Giornata Mondiale dell’Ambiente, come siamo arrivati a questo punto?

La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023 che si celebra il 5 giugno: il tema di quest’anno, il monito delle Società Scientifiche italiane, i consigli UNEP.

Sommario

  1. Il tema scelto per la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023
  2. Le dichiarazioni dell’UNEP a proposito della riduzione della plastica e del lancio dell’edizione 2023
  3. L’appello delle Società Scientifiche
  4. 11 cose da fare per #BeatPlasticPollution for #CleanSeas
Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Si tratta di un appuntamento internazionale che riunisce i vari Paesi del Pianeta Terra con l’intento di mettere in atto delle azioni nello sforzo di preservare l’ecosistema naturale. Il World Enviroment Day e è stato istituito dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972, a memoria della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano nel corso della quale prese forma il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, conosciuto con la sigla inglese UNEP, United Nations Environment Programme. Ogni anno, viene scelto un tema legato appunto all’ambiente, che lega le iniziative di tutto il mondo.

Il tema scelto per la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023

#BeatPlasticPollution: questo è il messaggio in hashtag che è stato scelte per l’edizione 2023 della Giornata e si traduce con il monito: “Sconfiggi l’inquinamento da plastica”.


Dagli anni Settanta la produzione di plastica è cresciuta più rapidamente di quello di qualsiasi altro materiale. Se non verrà invertita la rotta, si prevede che la produzione globale raggiungerà i 1.100 milioni di tonnellate entro il 2050.

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Le dichiarazioni dell’UNEP a proposito della riduzione della plastica e del lancio dell’edizione 2023

La soluzione prospettata è quella di passare a un’economia circolare per una semplice ragione: invertire la rotta. “È tempo di cambiare il modo in cui produciamo la plastica, la consumiamo e la smaltiamo. Infatti, nonostante la plastica abbia degli usi preziosi, siamo diventati dipendenti dai prodotti in plastica monouso, con gravi conseguenze ambientali, sociali, economiche e sulla salute. In tutto il mondo, ogni minuto vengono acquistate un milione di bottiglie di plastica, mentre ogni anno vengono utilizzati fino a cinque trilioni di sacchetti di plastica. In totale, la metà di tutta la plastica prodotta è progettata per scopi monouso. Le materie plastiche, comprese le microplastiche, sono ormai onnipresenti nel nostro ambiente naturale. Stanno diventando parte della documentazione fossile della Terra e un indicatore dell’Antropocene, la nostra attuale era geologica. Hanno persino dato il nome a un nuovo habitat microbico marino chiamato plastisfera.

“Allora come siamo arrivati fino a qui? – si chiede UNEP – Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta è stata prodotta solo una piccola quantità di plastica e, di conseguenze, i rifiuti di plastica ertano relativamente gestibili. Tuttavia, tra gli anni Settanta e Novanta, la produzione di rifiuti di plastica è più che triplicata, riflettendo un aumento della produzione di plastica. All’inizio degli anni Duemila, la quantità di rifiuti di plastica che abbiamo generato è aumentata di più in un solo decennio rispetto ai 40 anni precedenti. Oggi produciamo circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno”. Buoni punteggi e voti eccellenti in test standardizzati possono fare la differenza”. In Italia, l’appello viene anche dalle Società Scientifiche.

 

L’appello delle Società Scientifiche

Le Società medico-scientifiche e la Fnomceo – Federazione Nazionale Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, hanno lanciato un appello perché vengano adottate misure urgenti a contrastare l’inquinamento ambientale ed il cambiamento climatico. I due fenomeni agiscono sinergicamente sulla salute umana, contrastando o riducendo l‘efficacia delle terapie. Questo è quanto sostengono gli esperti. L’appello è stato sottoscritto in occasione delle Giornate Italiane Mediche per l’Ambiente, evento promosso dalla Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) e dalla Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) dello scorso aprile.


In particolare, le Associazioni e la Fnomceo chiedono alle Autorità politiche di ascoltare la voce del mondo scientifico e di adottare, senza ritardi, le azioni utili, sia a ridurre l’inquinamento atmosferico che a mitigare il cambiamento climatico, accogliere le proposte europee relative al superamento degli autoveicoli inquinanti e promuovere la transizione verso le energie rinnovabili.


 Le Società medico-scientifiche che hanno sottoscritto l’appello sono: Associazione Medici per l’Ambiente, Società italiana di Cardiologia, Associazione Italiana Epidemiologia, Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, Società Italiana di Malattie Infettive, Società Italiana di Medicina generale, Società Italiana di Nefrologia, Società Italiana di Neurologia, Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Pneumologia, Società Italiana della Riproduzione Umana. 

Tutte le Società scientifiche hanno posto l’accento su una realtà che va considerata e di cui bisogna essere consapevoli: “L’Italia è terza in Europa per decessi attribuibili all’inquinamento, con un incremento del fenomeno in età pediatrica ed adolescenziale”.

Inoltre, secondo l’ultimo Rapporto EIONET e EEA 2022 – Rete di informazione ed osservazione – Agenzia europea dell’Ambiente, l’Italia dopo Francia e Germania è il Paese con il più alto numero di decessi in Europa attribuibili all’inquinamento ambientale, con 59.641 decessi prematuri. Anche il VI Rapporto Sentieri, studio epidemiologico nazionale promosso dall’Istituto Superiore di Sanità   che fotografa lo stato di salute, l’ospedalizzazione e la mortalità della popolazione presente sul territorio italiano relativamente a 46 siti contaminati di interesse nazionale e regionale, registra 1.409  decessi in età pediatrica – adolescenziale e 999 tra i giovani adulti. La contaminazione ambientale di molti territori italiani è strettamente correlata a gravi conseguenze sanitarie, come l’aumento della diffusione dei tumori e di altre patologie che generano una media più elevata di ospedalizzazioni e mortalità.

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11 cose da fare per #BeatPlasticPollution for #CleanSeas

UNEP, oltre a raccomandare i governi come attori chiave, nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023 raccomanda 11 cose che ogni persona può fare per #BeatPlasticPollution for #CleanSeas:

  1. Pulire una spiaggia;
  2. Pulire un fiume: i fiumi sono percorsi diretti di detriti di plastica nell’oceano. Il fiume avrà un aspetto migliore e andrà a beneficio del suo ecosistema e dell’oceano;
  3. Acquistare in modo sostenibile, evitando imballaggi di plastica e utilizzando borse eco sostenibili;
  4. Provare uno stile di vita a rifiuti zero;
  5. Investire in prodotti sostenibili e rispettosi dell’oceano: tazze da caffè riutilizzabili, bottiglie d’acqua e involucri per alimenti;
  6. Viaggiare in modo sostenibile, ad esempio rifiutando le bottiglie in miniatura nelle camere d’albergo;
  7. Riutilizzare la borraccia e usare una protezione solare sicura per la barriera corallina, senza microplastiche;
  8. Essere un sostenitore del cambiamento: chiedi ai tuoi supermercati, ristoranti e fornitori locali di abbandonare gli imballaggi di plastica, rifiutare posate e cannucce di plastica e spiega loro perché.;
  9. Fare pressioni sulle autorità locali affinché migliorino il modo in cui gestiscono i rifiuti;
  10. Vestire in modo sostenibile combattendo il fenomeno del “Fast fashion” e prendendo in considerazione linee di abbigliamento sostenibili, negozi vintage e ripara i tuoi vestiti quando possibile;
  11. Scegliere prodotti per la cura personale privi di plastica: i prodotti per la cura personale sono una delle principali fonti di microplastiche, che vengono lavate negli oceani direttamente dai nostri bagni. Cerca detergenti per il viso, creme da giorno, trucchi, deodoranti, shampoo e altri prodotti senza plastica.
Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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