Il microbiota intestinale è un ecosistema complesso e invisibile che si forma fin dalla nascita e rappresenta un vero e proprio organo fondamentale per la salute del bambino. Svolge ruoli cruciali nello sviluppo del sistema immunitario, nel metabolismo e nel benessere neuropsichico. La sua composizione continua a maturare nei primi anni di vita, influenzata da diversi fattori come il tipo di parto, l’allattamento, la dieta, l’uso di antibiotici e l’ambiente in cui il bambino cresce. Comprendere come nutrire e proteggere questo “organo invisibile” è essenziale per promuovere una crescita sana e uno sviluppo equilibrato.
Nutrizione: la prima medicina per il microbiota
La dieta è il principale fattore che modula la composizione del microbiota nei bambini. Nei primi anni di vita, un’alimentazione corretta:
- sostiene la crescita e la maturazione dell’ecosistema microbico;
- favorisce lo sviluppo di un sistema immunitario tollerante e competente;
- contribuisce a prevenire allergie, obesità, infezioni ricorrenti e disturbi intestinali.
L’introduzione di alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura, legumi e cereali integrali stimola la crescita di ceppi batterici benefici come Bifidobacterium e Lactobacillus, capaci di produrre acidi grassi a catena corta (SCFA), che proteggono la mucosa intestinale, modulano l’infiammazione e regolano il metabolismo glicemico e lipidico.
Il periodo dello svezzamento rappresenta una finestra critica: una dieta ricca di fibre vegetali favorisce la presenza di batteri con funzioni antinfiammatorie e di supporto alla barriera intestinale, mentre un’introduzione precoce di alimenti industriali può ridurre la diversità microbica e aumentare il rischio di patologie immunomediate.
Antibiotici e microbiota: un equilibrio fragile
Gli antibiotici sono spesso necessari, ma il loro uso ripetuto o precoce può causare disbiosi, cioè uno squilibrio nella composizione del microbiota. Gli effetti più comuni includono la riduzione della diversità microbica, la selezione di ceppi resistenti e un aumento della vulnerabilità alle infezioni. Inoltre, recenti studi indicano che tre o più cicli di antibiotici nei primi due anni di vita aumentano del 30% il rischio di obesità entro i cinque anni. Per questo motivo, si raccomanda:
- un approccio prudente e personalizzato nella prescrizione degli antibiotici.
- il principio del “watchful waiting” nelle infezioni lievi delle vie respiratorie superiori. Consiste nell’osservare attentamente l’evoluzione di un’infezione lieve delle vie respiratorie superiori senza ricorrere subito agli antibiotici. Questo approccio evita un uso precoce e non necessario di farmaci, riducendo il rischio di alterare il microbiota intestinale e prevenendo l’insorgenza di resistenze antibiotiche. Si interviene solo se i sintomi peggiorano o non migliorano nel tempo.
- l’uso mirato di probiotici durante o dopo la terapia antibiotica.
Probiotici: definizione e impieghi in età pediatrica
Secondo l’OMS, i probiotici sono microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute dell’ospite. In pediatria, questi microrganismi trovano applicazione in diverse condizioni, tra cui:
- Diarrea associata ad antibiotici: il ceppo più studiato è il Lactobacillus rhamnosus GG, che ha dimostrato di ridurre sia l’incidenza sia la durata degli episodi, migliorando la resilienza intestinale;
- Dermatite atopica: le evidenze sono contrastanti. Alcuni studi suggeriscono un effetto preventivo nei bambini a rischio, mentre altri non rilevano benefici significativi;
- Infezioni respiratorie ricorrenti: specifici probiotici sono stati associati a una riduzione della frequenza e della durata degli episodi, probabilmente grazie alla stimolazione della risposta immunitaria mucosale.
È importante sottolineare che i benefici dei probiotici sono ceppo-specifici; quindi, la scelta del prodotto deve sempre basarsi sulle evidenze scientifiche disponibili e sulle caratteristiche specifiche della patologia trattata.
Prebiotici, simbiotici e postbiotici: nuove frontiere terapeutiche
I prebiotici sono sostanze non digeribili, come l’inulina, i frutto-oligosaccaridi (FOS) e i galatto-oligosaccaridi (GOS), che favoriscono la crescita selettiva di batteri benefici nel microbiota intestinale, in particolare i Bifidobacterium. Questi batteri contribuiscono a rafforzare la barriera intestinale e a ridurre l’infiammazione, migliorando la salute intestinale complessiva. In pediatria, alcuni latti formulati arricchiti con prebiotici sono stati associati a una minore incidenza di infezioni respiratorie e a una riduzione del rischio di allergie. Tuttavia, le evidenze scientifiche disponibili non sono ancora definitive e necessitano di ulteriori conferme.
I simbiotici combinano probiotici e prebiotici, ottenendo effetti sinergici, ad esempio Bifidobacterium longum con FOS, utile per migliorare la disbiosi e sostenere l’immunità mucosale.
I postbiotici, infine, sono metaboliti prodotti dai microrganismi probiotici, come acidi grassi a catena corta e peptidi antimicrobici. Rappresentano una strategia sicura soprattutto per neonati e pazienti immunocompromessi, poiché non contengono microrganismi vivi.
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Trapianto di microbiota fecale in età pediatrica
Il trapianto di microbiota fecale è una procedura ancora sperimentale in ambito pediatrico, utilizzata principalmente in casi selezionati di infezioni da Clostridioides difficile recidivanti. L’indicazione richiede una valutazione specialistica e la sua applicazione per altre patologie è ancora in fase di studio.
Quando sospettare una disbiosi: segnali clinici e anamnesi
Alcuni segnali possono far sospettare uno squilibrio del microbiota, tra cui:
- dolore addominale cronico;
- diarrea o stipsi ricorrente;
- meteorismo;
- coliche nel neonato;
- variazioni nell’aspetto o nell’odore delle feci.
Manifestazioni extraintestinali correlate possono essere irritabilità, disturbi del sonno, cefalea, infezioni ricorrenti e stanchezza inspiegata.
Nell’anamnesi è importante considerare il tipo di parto, la modalità di allattamento, l’uso recente di antibiotici e l’ambiente di vita, ad esempio la presenza di animali domestici o contesti eccessivamente sterili.
L’indagine diretta sul microbiota non è ancora standardizzata nella pratica clinica pediatrica. Si può iniziare con test tradizionali come l’esame delle feci, coprocoltura, ricerca di sangue occulto e test parassitologici. Tecniche più avanzate, come il sequenziamento del 16S rRNA, sono per ora limitate alla ricerca o a centri specializzati.
Approccio clinico e comunicazione con le famiglie
Il ruolo del pediatra è centrale non solo nella prescrizione di terapie, ma anche nell’educazione e nel coinvolgimento attivo delle famiglie. È importante:
- valutare criticamente le evidenze scientifiche;
- informare i genitori sulla specificità dei ceppi e dei prodotti utilizzati;
- monitorare efficacia e tollerabilità durante le integrazioni;
- spiegare che i benefici sul microbiota si manifestano nel medio-lungo termine;
- coinvolgere le famiglie come parte attiva del percorso di cura e prevenzione.
Microbiota e salute infantile: nuove frontiere in pediatria
Il corso “Microbiota e salute infantile: nuove frontiere in pediatria” da 4.5 crediti ECM, disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club, si concentra sull’ecosistema microbico intestinale come determinante chiave della salute nei primi anni di vita. Vengono approfonditi il ruolo del microbiota nello sviluppo immunitario e la predisposizione a patologie pediatriche, con particolare attenzione al periodo dei primi 1000 giorni di vita. La formazione analizza l’impatto di fattori come parto, allattamento, antibiotici, svezzamento e ambiente, e il legame tra disbiosi e condizioni quali allergie, obesità infantile, disturbi gastrointestinali e neurocomportamentali. Vengono inoltre illustrate le proprietà immunomodulanti di ceppi probiotici selezionati e le prospettive offerte da prebiotici, postbiotici e trapianto di microbiota fecale, proponendo un approccio integrato che unisce prevenzione, diagnosi e trattamento. Il Responsabile Scientifico è la Dottoressa Lucilla Ricottini, laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza con una lunga esperienza ospedaliera e accademica.