Arresto cardiaco, la catena della sopravvivenza e la RCP di qualità

In caso di arresto cardiaco è cruciale intervenire rapidamente. In un corso di formazione tutto ciò che c’è da sapere per una respirazione cardiopolmonare efficace

L'arresto cardiaco è un evento critico che si verifica quando il cuore cessa improvvisamente di battere o batte in maniera inefficace, compromettendo il flusso sanguigno vitale per tutto il corpo. Richiede un intervento immediato e può avere conseguenze gravi se non trattato tempestivamente. È importante sottolineare che l'arresto cardiaco non deve essere confuso con un attacco di cuore. Mentre quest’ultimo coinvolge il blocco di un vaso sanguigno che fornisce sangue al cuore, l'arresto cardiaco è il risultato di un malfunzionamento del sistema elettrico del cuore, che porta a una cessazione improvvisa delle sue attività.

Le cause dell'arresto cardiaco possono variare: problemi cardiaci preesistenti, traumi, sovradosaggio di farmaci, o disturbi del ritmo cardiaco. Indipendentemente dalla causa, l'importanza di una risposta rapida è cruciale. Il primo passo in caso di arresto cardiaco è chiamare immediatamente il numero di emergenza e iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) se si è addestrati a farlo. La RCP consiste in compressioni toraciche ritmiche per mantenere il flusso sanguigno e la fornitura di ossigeno ai tessuti vitali.

I defibrillatori automatici esterni (DAE) possono giocare un ruolo fondamentale in questi casi, in quanto erogano una scarica elettrica volta a ripristinare il normale ritmo cardiaco. La prevenzione dell'arresto cardiaco comprende la gestione di fattori di rischio come l'ipertensione, il diabete, e la condotta di uno stile di vita sano. Inoltre, la formazione della popolazione nell'uso di defibrillatori e nelle tecniche di RCP può contribuire a migliorare la prontezza di fronte a situazioni di emergenza.

Arresto cardiaco: la catena della sopravvivenza

Il cuore si ferma. Assenza di apporto di ossigeno e nutrienti a livello cellulare. Dal punto di vista neurologico, perdita della coscienza e cessazione della respirazione e delle altre funzioni vitali.

Catena della sopravvivenza:

  • Riconoscimento ACR (arresto cardiorespiratorio). Contattare il servizio di continuità assistenziale.
  • RCP. Inizio compressioni: 100-120/minuto; 5-6 cm di profondità; riespansione completa del torace.
  • Defibrillazione. Defibrillatore semiautomatico: FV e TV senza polso. Per FV si intende fibrillazione ventricolare: si tratta di un’aritmia caratterizzata da un ritmo cardiaco caotico e disorganizzato che origina dai ventricoli. L’impulso elettrico è disorganizzato e rende il cuore incapace di espellere il sangue all’interno del circolo arterioso, portando a un arresto cardiocircolatorio. Per TV si intende tachicardia ventricolare: è caratterizzata da un ritmo cardiaco accelerato che origina dai ventricoli: serie uguale o maggiore di tre battiti ventricolari consecutivi a una frequenza uguale o maggiore di 120. I battiti possono originare dallo steso sito ventricolare e hanno la stessa morfologia monomorfa all’elettrocardiogramma; in caso contrario, si dice polimorfa. La tolleranza di una TV dipende dalla frequenza cardiaca, dalla funzione di pompa del cuore e dall’efficacia di una risposta vasocostrittiva periferica.
  • Rianimazione avanzata. Team ad alte prestazioni; supporto avanzato delle vie aeree 5 I e 5 T.
  • Degenza postarresto. Eventuale ROSC (ritorno alla circolazione spontanea) e ricovero in terapia intensiva. È proprio in questa fase (ovvero nel corso delle prime 24 ore) che avviene la maggior parte dei decessi. Il trattamento sistematico postarresto cardiaco successivamente al ROSC migliora la sopravvivenza, ma il solo ripristino della pressione e dello scambio di gas non garantisce il recupero funzionale.
  • Guarigione. La vita del paziente continua dopo l’evento cardiovascolare: considerare i fattori di rischio.

Rianimazione cardiopolmonare

Per effettuare la rianimazione cardiopolmonare è necessario posizionare ambedue le mani sulla linea intermammillare e comprimere con forza a una frequenza di 100-120 compressioni al minuto. L’operazione è volta a permettere una completa riespansione toracica, per il riempimento coronarico in diastole. È necessario ridurre al minimo le interruzioni durante le compressioni ed evitare una ventilazione eccessiva, con conseguente rischio di iperinsufflazione gastrica. Se si è in almeno due persone, alternare il ruolo ogni due minuti o anche prima, in caso di affaticamento. In assenza di supporto avanzato delle vie aeree, il rapporto compressione-ventilazione deve essere di 30:2. Se la ETCO2 (concentrazione massima di anidride carbonica durante il ciclo di respirazione) è bassa o in diminuzione, rivalutare la qualità della RCP.

Il corso di formazione

Sulla piattaforma Consulcesi Club è presente un corso formativo dal titolo “ACLS: algoritmi e casi clinici dell’advanced cardiovascular life support” (9 crediti ECM), che tratta proprio di questo argomento. Questo corso è volto a favorire l’apprendimento da parte dei professionisti sanitari delle tecniche e delle procedure riguardanti il sostegno avanzato delle funzioni vitali in situazioni di emergenze mediche, nello specifico per la gestione delle emergenze respiratorie, dell’arresto cardiaco (FV/TV senza polso con DAE o monitor-defibrillatore, FV/TV senza polso refrattaria, PEA, asistolia) e del prearresto cardiaco (bradicardia, tachicardia, sindrome coronarica acuta) in ambiente intra ed extraospedaliero. In questo corso si prevede l’impiego di linee guida e algoritmi decisionali prestabiliti per il completamento di scenari clinici simulati. Responsabile scientifico del corso è il dottor Matteo Giacomazzi, istruttore ACLS e BLSD secondo le linee guida dell’American Heart Association e membro del direttivo e coordinatore didattico del Centro di formazione Italia Emergenza.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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