Il 31 dicembre 2025 segnerà un nuovo giro di boa per i professionisti sanitari, chiamati a completare il triennio formativo ECM. Tra questi, anche i biologi, per i quali la scadenza rappresenta un momento cruciale. Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB), Vincenzo D’Anna, parla sostanzialmente di una fotografia in chiaroscuro. Su circa 54.000 iscritti all’Ordine, sono circa 23.000 quelli che risultano ancora in corso di acquisizione dei crediti, mentre 12.000 hanno già raggiunto il minimo previsto.
“Purtroppo – spiega D’Anna – a febbraio risultavano ancora 19.000 iscritti senza alcun credito registrato. Ma va anche detto che molti di questi sono docenti”, quindi coinvolti in percorsi formativi diversi. Secondo il presidente, si stima che circa un quinto dei biologi rischi concretamente di non completare il triennio nei tempi previsti. “Non è un dato drammatico, ma certamente rappresenta un campanello d’allarme”.
Comunicazione continua e strumenti digitali: la FNOB c’è
Per supportare i professionisti nella gestione della formazione continua, la Federazione ha attivato diverse iniziative. Tra queste, un’area riservata sul portale ufficiale e il progetto editoriale Formare Formando, che prevede la pubblicazione mensile di articoli scientifici con possibilità di acquisire crediti formativi.
“Ogni mese – sottolinea D’Anna – pubblichiamo tre articoli: uno di questi, segnalato in modo specifico, consente agli iscritti di ottenere crediti ECM. È un servizio gratuito e molto apprezzato”. La Federazione coordina anche diversi gruppi tematici che raccolgono oltre 40.000 biologi, offrendo percorsi formativi mirati alle varie specializzazioni. “Abbiamo il polso della situazione, ma soprattutto una rete continua di interazione con i colleghi”, aggiunge il presidente.
Una professione in espansione: la sfida della formazione trasversale
Secondo D’Anna, il panorama della biologia è cambiato radicalmente negli ultimi decenni. “La nostra è una professione artigiana e multidisciplinare. Dai biologi marini ai genetisti, dai nutrizionisti agli esperti in sicurezza alimentare: copriamo oltre 80 ambiti operativi”. L’inclusione tra le professioni sanitarie, avvenuta nel 2018, ha imposto a tutti i biologi – anche quelli attivi in ambiti non clinici – di uniformarsi agli obblighi formativi previsti per il settore.
Proprio per rispondere a questa complessità, la FNOB ha creato una rete di Scuole Permanenti di Formazione sul Campo. Attive a Reggio Calabria (biologia marina), Roma (genetica e genomica), e prossimamente a Firenze (bioinformatica) e Pompei (bio-restauro), queste strutture puntano su una formazione pratica oltre che teorica. “Oggi non basta sapere. Bisogna saper fare. E il mondo del lavoro lo richiede con forza, specie ai più giovani”, afferma il presidente.
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Assicurazione professionale e crediti ECM: un binomio vincolante
Dal 2026, chi non avrà maturato almeno il 70% dei crediti ECM perderà la copertura della polizza assicurativa obbligatoria. Si tratta di una norma che potrebbe impattare seriamente sulla professione, specie per i biologi che operano in ambito nutrizionale o nei laboratori di analisi.
D’Anna rassicura: “La comunicazione su questo punto è stata capillare: inviamo PEC, newsletter, avvisi e pubblichiamo aggiornamenti costanti sul sito. Il problema non è l’informazione. Il problema è l’attenzione”. Il presidente riconosce che una parte degli iscritti continua a ignorare le comunicazioni istituzionali, vivendo, come dice lui stesso, “allo stato brado”. Tuttavia, chi è attento alle indicazioni dell’Ordine è perfettamente consapevole dell’obbligo e delle conseguenze di un eventuale inadempimento.
Premialità e tecnologie: il vero nodo è farsi ascoltare
Di recente la Commissione Nazionale ECM ha introdotto nuove misure premiali per i professionisti più virtuosi. Un incentivo utile? “Sì, è una direzione giusta – commenta D’Anna – ma il vero ostacolo resta la disattenzione. Noi abbiamo investito in tecnologia, incluso un avatar dotato di intelligenza artificiale sul nostro sito, che risponde automaticamente alle domande degli utenti. Ma tutto questo non serve se chi deve ascoltare non ascolta”.
Per il presidente FNOB, dunque, il nodo non è tanto aumentare l’offerta, quanto riuscire a stabilire una sintonia duratura con la totalità degli iscritti. “L’informazione c’è, l’offerta c’è. Il punto critico è il coinvolgimento. Ed è su questo che dobbiamo lavorare”.