Poco meno di sei mesi alla conclusione dell’anno e, contemporaneamente, alla scadenza del triennio formativo 2023-2025. Un anno caratterizzato da riforme importanti – prima il Milleproroghe, il rinnovo del Cogeaps, fino alla delibera sui trienni passati della Commissione ECM – che hanno dimostrato ancora una volta quale sia il peso specifico di una situazione di regolarità nell’obbligo formativo per tutti i professionisti della Sanità.
La situazione formativa delle Ostetriche
In primis, si evita il rischio di vedersi rifiutare la copertura assicurativa in caso di contenzioso – un messaggio che Ordini e Federazioni sono determinati a far passare per tutti gli iscritti, visto che la data di inizio è proprio il 1° gennaio 2026, in cui chi non avrà conseguito almeno il 70% del fabbisogno formativo del 23-25 si troverà esposto. Poi si allontana anche lo spettro delle sanzioni disciplinari che, per chi si trovasse in una situazione estrema (simile, a.e., a 0 crediti in più di un triennio), potrebbe tradursi anche nella sospensione dall’esercizio della professione. Con la premessa di evitare questo scenario è stata approvata la recente delibera della Commissione ECM che regolamenta il recupero dei trienni precedenti, possibile tramite compensazione fino al 2028.
Nonostante avvertimenti e normative, sono ancora tanti i professionisti non certificabili, qual è la situazione delle ostetriche? La presidente della Federazione nazionale degli Ordini della Professioni Ostetriche (FNOPO), Silvia Vaccari, fa un quadro dell'attualità.
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Scadenza Triennio 23-25: rischi e reazione di FNOPO
Presidente il 31 dicembre segna la scadenza di questo triennio formativo 23-25. Qual è la situazione formativa ad oggi tra ostetriche e ostetrici?
“La situazione è leggermente preoccupante in quanto, nonostante le numerose sollecitazioni, l'offerta attiva su diverse piattaforme e il fatto che, come Ordini e Federazione, abbiamo offerto tanti corsi, molti stanno ancora sottovalutando quello che sarà l’impatto di una situazione di irregolarità nel 2026, che sarà molto importante sulla parte assicurativa, soprattutto sul rischio di tipo professionale”.
Presidente Vaccari, l'ordine ha messo in atto delle strategie per ricordare la scadenza e supportare gli iscritti?
“Sì, devo dire che tramite la raccolta dei dati che ci fornisce semestralmente il Cogeaps, noi suddividiamo e mettiamo tutti i dati delle 22.300 ostetriche ed inviamo ad ogni ordine professionale i nominativi di tutte le loro iscritte, in modo che gli Ordini riescano a verificare chi è inadempiente, chi ha bisogno di una piccola correzione, chi invece ha raggiunto questa possibilità. Inoltre, l'Ordine ha come mission proprio della sua natura ordinistica, quella di fare una formazione annuale sull'etica e la deontologia, possibilmente accreditate in modo da favorire il professionista”.
Nodo assicurativo 2026 e comunicazioni alle iscritte
Ci conferma quello che ha dichiarato il dottor Monaco, ovvero che gli Ordini sono stati avvisati della situazione formativa di ciascun professionista.
“Il Cogeaps ha sempre fornito un elenco di tutte le iscritte, noi poi l'abbiamo spacchettato e suddiviso per Ordine, riuscendo tempestivamente ad avvertire le persone. Gli Ordini hanno il dovere di farlo tramite comunicazione scritta e, nell'eventualità vi siano gravi inadempienze che possono mettere a rischio anche il posto di lavoro, sicuramente chiamano personalmente le professioniste per avvertirle, perché non tutte hanno questa abilità ad aprire la PEC o ad aprire altre fonti di informazione”.
Nel 2026 senza almeno il 70% del fabbisogno dei crediti ECM di quest'anno in regola, si rischia la copertura assicurativa in caso di contenzioso. E sappiamo che anche per le ostetriche può essere un problema. I vostri iscritti, le vostre iscritte, sono consapevoli di questo rischio e di quanto potrebbe andare a impattare sul loro lavoro?
“Le iscritte ne sono consapevoli, che potrebbero portare a una non copertura assicurativa e a una sospensione dell'attività se si riceve una sanzione, oppure anche a un licenziamento perché le aziende pubbliche e private accreditate adesso cominciano a chiedere ai professionisti di dichiarare che tipo di formula assicurativa hanno. La nostra Federazione ha strategicamente adottato una copertura assicurativa ad hoc per le ostetriche, che le supporta e copre in ogni ambito. Nel frattempo, si cerca di fare un’attività di formazione che supporti le iscritte non in regola”.
Il futuro della formazione ECM secondo FNOPO
Quali dovrebbero essere, secondo lei, le direttive sulle quali dovrebbe orientarsi l'evoluzione della formazione per le ostetriche e gli ostetrici?
“Stiamo lavorando moltissimo sulla formazione post base, quindi su una laurea magistrale che è già stata presentata alla Conferenza dei Servizi, che ci permette di creare un percorso alternativo a quello degli infermieri. In quanto loro hanno puntato su lauree specialistiche di tipo clinico, mentre noi dobbiamo lavorare sulla ricerca della professione ostetrica, delle nostre funzioni e metodologie, per capire dove bisogna implementare o correggere”.
E infine, Presidente, si è parlato a lungo di un'evoluzione del sistema ECM, come dovrebbe evolvere la formazione e quale potrebbe essere la proposta di FNOPO?
“Ho valutato in questi anni cosa significa formazione ECM. Non è solo un raggiungimento di crediti, perché deve avere comunque una ricaduta nel quotidiano. La formazione dovrebbe essere un ruolo di curiosità, un modo di introdurre nuove risorse, che soprattutto lavori sulla qualità dell'assistenza. Noi proponiamo di cominciare a lavorare veramente su quelle che sono le nostre pratiche, produrre molti più corsi di integrazione sulle attività ospedale-consultorio. Una delle attività a cui io tengo tantissimo è quella dei corsi di emergenza-urgenza perché nella professione di ostetrica l’emergenza-urgenza è all'ordine del giorno e quindi il mantenimento delle skill, anche tramite simulazioni. Il tempo della formazione, inoltre, deve essere di qualità, le nostre ore di lavoro sono tante e l'equilibrio lavoro-famiglia-vita personale a volte è difficile da conciliare. Questa non è una giustificazione, ma dobbiamo trovare una strategia tale per cui tutti riusciamo ad avere il tempo da dedicare ad una formazione che veramente sentiamo nostra, di cui davvero abbiamo bisogno”.