Negli Stati Uniti dell’era Trump, la scienza rischia la censura. Il ritorno dell’ex presidente alla Casa Bianca ha coinciso con la nomina di Robert F. Kennedy Jr, noto attivista no vax, a ministro della Salute. Un cambiamento che ha già prodotto effetti concreti e inquietanti: gli scienziati dei National Institutes of Health (Nih), l’ente pubblico di ricerca biomedica, hanno ricevuto indicazioni informali di eliminare ogni riferimento alla tecnologia mRNA dalle richieste di finanziamento. Pena: la possibile bocciatura automatica dei progetti, senza alcuna valutazione scientifica. Una mossa che di fatto imbavaglia la ricerca su una tecnologia che ha salvato milioni di vite durante la pandemia di Covid-19.
Dall’eccellenza al sospetto: il paradosso mRNA
Solo pochi anni fa, i vaccini a mRNA venivano celebrati come simbolo dell’innovazione scientifica americana. Gli scienziati Katalin Karikó e Drew Weissman hanno ricevuto il Nobel per la Medicina nel 2023 proprio per i loro studi su questa tecnologia, fondamentale per i vaccini anti-Covid.
I Nih avevano investito miliardi nello sviluppo di queste soluzioni, e lo stesso Trump ne aveva rivendicato i successi durante il suo primo mandato. Ora, invece, la stessa amministrazione sta bloccando fondi e studi, mentre centinaia di ricercatori restano nel limbo. Come Kawsar Talaat della Johns Hopkins University, che attende finanziamenti per testare un vaccino antidiarrea. Il rischio è un azzeramento della fiducia e un progressivo abbandono della sperimentazione clinica sul suolo americano.
Ideologia contro scienza
Il potere politico entra a gamba tesa nella scienza. E non solo con la censura: l’amministrazione Trump-Kennedy ha chiesto che ogni informazione su fondi, collaborazioni e studi legati ai vaccini a mRNA sia trasmessa direttamente alla Casa Bianca e al nuovo dipartimento affidato a Elon Musk. Una centralizzazione senza precedenti che ha il sapore del controllo ideologico.
Le affermazioni infondate sui presunti danni dei vaccini – come l’ipotesi che abbiano ucciso migliaia di persone – vengono rilanciate come verità, ignorando l’assenza di prove scientifiche. Questo clima ha già generato tagli, licenziamenti e trasferimenti di aziende del settore all’estero. Secondo l’Alliance for mRNA Medicines, la situazione è così grave da costituire una “minaccia esistenziale” per l’intera industria.
Il ritorno dei falsi miti: vaccini e autismo
Come se non bastasse, il Dipartimento della Salute e i Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) hanno annunciato un nuovo, ampio studio sul presunto legame tra vaccini e autismo. Un’ipotesi più volte smentita dalla comunità scientifica, che ha già portato alla radiazione del medico che l’aveva originariamente promossa. Tuttavia, il solo fatto che un’istituzione federale conduca un’indagine del genere rischia di riaccendere il sospetto nel grande pubblico.
Il dottor Wilbur Chen ha sottolineato come “l’esistenza di uno studio” invii il messaggio implicito che “ci sia qualcosa da nascondere”. La scelta dei ricercatori, poi, desta ulteriori perplessità: uno dei nomi coinvolti è David Geier, noto no vax già condannato per esercizio abusivo della professione medica.
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Un Paese malato di sfiducia
Tutto questo accade mentre negli USA esplode una nuova epidemia di morbillo, la più grave degli ultimi dieci anni, favorita proprio dal calo delle vaccinazioni. Solo in Texas, da gennaio, sono stati segnalati oltre 500 casi. Due bambini sono morti, e altri decessi sono al vaglio. In molte zone del Paese, le famiglie – influenzate dalla propaganda no vax – hanno smesso di vaccinare i figli, convinte che le immunizzazioni siano più pericolose delle malattie stesse.
Lo stesso Robert Kennedy Jr. è stato accusato di aver diffuso fake news durante l’epidemia di morbillo a Samoa nel 2019, che causò la morte di 83 persone. Ora promette di “scoprire” la causa dell’autismo entro settembre. Mentre la scienza è messa all’angolo, l’America rischia di ammalarsi non solo di morbillo, ma di disinformazione.