anticorpi specifici contro il virus di Epstein-Barr (EBV).

I risultati sono stati netti: il 100% dei bambini con sclerosi multipla presentava segni di infezione da EBV, spesso acquisita in modo asintomatico. Per verificare la specificità del legame, gli studiosi hanno confrontato questi dati con due gruppi di controllo: bambini con altre malattie autoimmuni non neurologiche e bambini con cefalea primaria, considerati immunologicamente sani. In questi gruppi, la presenza di anticorpi contro EBV era significativamente più bassa, solo il 59% dei casi, confermando una forte correlazione tra l’infezione da EBV e lo sviluppo della sclerosi multipla in età pediatrica. Questo approccio ha permesso di evidenziare come il virus di Epstein-Barr non sia solo un fattore di rischio, ma possa rappresentare un elemento chiave nella comparsa della malattia, aprendo la strada a strategie di diagnosi precoce e prevenzione mirata.

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Vaccini anti-EBV e il centro Sm del Bambino Gesù: uno sguardo al futuro

La scoperta del legame tra virus di Epstein-Barr e sclerosi multipla pediatrica apre nuove possibilità non solo per la diagnosi precoce, ma anche per la prevenzione della malattia. La ricerca biomedica sta sviluppando diversi vaccini contro EBV, tra cui candidati a mRNA come mRNA-1189, già testato in studi di fase 1 per sicurezza e risposta immunitaria, e mRNA-1195, in fase di valutazione per ridurre complicanze post-infettive e malattie autoimmuni correlate. Altri approcci in sperimentazione includono vaccini a subunità, a vettore virale, a particelle simili a virus, a DNA e a nanoparticelle, mirati a prevenire l’infezione iniziale o a rafforzare la risposta immunitaria negli individui già esposti. Sebbene i progressi siano promettenti, gli esperti stimano che un vaccino disponibile per uso clinico potrebbe arrivare non prima della fine del decennio.

Parallelamente, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù rappresenta oggi un punto di riferimento nazionale per la gestione della Sm in età pediatrica. Il centro garantisce diagnosi, terapia e follow-up completi, accompagnando i giovani pazienti lungo tutto il percorso di cura fino all’età adulta. La combinazione tra monitoraggio clinico specializzato e l’avanzamento delle strategie preventive basate sui vaccini apre la strada a un futuro in cui la sclerosi multipla potrà non solo essere trattata in modo più efficace, ma potenzialmente prevenuta già in età giovanile, riducendo l’impatto della malattia sulla vita dei pazienti.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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