MMG, studio o case di comunità? Mastronuzzi (SIMG): "L'importante è garantire la relazione medico-paziente"

Entro il 2026 dovranno essere realizzare almeno 1.038 Case della Comunità: i medici di medicina generale saranno contenti di abbandonare lo studio alla ‘vecchia maniera’? La risposta della dottoressa Tecla Mastronuzzi della SIMG-Bari

La Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede la realizzazione, entro il 2026, di almeno 1.038 Case della Comunità rinnovate e tecnologicamente attrezzate. Luoghi prossimi al cittadino in cui ogni paziente può trovare l’assistenza e la cura di cui necessita, a partire dal medico di famiglia. Ma i medici di medicina generale preferiscono lo studio “alla vecchia maniera” oppure sono ben contenti di trasferirsi all’interno delle Case di della Comunità. Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Tecla Mastronuzzi, Medico Medicina Generale, membro della SIMG-Bari: “Che un medico lavori in un classico ambulatorio o in una Casa della Comunità - risponde  - non deve mai perdere di vista il cardine su cui si fonda la sua professione: la relazione medico-paziente”.

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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