Allarme Ostreopsis: l’alga tossica torna a fiorire nell’Adriatico
L’alga tossica Ostreopsis ovata è tornata in Adriatico: ecco cos’è, dove si trova e quali rischi comporta per la salute e l’ambiente marino.
7 Agosto 2025, 07:00

Sommario
L’Ostreopsis ovata è una microalga bentonica appartenente al gruppo dei dinoflagellati. Vive su substrati duri in acque poco profonde, come rocce e macroalghe, e misura circa 30–60 µm, invisibile a occhio nudo ma pericolosa quando prolifera in massa. Produce ovatossine, analoghe alla potente palitossina, capaci di danneggiare fauna marina e irritare l’uomo tramite aerosol marino.
Le proliferazioni, note come bloom, consumano ossigeno nel fondale, provocando mortalità di ricci di mare, patelle, mitili e altri organismi bentonici.
Distribuzione e presenza dell’Ostreopsis nel 2025
Da oltre trent’anni O. ovata è presente lungo le coste italiane, tra cui l’Adriatico fin dalla fine degli anni 2000. Nel 2024 è stata segnalata in 11 regioni costiere su 15, con concentrazioni superiori alla soglia critica (10.000 cellule/litro) in circa il 70% delle stazioni monitorate.
Nel 2025, le campagne monitorate tra giugno e settembre manifestano fioriture significative sulle coste adriatiche, rilevate da ARPA e dati europei.
Una recente indagine ha analizzato la presenza della microalga lungo la costa adriatica orientale, fornendo la prima cartografia dettagliata per il settore sud-orientale dell’Adriatico.
Condizioni favorevoli alla proliferazione
Le fioriture si verificano in gestione ambientale favorevole: acque calme, temperature superiori ai 25 °C, substrati rocciosi e macroalghe, scarsa corrente e nutrienti (azoto e fosforo) provenienti da acque dolci o contaminazioni.
La crisi climatica e le estati sempre più calde favoriscono bloom anticipati (giugno invece che luglio) e più persistenti.
Rischi per la salute umana
- ovata può generare una sindrome irritativa non grave ma fastidiosa:
- Contatto con la tossina tramite aerosol marino: provoca irritazioni oculari, respiratorie, congiuntivite, tosse, raffreddore e affaticamento.
- I soggetti più sensibili (allergici, asmatici) sono maggiormente colpiti.
- L’ingestione di molluschi contaminati può causare sindrome da avvelenamento (DSP), con sintomi gastrointestinali entro poche ore.
L’OMS, sebbene consideri il rischio limitato, raccomanda monitoraggio, sorveglianza sanitaria e comunicazione pubblica.
Impatti ambientali ed economici
Le fioriture riducono drasticamente la biodiversità bentonica, causando morti di specie chiave come ricci, patelle e mitili, con effetti negativi sull’intera catena alimentare marina.
Turismo e pesca soffrono l’impatto: divieti di balneazione, preoccupazioni per i molluschi esportabili e danni economici locali.
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Monitoraggio e tecnologie emergenti
Dal 2007, le Agenzie regionali (ARPA) monitorano le acque costiere estive con campionamenti e soglie d’allerta basate su 10.000 cellule/litro.
Tecnologie avanzate come il citizen science e machine learning sono state applicate a zone come Bari e Molfetta, consentendo previsioni delle concentrazioni algali analizzando temperatura, umidità, pressione e punto di rugiada.
Uno studio del 2024 utilizzando dati trentennali sul Golfo di Trieste ha applicato modelli Random Forest e SHAP per prevedere eventi di tossicità dei molluschi, dimostrando l’efficacia di machine learning per la prevenzione in Adriatico.
Nel 2025 Ostreopsis ovata continua a rappresentare un rischio crescente per le coste adriatiche. Anche se i casi gravi sono rari, le irritazioni respiratorie e cutanee sono documentate, così come la tossinfezione da molluschi contaminati.
Cosa possiamo fare:
- Affidarsi ai bollettini ARPA locali e ai divieti temporanei di balneazione.
- Evitare il bagno o la permanenza in aree con acque torbide o schiuma sospetta.
- Non raccogliere e consumare molluschi in zone in allerta.
- Promuovere programmi di citizen science e sorveglianza condivisa.
Mantenere alta l’attenzione scientifica e ambientale è fondamentale: il monitoraggio integrato e l’uso di tecnologie all’avanguardia possono anticipare i rischi e tutelare salute, ambiente e attività economiche lungo le coste italiane.