Salute mentale: supporto economico e formazione a sostegno di un bisogno impellente

Dal Covid-19 al Bonus Psicologo: con il dott. Lagona si parla dello stato di salute della nostra mente, di nuovi malesseri ma anche di soluzioni volte a un maggior sostegno di grandi e piccini.

Sommario
  1. Giovani e salute mentale
  2. Aiuto e sostegno: Bonus Psicologo
  3. Formazione e lavoro di squadra 
Salute mentale. Se per molto, troppo tempo è stata trascurata, sottovalutata, ignorata, l’arrivo del Covid-19, con i profondi cambiamenti che questo ha portato alle nostre vite, ha mostrato quanto sia ormai divenuto impellente e improrogabile ripensare radicalmente il nostro modo di prendercene cura, ponendola al centro del nostro benessere complessivo.   “Depressione, disturbo affettivo bipolare, schizofrenia e altre psicosi, demenza, disabilità intellettive e disturbi dello sviluppo”: sono questi i disturbi mentali che continuano a interessare sempre più persone “con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo”, scrive l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).   Se già prima della pandemia la salute mentale di grandi e piccini era preoccupante, con 1 persona su 6 in Europa che soffriva di disturbi mentali e con 165.000 morti all’anno legate a malattie mentali o suicidio, secondo la ricerca Headway 2023 - Mental Health Index, a partire dal primo pesante lockdown “disturbi dell’umore, quelli legati all’ansia e attacchi di panico, che magari prima non avevano una grave sintomatologia ed erano ‘sottosoglia’ sono esplosi, soprattutto tra i più giovani”, aggiunge Stefano Lagona, Psicologo Psicoterapeuta che si occupa inoltre di formazione e corsi d’aggiornamento come quelli realizzati con Consulcesi Club.     Tra questi, di particolare rilevanza risulta essere il corso su schizofrenia e i disturbi psicotici, poiché non solo questa patologia risulta essere tra le più diffuse, gravi e invalidanti a livello globale ma anche perché, legata a una combinazione di fattori, risulta particolarmente complessa da trattare.   “A seguito del Covid-19 abbiamo constatato inoltre un aumento significativo, un vero e proprio picco, dei disturbi dell’alimentazione e un inasprimento delle violenze di genere, di disturbi come ipocondria e psicosi”, aggiunge Lagona che ricorda come questa epidemia, come ogni altra situazione emergenziale, ha un aspetto biologico e uno psicologico che si influenzano in modo circolare.   Tra disturbi già esistenti portati all’esasperazione, e la comparsa di nuovi, l’aggiornamento e la formazione dei medici risulta dunque fondamentale: “gli impatti del Covid-19, ma in generale di tutte le situazioni emergenziali, non si limitano al breve termine e possono compromettere pesantemente la vita delle persone”, aggiunge lo psicologo che sottolinea l’importanza dell’educazione continua in medicina in relazione proprio ai disturbi emersi con maggiore incidenza in questi ultimi due anni di pandemia come quelli presentati nel corso “Covid-19. Psicosi e ipocondria, la gestione delle nuove paure”, realizzato da Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta di fama mondiale fondatore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo con Paul Watzlawick.  

Giovani e salute mentale

Secondo quanto raccolto dall’UNICEF nell’ultimo rapporto 2021, “nel mondo più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato”.   “A seguito dell’emergenza sanitaria i giovani hanno visto aggravarsi tutti quei disturbi legati alla sfera sociale e relazionale e molti sentono, e qui cito le parole usate da molti dei miei giovani pazienti, di aver perso due anni di vita”, aggiunge Lagona che racconta come nel tentativo di “recuperare il tempo perduto” molti cercano occasioni di socialità in maniera “spasmodica” e riscontrando uso e abuso di alcol e cannabinoidi in età sempre più precoce.   Il crescente e preoccupante consumo di queste sostanze è ampiamente confermato dalle ultime indagini che allertano inoltre sui nuovi trend come il cosiddetto “binge drinking” e le ripercussioni di questi abusi sulla salute fisica e mentale dei più giovani.   Come ricordava Fabrizio Starace su Quotidiano Sanità, “in Italia la spesa per la Salute Mentale si è attestata negli anni dal 2015 al 2018 su valori intorno al 3,5% - 3,6% del Fondo Sanitario Nazionale”, confermando l’Italia tra gli ultimi Paesi europei per risorse destinate al benessere psicologico.   Il contributo del FSN è stato ulteriormente ridotto nel 2019 mentre nel 2020, sebbene abbia visto una lieve risalita, si attestava ancora al di sotto del 3% “con una forte contrazione” anche dei contributi messi a disposizione da Regioni e Pubbliche Amministrazione che in precedenza avevano garantito un impegno maggiore, scrive ancora Starace.   In questo contesto, “il bonus psicologo rappresenta sicuramente un passo in avanti perché rappresenta un aiuto concreto per le persone in una condizione economica di fragilità o vicine alla fragilità. Purtroppo, rischia di essere insufficiente perché, come dimostra la pioggia di richieste, c’è un bisogno impellente di cure e prevenzione da parte della popolazione”, riflette Lagona.   “Dunque l’auspicio è che questa non resti una misura una tantum ma che venga ampliata e migliorata nel tempo”, conclude lo psicologo.  

Formazione e lavoro di squadra 

Accanto a un incremento del sostegno economico, il dottor Lagona (e con lui tanti altri psicologi e psicoterapeuti) suggerisce un potenziamento dei servizi non solo nel settore sanitario ma anche attraverso, per esempio, scuola e famiglia, in un’ottica di prevenzione che contribuisca a rompere il silenzio che circonda ancora le problematiche legate alla salute mentale.   “In questo anche le tecnologie possono venirci incontro: come ha dimostrato la pandemia, è necessario implementare servizi anche in remoto così da poter garantire un maggiore sostegno anche a distanza. Questo vale anche per la formazione dei professionisti dal momento che grazie agli strumenti digitali è possibile fare corsi d’aggiornamento efficaci e in completa autonomia”.   È sempre grazie alle tecnologie, inoltre, che si stanno sviluppando sempre più corsi interattivi che permettono di “fare pratica” attraverso simulazioni di casi reali. È il caso del corso “Paziente virtuale: disturbi ossessivo-compulsivo e istrionico di personalità”,  sempre parte dell’ampio catalogo messo a punto da Consulcesi Club al quale medici e operatori sanitari possono accedere per acquisire i crediti formativi obbligatori per il triennio 2020-2022 entro la fine di quest’anno, che consente ai partecipanti di formarsi non solo da un punto di vista teorico, ma anche “pratico” attraverso l’interazione.   “Ritengo fondamentale la preparazione su questioni legate alla salute mentale anche degli altri professionisti della salute che non si occupano strettamente di questa”, spiega Lagona che ricorda che i corsi di formazione ECM in psicologia sono aperti a tutti i camici bianchi.   “È necessario uno scambio e un ampliamento delle competenze non solo per poter identificare e quindi indirizzare gli utenti verso il sostegno di cui necessitano, ma anche per lavorare insieme verso la cura della persona a 360 gradi. La salute fisica è strettamente legata a quella mentale e troppo spesso questa relazione è sottovalutata”, conclude lo specialista.
Di: Redazione Consulcesi Club

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