Sport e salute: come rafforzare un legame vitale
04/04/2023
L’attività fisica è il migliore alleato della salute. Eppure, in Italia e in Europa non se ne pratica abbastanza. In occasione della Giornata Internazionale dello sport, guardiamo dalle ultime ricerche scientifiche e alle misure per aumentare la cultura della prevenzione.

Sommario
Sono passati 10 anni esatti da quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarava il 6 aprile la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace. Oggi, di fronte alle innumerevoli tensioni geopolitiche e ad una crisi climatica che appare irreparabile, questa rappresenta un’occasione particolarmente importante per ribadire come, anche attraverso lo sport, possiamo (e dobbiamo) perseguire uno sviluppo sostenibile, la pace tra i popoli, il benessere individuale e collettivo.
La Giornata Internazionale dello Sport 2023
L’adozione della Giornata e in particolar modo il tema deciso per questa edizione, “Scoring for People and the Planet”, ribadiscono infatti il crescente riconoscimento da parte della comunità internazionale dell’influenza positiva che lo sport può avere sulla promozione dei diritti umani e sullo sviluppo sociale ed economico.
Come racconta anche l’Assemblea delle Nazioni Unite sul portale dedicato alla celebrazione, lo sport ha “l’enorme potenziale” di favorire “l’emancipazione delle donne e delle ragazze, dei giovani, delle persone con disabilità e degli altri gruppi emarginati, il raggiungimento di obiettivi relativi a salute, sostenibilità e istruzione, nonché di promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG)”.
Attività fisica insufficiente: i costi per la salute e i SSN
Sono ormai noti tanti dei molteplici benefici per la salute associati ad una corretta e sana attività fisica. Come infatti ricorda anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), fare sport aiuta a ridurre la pressione arteriosa, controllare i livelli di glicemia e colesterolo nel sangue, contribuendo a prevenire quindi malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche e artrosi, oltre che favorire il raggiungimento del bilancio energetico.
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Salute e salute mentale: le ultime ricerche scientifiche
Continuano a crescere anche gli studi che mostrano i benefici dell’esercizio fisico su ansia, stress e depressione e una molteplicità di disturbi dell’umore. A questo proposito, tra le più recenti e ampie analisi c’è quella realizzata da alcuni ricercatori dell’University of South Australia e pubblicato sul British Journal of Sports Medicine a febbraio 2023.
Lo studio, che ha incluso 97 meta-revisioni di 1.039 studi controllati randomizzati, per un totale di 128.119 partecipanti, ha concluso che “l’attività fisica dovrebbe essere vista come la prima scelta di trattamento per le persone che convivono con problemi di salute mentale” e che questa “può essere perfino più efficace di farmaci e counseling”.
Lo studio, inoltre, conclude che sono i programmi d’allenamento di breve durata ma ad alta intensità a produrre i più alti benefici per la mente.
“Abbiamo riscontrato che fare 150 minuti ogni settimana di vari tipi di attività fisica (come camminare veloce, sollevamento pesi e yoga) riduce significativamente depressione, ansia e disagio psicologico”, scrivono gli autori sul The Guardian. In particolare, i ricercatori suggeriscono che l’esercizio fisico è circa 1,5 volte più efficace sia rispetto ai farmaci che alle terapie cognitivo comportamentale. Basata su quanto autovalutato dai partecipanti, la ricerca racconta che i più grandi miglioramenti sono stati osservati “in persone con depressione, HIV, malattie renali, in donne in gravidanza e puerpere e in individui sani, sebbene evidenti benefici sono stati riscontrati su tutta la popolazione di ricerca”.
Come ancora ricordano i ricercatori su The Guardian, sebbene l’esercizio fisico possa essere uno strumento efficace per gestire problemi di salute mentale, per contrastare questi disturbi oggi in preoccupante crescita si deve lavorare per un “approccio globale alla salute”, che includa, oltre all’esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata, socializzazione, uniti a trattamenti di psicoterapia e farmaci.
Ma l’esercizio fisico non dovrebbe essere considerato come un’opzione extra, potenzialmente piacevole [o come una “nice to have” option, come la definiscono più sinteticamente i ricercatori, ndr]. “Si tratta di uno strumento potente e accessibile per la gestione delle condizioni di salute mentale – e la parte migliore è che è gratuito e viene con un sacco di ulteriori benefici per la salute”.
Attività fisica: la fotografia europea
Nonostante i noti benefici dell’esercizio fisico sulla salute, in Europa 1 adulto su 3 non raggiunge i livelli minimi raccomandati. A lanciare, nuovamente, l’”allarme sedentarietà” è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel recente rapporto “Step Up! Tackling the Burden of Insufficient Physical Activity in Europe”, pubblicato congiuntamente con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
In questo report OMS e OCSE evidenziano come aumentando l’attività fisica tra la popolazione si possono prevenire migliaia di decessi prematuri nell’UE e risparmiare miliardi di euro di spesa sanitaria ogni anno.
Secondo quanto racconta il dossier, infatti, con almeno 150 minuti a settimana di esercizio fisico moderato si potrebbe aumentare l’aspettativa di vita delle persone insufficientemente attive di 7.5 mesi, e prevenire più di 10mila morti premature (persone comprese tra i 30 e i 70 anni) ogni anno. Inoltre, proseguono gli esperti, si riuscirebbero ad evitare circa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, inclusi 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 3,5 milioni di casi di depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e più di 400mila casi di tumori diversi.
Non meno rilevante è il guadagno in termini economici: riducendo la sedentarietà i Paesi membri dell’Unione Europea risparmierebbero circa 8 miliardi di euro PPP (a parità di potere d’acquisto) all’anno.
Sedentarietà: come invertire la rotta
In questo contesto, il documento OMS/OCSE presenta alcuni modelli virtuosi già applicati in alcuni Stati membri e suggerisce alcune politiche utili ad aumentare i livelli di attività fisica e la consapevolezza delle persone circa i suoi benefici per la salute.
Tra le misure proposte dall’OMS per “un’azione unitaria” da parte dei 53 Stati membri della regione europea, come anche delineato dall’Organizzazione nel suo Programma di lavoro europeo 2020-2025, ci sono:
- programmi specifici nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nel sistema sanitario
- politiche per aumentare l’accesso agli impianti sportivi
- urbanistica, ambiente e politiche dei trasporti
- raccolta costante di dati sull’attività fisica (nel rapporto si menziona il Sistema di sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità)
- politiche di comunicazione e informazione
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Formarsi per informare: le novità per il professionista della salute
Nel nostro Paese, con gli ultimi dati dell’Italian Barometer Obesity Report (novembre 2022) che parlano di circa il 12% popolazione adulta affetta da obesità e quasi la metà (46%) in sovrappeso (con il 26,3% dei bambini e adolescenti tra i 3-17 anni), la promozione dell’attività fisica si conferma particolarmente necessaria.
Per contrastare il grave problema che grava sulla salute della popolazione come sui costi del SSN, arriva la proposta del Ministro della Salute Orazio Schillaci sulla “prescrizione medica di sport”. Per contribuire all’educazione sanitaria della popolazione, da sempre elemento cruciale di ogni professione medica e sanitaria, Consulcesi propone una molteplicità di corsi ECM dedicati all’aggiornamento del professionista della salute.
Tra le più recenti aggiunge all’ampio catalogo FAD c’è “Fitness consapevole in gravidanza e post partum”: un corso composto da lezioni multimediali raccolte in un minisito attraverso cui approfondire le ultime linee guida internazionali, metodologie e ultime scoperte relative all’attività fisica adattata e all’educazione motoria.
Non meno rilevante è poi il corso “Doping. Riconoscere e contrastare il fenomeno nell sport amatoriale”, che affronta un altro dei problemi silenti ma in crescita soprattutto tra i giovani.
Guarda infine invece alla “Nutrizione negli sport di potenza e forza” il corso affidato a Emilio Buono, biologo nutrizionista che oltre a occuparsi di formazione dei professionisti segue diversi atleti d’élite.
Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster