“La diffusione dei disturbi dell’alimentazione, in particolare anoressia e bulimia, rappresenta una sfida complessa per la società moderna. Questi disturbi invadono la vita di molte persone, dalle adolescenti alle donne adulte, e richiedono interventi terapeutici articolati, soprattutto nella gestione del paziente”, spiega in una video intervista Marika Picardi, biologo nutrizionista. Secondo l’esperta, i nutrizionisti e gli specialisti in nutrizione hanno un ruolo fondamentale: non si tratta solo di gestire l’alimentazione, ma di offrire un supporto educativo, aiutando il paziente a riconnettersi con se stesso e con il proprio corpo. “È cruciale adottare un approccio che vada oltre il controllo del peso corporeo e la semplice prescrizione di una dieta”, aggiunge.
Riconnettersi con fame e sazietà
Il punto di partenza, secondo Picardi, è il riconoscimento delle proprie sensazioni di fame e sazietà. “L’obiettivo è permettere al paziente di ricostruire un rapporto equilibrato con il cibo e con il corpo – sottolinea –. È importante che il momento del pasto sia libero da schemi e da paure, e che si comprenda che il benessere non dipende solo dal peso, ma anche dalla salute e dal piacere psicologico”. Mettere al centro il pasto significa creare uno spazio sicuro, in cui il paziente possa sperimentare senza disagio e comprendere che una vita sana comprende anche la serenità mentale e il benessere emotivo.
Il valore di un team multidisciplinare
Picardi ricorda come il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare richieda un approccio integrato. “Un team multidisciplinare può prendersi cura del paziente a 360 gradi – spiega –, considerando la composizione corporea, la salute psicologica e la riabilitazione nutrizionale. Molti pazienti affrontano malnutrizione proteica e carenze che possono avere impatti significativi sull’organismo: per questo è fondamentale il lavoro congiunto di nutrizionisti, medici e specialisti”.
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Sfatare i miti della dieta
Un altro aspetto cruciale evidenziato da Picardi riguarda la cultura della dieta e della magrezza. “La società perpetua l’idea errata che la dieta sia una restrizione per raggiungere la magrezza estrema – spiega –. In questo contesto, il nutrizionista diventa un punto di riferimento, offrendo un percorso personalizzato che tenga conto dei disagi del paziente, senza limitarsi a indicazioni prescrittive”. Secondo Picardi, solo con un approccio attento, educativo e comprensivo si può sostenere davvero chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, promuovendo non solo il recupero fisico, ma anche la salute mentale e il benessere globale.