L'endocardite infettiva (EI) è una forma grave di malattia valvolare che, purtroppo, è ancora associata a un'elevata mortalità (quella intraospedaliera è del 15-30%). Si tratta di una malattia rara, la cui incidenza è compresa tra i 3 e i 10 casi ogni 100mila persone ogni anno.
Il profilo epidemiologico dell’EI è cambiato negli ultimi anni, con nuovi fattori predisponenti: protesi valvolari, sclerosi valvolare degenerativa, abuso di farmaci per via endovenosa, dispositivo intracardiaco.
L’EI associata all’assistenza sanitaria rappresenta fino al 30% dei casi totali, il che giustifica le misure asettiche adoperate durante la manipolazione dei cateteri venosi e durante qualsiasi procedura invasiva.
Principi fondamentali di prevenzione
Come spiegato nel corso FAD “Stimolazione cardiaca: programmare e gestire pacemaker e AICD” (responsabile scientifico: Prof. Leonardo Calò, responsabile UO Cardiologia al Policlinico Casilino di Roma), presente sulla piattaforma Consulcesi Club (15 crediti ECM), il principio della profilassi antibiotica viene mantenuto durante le procedure a rischio di endocardite infettiva nei pazienti con predisposizione cardiaca. Tuttavia, la profilassi antibiotica dovrebbe essere limitata ai pazienti ad alto rischio sottoposti a procedure odontoiatriche a elevato rischio. A tal proposito, più della profilassi antibiotica sono utili, ai fini di ridurre il rischio di endocardite infettiva, una buona igiene orale e regolari visite odontoiatriche. Infine, sono necessari ulteriori studi per capire se il ridotto utilizzo della profilassi antibiotica sia realmente associato a un cambiamento nell’incidenza dell’EI.
Misure di prevenzione non specifiche
Le seguenti misure dovrebbero idealmente essere applicate alla popolazione in generale e particolarmente rafforzate nei pazienti ad alto rischio.
- Rigorosa igiene dentale e cutanea. Il follow-up odontoiatrico dovrebbe essere eseguito due volte l'anno nei pazienti ad alto rischio e annualmente negli altri.
- Disinfezione delle ferite.
- Eradicazione o diminuzione del portatore batterico cronico: pelle, urina.
- Antibiotici curativi per qualsiasi focolaio di infezione batterica.
- Nessuna automedicazione con antibiotici.
- Misure rigorose di controllo delle infezioni per qualsiasi procedura a rischio.
- Evitare piercing e tatuaggi.
- Limitare l'uso di cateteri per infusione e procedure invasive quando possibile. Privilegiare i cateteri periferici rispetto a quelli centrali e la sostituzione sistematica del catetere periferico ogni 3-4 giorni. È necessario attenersi scrupolosamente ai pacchetti di cura per le cannule centrali e periferiche.
Sospetto clinico
Di seguito i segnali che devono rappresentare un elevato sospetto clinico, con conseguente indicazione urgente allo screening ecocardiografico ed eventualmente al ricovero ospedaliero: tra i più importanti ci sono una nuova lesione valvolare o soffio rigurgitante, uno o più eventi embolici di origine sconosciuta (specialmente infarto cerebrale e renale), sepsi di origine sconosciuta, ematuria, glomerulonefrite e sospetto infarto renale.
Vanno inoltre monitorate le febbri quando si presentano con:
- materiale protesico all'interno del cuore
- altre predisposizioni elevate per l'EI (farmaci, EI precedente, anomalie cardiache)
- aritmie ventricolari di nuovo sviluppo o disturbi della conduzione
- prima manifestazione di insufficienza cardiaca congestizia
- BC positivi (se il microrganismo identificato è tipico per NVE/PVE)
- manifestazioni cutanee (Osler, Janeway) o oftalmiche (Roth).
- infiltrazioni polmonari multifocali/a cambiamento rapido (EI del cuore destro)
- ascessi periferici (renali, splenici, spinali) di origine sconosciuta
- predisposizione e recenti interventi diagnostici/terapeutici noti per provocare batteriemia significativa
Se la febbre si presenta senza nessuna delle condizioni precedenti ci troviamo di fronte a un basso sospetto clinico.