Scadenza Triennio ECM, Ferrante (FNOFI): “35-40% fisioterapisti ancora non in regola”

Il 31 dicembre 2025 segna la fine del triennio formativo ECM. Una scadenza cruciale per migliaia di fisioterapisti, con ancora troppi professionisti non in regola. Il presidente della FNOFI, Piero Ferrante, fa il punto sulla situazione, le strategie adottate e le prospettive future della formazione continua.

Sommario

  1. Compensazione ECM: più tempo per regolarizzare, bonus per chi è in regola
  2. Formazione ECM: a che punto sono i fisioterapisti italiani?
  3. Quali strategie ha messo in campo l’Ordine per aiutare gli iscritti a mettersi in regola?
  4. Come sta cambiando la formazione e quali saranno le competenze richieste in futuro?
  5. Cosa rischia chi non raggiunge il 70% dei crediti ECM entro fine anno?
  6. Verso la riforma del sistema ECM: quali sono le proposte della FNOFI?

A fine anno scadrà il triennio formativo ECM 2023-2025, e per migliaia di fisioterapisti italiani si avvicina il momento di fare il punto sul proprio percorso formativo. Con un’alta percentuale di professionisti ancora non in regola, l’impegno degli Ordini territoriali diventa fondamentale, così come la consapevolezza dell’importanza non solo normativa, ma anche etica e professionale della formazione continua.

Non adempiere all’obbligo formativo ECM, infatti, non è soltanto una formalità trascurabile, ma può comportare conseguenze disciplinari da parte dell’Ordine professionale di appartenenza. Secondo quanto previsto dalla Legge 3/2018 (nota come Legge Lorenzin) e dal D.Lgs. 138/2011, gli Ordini possono adottare provvedimenti proporzionati alla gravità dell’inadempienza: si va dall’avvertimento alla censura, dalla sospensione temporanea (fino a sei mesi) dall’albo, fino alla radiazione nei casi più gravi. Tali sanzioni possono derivare da controlli periodici oppure da segnalazioni, e incidono direttamente sulla possibilità di esercitare la professione.

Ed è per questo che il Cogeaps (il consorzio che coordina il sistema ECM a livello nazionale) ha avviato l’attività di comunicazione sullo stato formativo dei professionisti sanitari, rivolgendosi a tutte le Federazioni. In una recente intervista, Roberto Monaco – presidente del Cogeaps, appena riconfermato, e segretario della FNOMCeO – ha spiegato che il consorzio sta inviando a ciascuna Federazione i dati relativi alla situazione formativa, affinché poi siano trasmessi ai singoli Ordini professionali. Monaco ha aggiunto che in questo modo ogni Ordine potrà individuare i professionisti che non hanno raggiunto il fabbisogno formativo previsto e riceveranno specifiche comunicazioni con l’invito ad adeguarsi alla normativa vigente.

Compensazione ECM: più tempo per regolarizzare, bonus per chi è in regola

Con la delibera approvata il 3 luglio 2025, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua introduce importanti novità per i professionisti sanitari non in regola con l’obbligo formativo ECM dei trienni passati, concedendo tempo fino al 31 dicembre 2028 per recuperare i crediti mancanti. I crediti acquisiti nel triennio attuale (2023-2025) potranno essere usati anche per compensare debiti pregressi, con un meccanismo automatico che sfrutta l’eccedenza dei crediti accumulati dal 2014 in poi. Nulla cambia invece per il termine del triennio in corso, che resta fissato al 31 dicembre 2025, data cruciale anche ai fini assicurativi secondo la Legge Gelli-Bianco. La delibera introduce anche una premialità concreta: 20 crediti ECM bonus per tutti i professionisti che risultino già in regola con tutti i trienni alla data di pubblicazione del provvedimento, in un’ottica di valorizzazione della formazione continua costante e completa.

Ma qual è la situazione tra i fisioterapisti? Ne parliamo con il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti (FNOFI), Piero Ferrante, che fa il punto sulle strategie messe in campo e sulle prospettive future del sistema ECM, tra rischi concreti e opportunità di crescita per l’intera categoria.

Formazione ECM: a che punto sono i fisioterapisti italiani?

Presidente, il 31 dicembre segna la scadenza del triennio formativo. Qual è la situazione formativa, ad oggi, degli iscritti all'Ordine dei Fisioterapisti?

Io credo sia importante fare un piccolo preambolo, una piccola premessa. Il progetto ECM ha visto la luce nel nostro Paese nel 2002, quindi sono oltre vent’anni. Attualmente, diciamo che la situazione non è rosea. L’unico dato che possiamo dire, approssimativamente, è che la percentuale di non virtuosi è pressappoco sovrapponibile fra tutte le professioni sanitarie. Ad oggi, purtroppo, consta di circa il 35-40% di professionisti sanitari cosiddetti non virtuosi. Va però detto che mancano ancora sei mesi alla fine del triennio e che, sicuramente, entro la fine di quest’anno questa percentuale sarà abbattuta: si considera almeno del 50%.

Quali strategie ha messo in campo l’Ordine per aiutare gli iscritti a mettersi in regola?

L’Ordine ha messo in atto delle strategie per ricordare la scadenza e supportare gli iscritti?

Il nostro delegato alla formazione ECM, il componente del Comitato Centrale Claudio Ciavatta, ha da subito messo in azione un’opera importante con tutti i delegati alla formazione ECM territoriali. Questo ci ha permesso di interfacciarci con loro, con i territori. E tramite questo rapporto continuo di interscambio tra il consigliere Ciavatta e tutti i delegati territoriali, abbiamo potuto sviluppare tante progettualità e tante idee. Importante, e questo è uno dei lavori più precisi e puntuali che ha fatto il nostro delegato alla formazione ECM, il consigliere Ciavatta, è stata la strutturazione del dossier formativo di gruppo della FNOFI, che ha consentito ad ogni fisioterapista iscritto agli albi dei nostri Ordini territoriali di usufruire immediatamente di un bonus di 30 ECM, bonus che poi per l’anno successivo diventava di ulteriori 20 ECM.

Come sta cambiando la formazione e quali saranno le competenze richieste in futuro?

In quali direzioni si evolverà, secondo lei, la formazione per i fisioterapisti?

Il panorama epidemiologico e anagrafico della nostra popolazione si è evoluto. Ricordiamo che ad oggi, nel nostro Paese, un abitante su quattro è ultrasessantacinquenne e si prevede che, entro una ventina d’anni, quindi praticamente un battibaleno, la popolazione ultrasessantacinquenne nel nostro Paese diventerà di 1 a 3. Tutto questo cosa vuol dire? Vuol dire che i professionisti sanitari devono evolversi, devono cambiare, devono adeguare la loro preparazione, la loro formazione in merito e in conseguenza alle mutate richieste di salute che ci vengono dalla popolazione. In questo, sicuramente, il sistema ECM ci può essere e ci sarà di grande aiuto. Io immagino una formazione più precisa, più puntuale, una formazione a distanza ma anche in presenza, imperniata sull’utilizzo della tecnologia, della teleriabilitazione, del monitoraggio e dell’utilizzo accorto dell’intelligenza artificiale. Tutto questo per far sì che il professionista sanitario sia sempre più preparato per poter rispondere, torno a dire, alle mutate richieste di salute che ci vengono dalle persone, dalla popolazione, dai cittadini.

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Cosa rischia chi non raggiunge il 70% dei crediti ECM entro fine anno?

Nel 2026, senza aver completato almeno il 70% dei crediti ECM, si rischia di perdere la copertura della polizza assicurativa in caso di contenzioso. I vostri iscritti sono consapevoli di questo rischio? E quanto potrebbe impattare sul loro lavoro?

Va detto che, innanzitutto, come ho cercato di dire all’inizio, questo tipo di formazione ECM, questo tipo di obbligo, non va interpretato come una gabella, come una cosa imposta, ma va vissuto come un patto. Un patto che il professionista sanitario stringe con il cittadino, con la persona che a lui si rivolge. Francamente, adesso non è più un problema meramente deontologico, ma diventa un problema veramente importante per la vita professionale dei nostri iscritti. Che comunque sono più che sollecitati: ciclicamente mandiamo mail, mandiamo newsletter, scriviamo sui nostri social federativi e comunque abbiamo in mente, nei prossimi giorni, di mettere in campo un’attività ancor più forte, ancor più stringente, perché questa eventualità sicuramente impatterà sulla vita professionale, e non solo, dico io, di tutti i nostri iscritti.

Verso la riforma del sistema ECM: quali sono le proposte della FNOFI?

Senta, si è parlato a lungo di rivoluzione del sistema ECM. Quali sono i punti da attenzionare? E quale potrebbe essere la proposta di riforma?

Oltre a quanto detto prima, è importante aggiungere questo: l’attività, il progetto, il corso della formazione ECM è importantissimo per il professionista. E noi, come Federazione, stiamo immaginando e strutturando proposte. Già dallo scorso anno abbiamo prodotto proposte.
Abbiamo messo in campo quella che abbiamo chiamato “il Progetto Formazione dei Fisioterapisti Italiani”, che vede la Federazione riconoscere 5 euro per ogni iscritto, per tutti quegli OFI che intraprendono un percorso di formazione ECM. Chiaramente la formazione dovrà essere poi certificata. Beh, questo ci è sembrato un’azione fattiva, concreta che sarà, ed è già, ben gradita. Abbiamo avuto già riscontri: buoni riscontri, riscontri importanti, sia dagli Ordini territoriali che dagli stessi nostri iscritti fisioterapisti, da tutti i nostri quasi 75.000 fisioterapisti.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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