Qualità dell’aria: l’Italia redarguita dalla Commissione Europea

La direttiva sulla qualità dell’aria mira a garantire che l’aria che respiriamo sia pulita e sicura per la salute umana e l’ambiente. Il nostro Paese, però, non sta facendo abbastanza. Arriva la lettera di messa in mora da parte della Commissione Europea.

27 Marzo 2024, 13:46

Qualità dell’aria: l’Italia redarguita dalla Commissione Europea

L’Italia torna al centro del mirino della Commissione Europea, costretta a richiamare il nostro Paese per invitarlo a uniformarsi alle norme riguardanti la qualità dell’aria.

Di cosa è responsabile l’Italia?

Ai sensi dell’art. 260 del TFUE, è stata aperta una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia (INFR(2014)2147) “per la persistente mancata esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’UE del 10 novembre 2020 (causa C-644/18)”.

Il nostro Paese viene accusato di non aver ottemperato agli obblighi riguardanti la direttiva sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE). Come già successo per altri bollettini negativi riguardanti l’Italia, anche in tal caso non stiamo procedendo a rendere realizzabile il Green Deal europeo, che mira all’obiettivo “inquinamento zero” e che richiede la piena attuazione delle norme in materia di qualità dell’aria per proteggere efficacemente la salute umana e salvaguardare l’ambiente naturale.

In particolare, il dispositivo della direttiva in questione obbliga gli Stati membri a mantenere al di sotto di determinati livelli le concentrazioni di inquinanti specifici nell’aria, come il particolato PM10. Superati tali valori massimi, è necessario adottare misure per ridurre quanto più possibile la durata del periodo di superamento dei limiti.

Secondo quanto riportato nella messa in mora della Commissione Europea all’Italia, “sebbene dalla data della sentenza l’Italia abbia adottato alcune misure, nel 2022 si registravano ancora superamenti dei valori limite giornalieri in 24 zone di qualità dell’aria, mentre una zona segnalava superamenti dei valori limite annuali”. L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte, con la richiesta di irrogare sanzioni pecuniarie.

Perché è importante prestare attenzione massima alla qualità dell’aria?

In realtà, uno studio ha bocciato tutti i Paesi UE per la scarsa attenzione alla qualità dell’aria che influenza in maniera netta la salute umana e l’ecosistema in cui vive. Accanto alla direttiva sull’aria, è necessario conformarsi a tutte le principali, quella sugli Uccelli (79/409/CEE); la direttiva Habitat (92/43/CEE) ; quella sulle Infrastrutture Verdi (2013/17/UE); sull’uso sostenibile dei pesticidi (2009/128/CE) e sulle specie esotiche invasive (2014/20/UE). Queste direttive mirano a promuovere la conservazione della biodiversità e a garantire uno sviluppo sostenibile in Europa. Tuttavia, quella riguardante la qualità dell’aria sembra giocare un ruolo fondamentale.

Inquinamento atmosferico: l’impatto significativo più importante

La direttiva UE sulla qualità dell’aria è una delle principali da seguire perché l’inquinamento atmosferico ha un impatto significativo sulla salute umana e sull’ambiente. L’aria inquinata può causare una serie di problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, cardiovascolari e persino il cancro. Inoltre, l’inquinamento atmosferico può danneggiare gli ecosistemi e causare danni alla vegetazione e alla fauna selvatica. È per questo che la Commissione Europea ha il dovere di imporre agli Stati membri di adottare misure per monitorare, valutare e ridurre l’inquinamento atmosferico, garantendo i livelli di inquinanti atmosferici entro determinati limiti. Questo contribuisce a proteggere la salute pubblica e a preservare l’ambiente per le generazioni future.

 

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Inoltre, la direttiva UE sulla qualità dell’aria si basa su evidenze scientifiche e su dati accurati per prendere decisioni informate e basate sui fatti. Seguire questa direttiva aiuta a garantire che le politiche e le misure adottate siano efficaci nel migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute umana e l’ambiente.

Lo hanno dimostrato: misurazioni di inquinanti atmosferici come particolato fine (PM2.5), biossidi di azoto (NO2) e biossido di zolfo (SO2); studi epidemiologici che collegano l’inquinamento atmosferico a problemi di salute come malattie cardiovascolari, respiratorie e morte prematura; ricerca sulle fonti di inquinamento atmosferico, tra cui traffico, industria, agricoltura e stufe a legna; monitoraggio delle concentrazioni di inquinanti in diverse aree geografiche e in diverse stagioni; analisi dei benefici per la salute pubblica e l’ambiente derivanti da politiche di controllo dell’inquinamento atmosferico.

Questi dati ed evidenze scientifiche sono essenziali per comprendere l’entità del problema dell’inquinamento atmosferico, identificare le fonti principali e adottare strategie efficaci per migliorare la qualità dell’aria e intervenire tempestivamente per proteggere la salute pubblica.

Aria Pulita di Consulcesi può continuare a fare la sua parte

Il diritto a respirare aria pulita è un diritto sempre più ambito, soprattutto dia cittadini europei e in particolare dalle nuove generazioni. È nata proprio con questa dicitura la causa Consulcesi, proprio per sottolineare quanto sia importante far entrare dalle nostre narici aria più pulita possibile e, oggi, Aria Pulita di Consulcesi sembra essere uno dei migliori strumenti per agire anche per ottenere il massimo da un Paese che ha bisogno ancora di allinearsi alle direttive.

Quali sono i punti chiave della direttiva sulla qualità dell’aria da seguire?

Sono ambiziosi ed economicamente vantaggiosi gli obiettivi che si pone la direttiva sulla qualità dell’aria e che ha ad oggetto la procedura d’infrazione che coinvolge l’Italia. Ma quali sono i punti chiave indicati dalla direttiva a cui il nostro Paese deve assolutamente uniformarsi?

Alcuni dei punti chiave della direttiva sulla qualità dell’aria includono: certamente il rispetto dei limiti di inquinanti atmosferici, per cui la direttiva stabilisce valori limite per diversi inquinanti atmosferici come biossido di azoto, biossido di zolfo, particolato fine e ozono, allo scopo di proteggere la salute umana e l’ambiente; inoltre, il nostro Paese dovrebbe eseguire un attento monitoraggio della qualità dell’aria e pubblicare i dati in modo trasparente, al fine di identificare eventuali superamenti dei limiti di inquinanti. Dotarsi di uno più piani d’azione, in particolare nelle aree dove i limiti di inquinanti vengono superati in modo continuo, potrebbe essere un’arma vincente ed efficace, anche coinvolgendo il cittadino. La direttiva, infatti, sottolinea l’importanza del coinvolgimento del pubblico nel processo decisionale relativo alla qualità dell’aria, promuovendo la partecipazione attiva degli abitanti delle aree a rischio e non solo. Nessuno è solo: la direttiva incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri per affrontare problemi di inquinamento atmosferico che possono trasferirsi oltre i confini nazionali. Secondo quanto disposto dalla direttiva, inoltre, gli Stati membri devono regolarmente presentare rapporti sulle misure adottate per migliorare la qualità dell’aria e partecipare a valutazioni periodiche della conformità con la direttiva.