Gli obiettivi climatici 2030 dell’Ue sembrano sempre più irraggiungibili

Gli obiettivi climatici Ue 2030 potrebbero non essere facili da raggiungere. Secondo una stima dell’AEA stiamo progredendo 10 volte più lenti del dovuto.

17 Gennaio 2024, 10:52

Gli obiettivi climatici 2030 dell’Ue sembrano sempre più irraggiungibili

Si è riunito il primo Consiglio ambientale “informale” di presidenza belga e ha settato le priorità dell’Unione europea: a partire dall’obiettivo climatico per il 2040. Si parla di una proposta che dovrebbe arrivare il prossimo 6 febbraio e che richiederà a Bruxelles una riduzione delle emissioni del 90% rispetto ai livelli del 1990, da raggiungere entro il 2040.

Il target 2040 è contenuto nella Legge Ue per il clima (Bruxelles 2021), insieme al bilancio indicativo per i gas serra 2030-2050, entrambi finalizzati alla neutralità carbonica nel 2050. La legge ha inoltre fissato al 2030 un’obbligatoria riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990.

Obiettivi troppo ambiziosi per l’UE?

Lo scorso dicembre l’AEA (Agenzia europea per l’Ambiente) aveva pubblicato il suo rapporto di monitoraggio del quadro di politica ambientale Ue, definendo quanto mai “difficile” la realizzazione dei target ambientali e climatici 2030.

La ricerca si basa su 28 indicatori divisi in 8 macro-aree:

  • mitigazione dei cambiamenti climatici,
  • adattamento ai cambiamenti climatici,
  • economia circolare rigenerativa,
  • inquinamento zero e ambiente privo di sostanze tossiche,
  • biodiversità ed ecosistemi,
  • pressioni ambientali e climatiche legate alla produzione e al consumo dell’Ue,
  • condizioni abilitanti,
  • vivere bene, entro i confini del pianeta.

Il raggiungimento sarebbe “altamente probabile” solo per 5 indicatori, 5 “probabili ma non certi”, altri 5 “altamente improbabili” e i restanti 15 “improbabili ma non certi”. I revisori dello studio, durante la presentazione, hanno fatto presente che il ritmo di progresso necessario per rispondere a tutti i target dovrebbe essere da 2 a 9 volte più veloce rispetto a quello fatto negli ultimi 10 anni.

 

Aria Pulita è l’azione collettiva nata per tutelare il tuo Diritto alla Salute e per sensibilizzare le Istituzioni ad adottare azioni concrete per ridurre l’inquinamento, offrendoti supporto per chiedere un risarcimento per gli anni in cui hai vissuto in aree inquinate. Registrati gratis e scopri come possiamo aiutarti.

 

Non stupisce il fatto che nessuno degli indicatori nell’area “pressioni ambientali e climatiche legate alla produzione e al consumo dell’Ue” sia considerato potenzialmente realizzabile entro il 2030. “Improbabili ma incerti” i target legati alla quota di almeno 42,5% di energia da fonti rinnovabili e quelli sull’aumento nella quota di modalità di trasporto collettivo.

Nell’area “adattamento climatico” risulta “improbabile ma incerto” il target per ridurre le perdite monetarie dovute a eventi climatici, quello per la perdita di produttività della vegetazione e quello per la riduzione delle aree colpite da siccità. Nell’area “biodiversità ed ecosistemi” sono quattro i target “improbabili”: protezionale legale di almeno il 30% della superficie UE, del 30% della superficie marina UE, l’aumento di connettività degli ecosistemi forestali e l’inversione del declino della popolazione avicola comune. Infine per “economia circolare rigenerativa”, improbabili restano la riduzione della quantità di materie prime necessarie per prodotti consumati in UE e la riduzione significativa della quantità di rifiuti prodotti.

Cosa si può fare per il clima

“Probabili ma incerti” sono infine, proprio i target sul clima. La riduzione delle emissioni entro il 2030 del 55% potrebbe non essere raggiunta come inizialmente previsto. “Altamente improbabile” ancora, l’aumento dell’assorbimento netto di gas serra da parte dei pozzi di carbonio del settore “suolo” a -310 milioni di tonnellate di CO2 entro la fine del decennio.

Vista questa considerazione dell’AEA, l’obbiettivo 2040 al 90% di riduzione delle emissioni sembra piuttosto alto. Wopke Hoekstra, commissario europeo per l’Azione climatica, e Maros Sefcovic, vicepresidente esecutivo per il Green Deal, hanno però ribadito che lo sosterranno e che nessuno, almeno per ora, ha richiesto di abbassare le aspettative. Resta però “preoccupazione per i fondi”, necessari per poterlo raggiungere.