Il primo incontro con la sessualità arriva oggi molto prima che in passato. Ma i ragazzi sono davvero pronti ad affrontarlo? “Probabilmente no”, osserva il professor Vittorio Unfer, ginecologo e docente all’Università UniCamillus di Roma. “Se l’età del primo rapporto si abbassa, non è perché i giovani abbiano raggiunto una maggiore maturità, ma perché i modelli arrivano dai social e dal web, più che dalla famiglia o dalla scuola. Questo rende urgente introdurre nuovi approcci, per insegnare la consapevolezza dell’atto sessuale e il significato del consenso”.
L’importanza del consenso
Consapevolezza e consenso sono due parole chiave che, secondo Unfer, devono entrare fin da subito nel linguaggio quotidiano. “Il consenso non è implicito, non può essere dato per scontato: deve essere chiaro, esplicito e verbale. Vale per un bacio, per una foto condivisa online, fino all’intimità sessuale. E va rinnovato ogni volta, perché ciò che vale in un momento non è garanzia per il futuro”.
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I rischi della scarsa consapevolezza
Il ginecologo ricorda anche i rischi collegati a rapporti precoci: gravidanze indesiderate, infezioni sessualmente trasmesse, uso inappropriato di contraccettivi ormonali in età troppo giovane. “Per questo il dialogo con i professionisti della salute è fondamentale. Il ginecologo ha l’opportunità di incontrare le adolescenti, anche insieme ai genitori, e aprire spazi di confronto sulla contraccezione, sulla prevenzione e sulla vaccinazione contro l’HPV. Ma non può essere lasciato solo: serve una sinergia con famiglia, scuola e società”.
Cosa dice la legge
Accanto alla dimensione educativa, c’è anche quella normativa. “Il consenso, per legge, è valido solo dai 14 anni - conclude Unfer -. E non può essere considerato tale se la ragazza o il ragazzo sono sotto l’effetto di alcol o droghe. Sono regole che i giovani devono conoscere”.