Cardiopatie congenite: le novità dal mondo della ricerca

In occasione della Giornata mondiale delle cardiopatie congenite 2023 ripercorriamo gli ultimi traguardi raggiunti dalla medicina in materia. Da una recente ricerca che aggiunge nuove informazioni sul fattore ereditario e il gene materno più innovative metodologie diagnostiche e di trattamento.

Sommario
  1. Gli ultimi progressi della ricerca sui difetti cardiaci congeniti
  2. Aggiornamento e formazione su cardiopatie: le novità ECM di Consulcesi

Ogni anno, solo in Italia, nascono circa 4mila bambini affetti da cardiopatie congenite. Con un’incidenza di 8-10 neonati per 1000 nati vivi, rappresentano circa il 40% di tutte le malformazioni prenatali e sono responsabili di circa il 4% dei decessi nei primi 28 giorni di vita.

Questi gli ultimi dati riportati anche dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) che come molte altre società, associazioni e onlus in Italia, in occasione della Giornata Mondiale delle cardiopatie congenite, torna a ribadire l’importanza di prendersi cura del cuore attraverso una maggiore prevenzione e una diagnosi quanto più precoce.

Celebrata ogni anno il 14 febbraio, la Giornata ha lo scopo di sensibilizzare ed educare le persone su quell’insieme di patologie caratterizzate da alterazioni strutturali del cuore e dei vasi, causate da uno sviluppo anomalo durante le prime settimane di vita embrionale.

Gli ultimi progressi della ricerca sui difetti cardiaci congeniti

Ad oggi, grazie agli importanti progressi compiuti dalla ricerca, molti dei difetti cardiaci congeniti sono solitamente diagnosticati precocemente, anche prima della nascita. Tuttavia, alcune cardiopatie restano ancora difficili da rilevare e possono manifestarsi in modo più chiaro anche mesi o anni più tardi.

Caratterizzato da una grande variabilità clinica, questo gruppo di patologie raccoglie sia malformazioni minori, che spesso si risolvono spontaneamente, sia quadri clinici molto complessi che necessitano di molteplici e complesse procedure invasive di tipo chirurgico e cardiologico.

La buona notizia è che oggi, ancora grazie al progresso scientifico e all’innovazione tecnologica, il 90% dei pazienti nati una cardiopatia raggiunge l’età adulta, dati nettamente migliorati rispetto a soli due decenni fa, quando la sopravvivenza di aggirava tra l’80 e il 70%, come sottolineava anche Alessandro Giamberti, responsabile dell’unità operativa di Cardiochirurgia delle Patologie Congenite del Policlinico San Donato, in occasione della Giornata mondiale 2019.

Nonostante tali cardiopatie abbiano un’origine multifattoriale, sempre più ricerche individuano il forte legame con fattori genetici e ambientali.

Aggiornamento e formazione su cardiopatie: le novità ECM di Consulcesi

Con le malattie cardiovascolari che oggi rappresentano la principale causa di morte in Italia secondo quanto dichiarato dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre che di fronte ai rapidi progressi compiuti dalla ricerca nel trattamento di tali patologie, risulta quanto più necessario per il professionista della salute rimanere costantemente aggiornato.

Così Consulcesi, tra i principali provider europei nella formazione ECM dei camici bianchi, aggiunge ad un già vasta offerta in materia, il nuovo corso “Pillole di farmacoterapia in cardiologia”.

Affidato a Leonardo Calò, primario dell’UOC Cardiologia del Policlinico Casilino, il corso multimediale ha come obiettivo quello di discutere i più recenti studi relativi a farmaci antitrombotici e antiaggreganti, studi epigenetici relativi a prevenzione cardiovascolare oltre che orientare i professionisti nella gestione clinica e delle terapie farmacologiche per pazienti cardiologici, in particolare con cardiopatia ischemica acuta e cronica e sindrome coronarica acuta.

Tra gli altri innumerevoli corsi parte del catalogo ECM Consulcesi e affidati a Leonardo Calò – esperto noto anche per essere l’organizzatore di Place, il congresso internazionale di cardiologia – ci sono i corsi FAD “Scompenso cardiaco: diagnosi e trattamento” e “Le cardiomiopatie ipertrofiche e aritmogene”.

In particolare, il primo di questi guarda alle nuove cure farmacologiche per lo scompenso cardiaco e sulle strategie di monitoraggio telecardiologico, oltre che all’ approfondimento della sindrome cardio-renale, della malattia di Anderson-Fabry e dell’amiloidosi. Il secondo rappresenta invece un’occasione di aggiornamento su metodologia e criteri di diagnosi per una corretta stratificazione del rischio e il conseguente trattamento farmacologico delle cardiomiopatie.

Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster

Di: Redazione Consulcesi Club

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