Triennio ECM, 6000 veterinari in regola con la formazione su 35mila. Mulas: “Dovere deontologico ma serve sistema più equo e flessibile”

Intervista alla consigliera FNOVI Daniela Mulas sullo stato della formazione veterinaria e le incertezze sulla norma assicurativa

Sommario

  1. Scadenza Triennio 23-25: il punto di vista di FNOVI
  2. L’evoluzione della formazione veterinaria e la copertura assicurativa

A pochi mesi dalla chiusura del triennio ECM 2023–2025, i numeri parlano chiaro: solo una minoranza dei medici veterinari ha completato il percorso formativo richiesto. Un dato che preoccupa la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), da tempo impegnata nel sensibilizzare la categoria sull’importanza della formazione continua e nel mettere a disposizione strumenti utili per agevolare l’adempimento, in particolare tra i liberi professionisti, che spesso incontrano maggiori difficoltà ad accedere a un’offerta accreditata.

Secondo FNOVI, il sistema ECM resta uno strumento centrale per garantire qualità e aggiornamento delle competenze. La Federazione, che è provider accreditato ECM, riconosce che una grande percentuale di professionisti, risulta attualmente incoerente con il sistema della formazione continua. Per rispondere ai loro bisogni, la FNOVI ha introdotto lo Sviluppo Professionale Continuo (SPC) uno strumento che consente di valorizzare e documentare attività formative non accreditate ECM, ritenendo che anche tali percorsi costituiscano un modo valido per assolvere il debito formativo, anche al di fuori del circuito ECM in quanto complementari al sistema.

Rimane invece aperta la questione legata alla norma che, a partire dal 2026, prevede la perdita della copertura assicurativa per i professionisti che non abbiano conseguito almeno il 70% dei crediti formativi obbligatori. La FNOVI esprime forti perplessità su questo collegamento tra obbligo formativo e tutela assicurativa, ritenendo necessaria una riflessione più ampia sulla coerenza e l’applicabilità della misura.

Scadenza Triennio 23-25: il punto di vista di FNOVI

Il 31 dicembre segna la scadenza del triennio formativo. Qual è la situazione formativa ad oggi tra i veterinari?

Ad oggi nel sistema ECM risultano certificabili poco più di 6000 medici veterinari su 35.000 iscritti. Questa situazione rappresenta una criticità, ma va evidenziato che, mentre per i medici veterinari che operano nel sistema sanitario nazionale – sia dirigenti che convenzionati – è disponibile un’offerta formativa accreditata ECM, lo stesso non si può dire per i medici veterinari liberi professionisti, come quelli che si occupano di animali da compagnia o da produzione. Se l’obiettivo è garantire prestazioni sanitarie erogate da medici veterinari formati, FNOVI riconosce che, anche se alcuni medici veterinari non hanno una formazione accreditata ECM, ma frequentano comunque corsi di formazione di qualità, risulta comunque assolto l’obbligo deontologico della formazione.

La Federazione ha messo in atto delle strategie per ricordare la scadenza e supportare gli iscritti?

Sì, la Federazione ricorda agli iscritti il proprio dovere deontologico in materia di formazione. Va sottolineato che FNOVI è provider accreditato ECM e fornisce formazione accreditata principalmente tramite una piattaforma FAD. Per i medici veterinari liberi professionisti, che non hanno sempre a disposizione un’offerta formativa accreditata ECM, FNOVI ha sviluppato uno strumento per misurare la formazione anche non accreditata ECM: un sistema snello e facile che consente di acquisire crediti nel proprio portfolio formativo attraverso il sistema gestito dalla Federazione chiamato Sviluppo Professionale Continuo (SPC).

L’evoluzione della formazione veterinaria e la copertura assicurativa

Quali dovrebbero essere le direttive sulle quali dovrebbe orientarsi l’evoluzione della formazione veterinaria?

La formazione veterinaria è un percorso in continua evoluzione. I medici veterinari sono molto impegnati in ambiti come la sicurezza alimentare, la prevenzione delle zoonosi, la cura degli animali da reddito e da compagnia, rappresentando veri e propri baluardi di salute pubblica e globale. In uno scenario così complesso, i veterinari non devono avere soltanto competenze cliniche, ma anche competenze trasversali ed è necessario un approfondimento sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, che, pur senza sostituire il giudizio clinico, lo amplifica e rende il lavoro più efficace.

Nel 2026, senza aver completato almeno il 70% dei crediti ECM, si rischia di perdere la copertura della polizza assicurativa. Gli iscritti ne sono consapevoli?

Dal punto di vista dell’impatto della norma, va valutata la coerenza tra la copertura assicurativa e un obbligo formativo che si basa su dati pluriennali e su una valutazione temporale complessa. Per questo FNOVI ha espresso la propria contrarietà a questa norma, sottolineando che associare la copertura assicurativa alla formazione è un controsenso illogico. Verificheremo la legittimità costituzionale della misura, ribadendo che o il medico veterinario è abilitato a esercitare la professione o non lo è.

Si parla da tempo di evoluzione del sistema ECM: qual è la proposta di FNOVI?

FNOVI riconosce che l’aggiornamento professionale è fondamentale per acquisire competenze e restare competitivi in un mercato del lavoro in evoluzione. Per questo ha chiesto di recente al ministro Schillaci un intervento volto alla semplificazione e alla riscrittura del sistema ECM. Questa richiesta è stata rivolta anche alla Commissione nazionale per la formazione continua, affinché si lavori insieme per creare un sistema più flessibile che consenta ai medici veterinari di acquisire le competenze indispensabili nel mondo del lavoro.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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